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Amabile conversazione con Paul (chitarra) e Mick (basso) degli Answer, formazione hard rock nordirlandese con il più invidiabile curriculum di “aperture” di concerti, giunti recentemente al terzo lavoro in studio ed in tour in Italia in questi freddi giorni di fine gennaio.
Nicholas Matteucci: Qual è stato lo step più importante della vostra carriera fino ad oggi per passare dall’essere degli sconosciuti ad una delle realtà rock più apprezzate?
Mick Waters: Credo il nostro primo album, Rise, che ha avuto da subito un ottimo riscontro nel Regno Unito, nel resto d’Europa, anche in Giappone, Australia, così abbiamo fatto il tour mondiale ed abbiamo avuto ottime recensioni.
Prima di allora avete fatto la vostra buona gavetta da indipendenti?!
M.W. Sì, avevamo registrato soltanto demo ed Ep autoprodotti.
Poi da chi siete stati “scoperti”?
M.W. Sì, dalla Albert Productions, che ha prodotto i nostri tre album.
Avete fatto da “gruppo spalla” ai più grandi gruppi della storia del rock’n’roll, qual’è stata la volta in cui eravate più spaventati di salire sul palco?
Paul Mahon: Probabilmente la prima notte in tour con gli Ac/Dc a Wilkes-Barre, Pennsylvania, perché a parte gli Stones che furono un caso isolato, questa era la cosa più grossa in cui venivamo coinvolti, sentivamo parecchia pressione, eravamo tesi, trovarsi ad avere a che fare con tutti gli addetti ai lavori degli Ac/Dc, il management, suonare sempre davanti al loro pubblico, sentivamo questo peso sulle spalle. Ricordo che Brian Johnson venne a darci una pacca sulla spalla prima che salissimo sul palco per incoraggiarci.
Chi sono stati quelli con cui vi siete trovati meglio delle band con cui avete condiviso il palco?
P.M. Sono stati tutti simpatici e ci riteniamo molto fortunati per aver avuto queste possibilità. Ci siamo trovati molto bene soprattutto con i Whitesnake, in particolare con David Coverdale si è instaurato una bella amicizia, ci ha fatto tanti complimenti, ci ha richiamati in un’altra occasione a suonare con loro e siamo rimasti in contatto.
Oggi è quasi impossibile trovare in giro band che suonino questo tipo di rock’n’roll come fate voi, perché sembra che il music business cerchi qualcosa di differente, vi sentite un’eccezione?
M.W. Penso che ognuno debba sbattersi il più possibile, nessuno ti regala niente, devi suonare in più posti possibile, più suoni e più accresci le possibilità di ingrandirti.
A quali band vi siete ispirati maggiormente nei vostri primi anni?
M.W. Guns N’ Roses (Paul ridacchia)
Non sembrerebbe molto... Vi facevo più “anni 70”...
M.W. Beh sì comunque anche gli Aerosmith, i Rolling Stones, fino a Soundgarden, Pearl Jam...
Le vostre ispirazioni provengono dal passato, come fate a rendere il vostro sound personale e moderno?
P.M. E’ difficile farlo ed è difficile spiegarlo, non è che ci sia una formula che uno segue, c’è del lavoro dietro, avere delle influenze non è un male se sai come lavorarci. Su Everyday Demons c’era qualche riferimento ai Led Zeppelin, in Revival penso che abbiamo iniziato a trovare uno stile veramente nostro a partire da Cormac fino a me con le chitarre, senza rinnegare quello che facevamo nei primi anni ispirandoci ai Free, agli Zeppelin, tutta roba rock-blues... Penso che Chris "Frenchie" Smith (produttore dell’ultimo album "Revival" n.d.r.) ci abbia aiutato molto, lui ha capito tutto quello che c’era di buono nella band e come renderlo caratteristico, ci ha fatto guardare oltre, non solo al rock-blues, ma proponendoci anche nuove idee.
Quali altre band moderne vi piacciono?
M.W. Mi piace tanto il nuovo dei Black Keys, mi piace questo sound blues anche un po’ “poppeggiante”... poi il nuovo dei Soundgarden (ride). Mi piacciono molto anche gli Airbourne ed i Blackstone Cherry.
C’è qualcuno con cui vi piacerebbe collaborare?
M.W. Mmmh... Malcolm e Angus Young! (risata generale)
P.M. Magari nel prossimo album facciamo fare la ritmica a Malcolm..! (ridacchia ancora)
Non avete provato a chiederglielo mentre eravate in tour?!
P.M. No, non abbiamo avuto il coraggio di affrontare l’argomento!
Come sta andando il nuovo album "Revival"?
P.M. Bene! Siamo in Top 40 in Regno Unito ed Europa, sta andando bene specialmente in Germania, poi Top 30 in Giappone.
Come avete scelto il nome "Revival"?
M.W. E’ stata un’idea di Cormac, riguarda un’idea condivisa che coinvolge non solo noi ma anche altre band moderne come gli Airbourne ed i Blackstone Cherry, come un movimento no? Revival del rock’n’roll che va avanti e non muore...
Quali delle tante re-union di quest’anno vi ha entusiasmato di più?
M.W. Black Sabbath! Spero tanto di riuscire a vederli...
Se Tony Iommi guarisce...
M.W. Speriamo...
P.M. Anche i Van Halen...
Non è che va a finire che vi ritroverete a fare da supporto anche a una di queste? Tanto ormai ve li siete fatti tutti!
M.W. (ride) Chi lo sa, magari negli Stati Uniti o in qualche festival... Per me il massimo sarebbe con i Black Sabbath!
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Un ringraziamento a Raniero (Ausgang), Marco (Cooperative Music Italia), lo staff del Lanificio ed al management degli Answer.
Articolo del
24/01/2012 -
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