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School Of Seven Bells
Intervista con Alejandra Deheza degli School Of Seven Bells
19/04/2012
di
Antonella Frezza
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Le gemelle Alejandra e Claudia Deheza, ex On!Air!Library! e il chitarrista Benjamin Curtis, ex Secret Machine, si incontrano ad un concerto degli Interpol, a cui le loro band fanno da gruppo spalla. E' allora che decidono di buttarsi insieme in un nuovo progetto che battezzano con il nome di una leggendaria scuola per borseggiatori del Sud America: School Of Seven Bells. Fattosi notare per un sound a cavallo tra dream pop, elettronica e shoegaze, etereo ma al tempo stesso energico, l'ormai duo newyorkese (Claudia ha lasciato la band un paio di anni fa) ha da poco messo sul mercato il terzo full-length Ghostory, un concept su una ragazza e i suoi fantasmi. Ce ne parla Alejandra in questa intervista.
Torniamo indietro a quando avete iniziato, sappiamo che vi siete incontrati ad un concerto degli Interpol e avete deciso di lasciare le band in cui suonavate all'epoca per iniziare il progetto School Of Seven Bells. Raccontaci meglio com'è andata.
Ben e io ci siamo incontrati alla fine del 2004 mentre eravamo entrambi in tour con gli Interpol. Il seme degli School Of Seven Bells sicuramente è stato piantato in quell'occasione, la band però non è nata subito ma solo a gennaio 2007. Penso sia stato qualcosa di naturale per entrambi.
Come è cambiata la band dall'inizio?
È cambiata costantemente e consistentemente. È iniziata con due persone, io e Ben, poi ce ne sono state quattro, poi cinque e poi di nuovo quattro, poi tre... Fondamentalmente Ben e io siamo sempre stati i compositori principali.
L'uscita dal gruppo di Claudia ha influito in qualche modo sulla vostra musica?
Penso che sicuramente abbia cambiato il modo il cui la gente ci percepisce. Il cambiamento è sempre qualcosa che ha a che fare con la creatività, è sempre costruttivo per noi. In questo caso ci ha permesso di fare qualcosa di completamente nuovo. Sapevamo che la gente si sarebbe aspettata qualcosa di diverso ed è quello che abbiamo fatto.
Il nuovo album “Ghostory” è un concept su una ragazza, Lafaye, e i suoi fantasmi. Ce ne parli?
I fantasmi di Lafaye sono persone e situazioni che appartengono al suo passato. Sono le energie che colorano tutto quello che ti succede. Ti smuovono e influenzano il modo in cui ti relazioni con il mondo che ti circonda. I suoi fantasmi sono tutte le relazioni che ha avuto in passato, non solo con gli altri ma anche con se stessa. Ghostory è la sua lettera al passato.
Tu credi nei fantasmi?
Assolutamente.
Ho letto che le liriche sono il centro attorno a cui si sviluppa ogni vostra canzone e la musica è qualcosa di secondario, cosa un po' strana visto che siete una band. È davvero questo il vostro approccio verso la scrittura?
Questo è un metodo che abbiamo usato per alcune canzoni di Alpinisms, ma semplicemente come alternativa per trovare melodie che non venivano fuori con il nostro abituale modo di scrivere. Per Ghostory invece eravamo io e Ben in una stanza a tirare fuori canzoni insieme. Non abbiamo mai scritto così, proprio per questo credo che in questo disco si avverta un'intensità maggiore rispetto ai precedenti.
La gente di solito tende ad etichettare gli artisti. Come descriveresti tu la vostra musica?
Qualcosa di oscuro, che ti scuote.
L'intervista è finita. C'è qualcosa che vuoi aggiungere?
Grazie per il tempo che ci hai dedicato. Sosteneteci!
Articolo del
19/04/2012 -
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