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Jay Brannan arriva sul palco della Salumeria della Musica di Milano come al solito in compagnia solo della la sua fedele chitarra acustica. L'occasione che lo riporta in Italia è la pubblicazione del suo secondo disco ”Rob Me Blind”. L'atmosfera è intima e amichevole, complice l'estrema simpatia del cantautore texano che chiacchiera col pubblico e si lascia andare a continue battute e aneddoti raccontati alternando inglese e italiano, impeccabile per di più. In scaletta, oltre a qualche estratto dal nuovo lavoro e qualche cover, non poteva certo mancare Soda Shop, pezzo scritto per la colonna sonora di “Shortbus”, film sulla libertà sessuale di cui lui è uno dei protagonisti e la piacevole Housewife eseguita però su richiesta nella versione italiana Casalinga. Un pelino fuori contesto, c'è spazio anche per il brano natalizio Dear Santa, perché dice Jay «non so se mi capiterà mai di suonare qui sotto Natale, quindi la faccio ora», seguita, tanto per restare in tema, da una fantastica e inaspettata interpretazione della nostra A Natale Puoi accompagnata dalle risate di approvazione dei presenti. La genuinità del musicista non mi sorprende, perché è la stessa che è venuta fuori quando l'ho incontrato per la nostra intervista prima del concerto. Ecco cosa ci ha detto.
Hai iniziato la tua carriera artistica come attore. Cosa ti ha spinto poi ha cambiare percorso e iniziare a fare musica?
Bella domanda. Diciamo che ho sempre voluto fare entrambe le cose, ma non ho mai pensato di riuscire a scrivere canzoni quindi mi sono concentrato sulla recitazione per alcuni anni. Poi a un certo punto ho comprato una chitarra e ho iniziato a comporre. Mi viene più facile scrivere musica e poi farla arrivare alla gente tramite internet, senza bisogno di soldi e di qualcuno dietro che si occupi della promozione. L'attore invece non puoi farlo per conto tuo.
È per questo che hai scelto di promuovere la tua musica su YouTube?
Esatto. Quando sei attore devi sperare che qualcuno ti faccia lavorare, invece con la musica metto tranquillamente i miei video su YouTube e la baracca me la gestisco io. Mi piacerebbe comunque continuare a recitare in futuro, anche se è molto difficile riuscire a coordinare la due cose.
Dal tuo primo disco “Goddamned” all'ultimo “Rob Me Blind” sono passati quattro anni. Come si è evoluta la tua musica in questo lasso di tempo?
Sono cambiato molto, quindi di conseguenza immagino che anche le mie canzoni siano cambiate, proprio perché come persona sono in continua evoluzione, se in meglio o in peggio poi devi chiederlo a qualcun' altro! In questo disco c'è più speranza, anche se è difficile da trovare, è ben nascosta, ma penso sia un po' meno arrabbiato. Credo che questa sia una delle grandi differenze tra i due album.
E tra un album e l'altro hai pubblicato anche un disco di cover.
Sì, mi è venuto naturale. Mi piace di più cantare che scrivere e sono abbastanza lento a comporre, lo faccio quando ne sento il bisogno non perché devo farlo, non sono il tipo che scrive cento canzoni all'anno. Quindi sono arrivato a un punto in cui non avendo più materiale mio ho iniziato a cantare pezzi che mi piacevano, che magari risalivano al periodo delle superiori o che semplicemente per me avevano un significato particolare. Cose semplici perché non sono proprio un gran chitarrista, riesco a suonare quello che scrivo io ma non cose complicate scritte da qualcun' altro. Così ho iniziato a postare video di cover su YouTube e la gente a un certo punto ha iniziato a chiedere le versioni audio registrate. Non avendo né i soldi né materiale inedito per un nuovo disco ho deciso di pubblicarne uno di cover.
Qual'è la tua canzone preferita del nuovo lavoro?
Rob Me Blind. Tra tutte è che quella che preferisco, mi piace molto come è venuta ed è per questo che l'ho scelta come titletrack.
Potremmo dire che sei un musicista unplugged visto che suoni sempre con la tua chitarra acustica. Hai mai pensato di usare anche altri strumenti, elettrici ad esempio?
Sì ci ho pensato ma ancora non l'ho mai fatto. Magari se un giorno dovessi annoiarmi potrei comprare una chitarra elettrica e vedere se riesco a farci qualcosa di diverso. Per ora scrivo in modo naturale, autentico e organico, senza necessariamente cercare di fare qualcosa di specifico. Sono un lupo solitario, scrivo nella mia stanza da solo nel mezzo della notte ed è quello che poi porto sul palco o nei video su internet. Occasionalmente suono anche con altri strumenti, stasera ad esempio suonerò un paio di pezzi con la band d'apertura, però mi piace viaggiare solo, mi fa sentire ispirato. Anche se a volte può essere pericoloso e doloroso, gran parte della mia creatività nasce dalla solitudine e dall'isolamento.
Quale la cosa più bella che la musica ha portato nella tua vita?
Domanda difficile... viaggiare. Facendo musica ho avuto la possibilità di vedere il mondo e sento che questo in qualche modo ha cambiato la mia identità, mi ha influenzato molto conoscere paesi e culture diverse ed essere esposto ad altre lingue. Mi fa sentire vivo e non è una sensazione che provo spesso, ho sempre avuto uno stile di vita un po' apatico, quindi aver trovato qualcosa che mi faccia sentire eccitato e interessato è bello. Viaggiare ha cambiato la percezione che ho di molte cose e sono molto grato per questo.
C'è qualche messaggio in particolare che vuoi comunicare?
La cosa più importante per me è essere me stesso e fare quello che sento di fare e vorrei che anche gli altri lo facessero. Io descrivo emozioni ed esperienze di cui la società spesso non vuole parlare, che non vuole riconoscere, come la paura, la sofferenza, l'insicurezza, tutte quelle cose che non ci è permesso provare. Spero che il fatto di metterle nella mia musica possa portare chi prova le stesse emozioni a sentirsi più a suo agio nel mostrarle. Voglio promuovere una maggiore consapevolezza di cosa voglia dire essere umani, voglio mostrare che anche se non è tutto bello e piacevole va bene lo stesso, nella vita c'è sofferenza, paura, difficoltà ma anche queste cose sono importanti e preziose.
Questo è bello. Chi sono i tuoi artisti preferiti, quelli che ti hanno influenzato e che ammiri?
Ce ne sono molti. The Cranberries sono sempre stati la mia band preferita. Ani DiFranco penso sia la migliore paroliera e chitarrista di tutti i tempi. Sono un grande fan di Sinéad O'Connor, la sua voce è sorprendente, poi Tori Amos, Björk... più che altro voci femminili tristi ed arrabbiate!
Per concludere ti faccio un'altra domanda difficile: quale canzone sceglieresti come colonna sonora della tua vita?
Oddio solo una canzone? Ci potrei pensare su per un anno! Beh in effetti ho sempre pensato che la mia canzone fosse Strong Enough di Sheryl Crow, hai presente il verso che dice “Are you strong enough to be my man”? (ridiamo, ndr). Sono alla costante ricerca di amore, perché tutti mi hanno sempre visto come una persona matta, difficile da gestire e con cui nessuno vuole avere a che fare. È divertente però l'ho sempre considerata come la mia colonna sonora, è un bel pezzo.
Articolo del
27/05/2012 -
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