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Dicono di venire dalla terra famosa per “la mozzarella ed i pazzi” i Bastian Contrario, semplicemente Fausto Tarantino e Salvatore Prezioso. Eppure bastano a se stessi tanto nella vita quanto sul micro palco di un Contestaccio fuori-contesto in quel postaccio pervaso da atmosfere disco. Arrivano da Caserta con un furgoncino gli eterni viaggiatori, infondo i viaggi non li spaventano. Perché è proprio dopo una meridionale spinta verso il gelido nord che il seme della loro terra inizia a germogliare dando come frutto il primo lavoro discografico ”Due Il Contrario Di Uno” (Al-kemi records), del resto “due…non è il doppio, ma il contrario di uno, della sua solitudine. E’ alleanza, filo doppio che non è spezzato…”, per dirla à la Erri De Luca. La two-man-band prende per postulato la lezione del loro maestro ed incarna una complicità senza demarcazione di fronte ad una pseudo- solitudine spaesata per la difficile gestione di un live polistrumentale. Ma loro ci riescono. Riescono a mantenere il sorriso di fronte a problemi di strumentazione nel bel mezzo del secondo brano, proprio quando si stavano tuffando nella distensione più totale dopo Amore Distratto : impasto di sonorità meridional-folk, tamburi e cori che ai quali i Coldplay non possono invidiare davvero nulla. La qualità schiaccia con ogni nota la (scarsa) quantità dei brani, ma nonostante il limitato campo d’azione l’enclave contestacciana si fa perdonare con piccole perle quali Elogio all’arte della felicità, Annina, pura e non scontata love song mandoliniana, nonché una cover di Brain Eno. Tutto è contornato da reminiscenze poetiche, dediche e sforzi nel rendere tutto ideale nel pieno dell’umiltà che traspare da ogni gesto, ogni movenza. Dicono di ricordarsi tutti gli sbagli che hanno fatto eppure vogliono concederci l’adrenalina del live sprofondando in arrangiamenti liberatori alla fine dei brani. I padri del debut single Parla tu per me rincorrono il massimo dell’espressività e stravincono nell’intento. Ora parlano loro:
Bastian Contrario: epiteto che prende per partito preso l’andare oltre il comune maggior più. Vi sentite proprio così? L’etimologia riprende in toto il vostro spirito di andare contro la ordinaria maggioranza?
BC: Forse più che contro il più, è stato un modo di andare contro noi stessi. Un modo per invertire la rotta nel momento in cui stavamo andando in una direzione sbagliata. Ci siamo guardati e abbiamo detto: “Dobbiamo fare i Bastian Contrario di noi stessi”.
Una svolta, questa, che arriva nel momento in cui avete capito che le cose non andavano come dovevano. Acquistate due biglietti ed andate verso il nord per sciogliere dei ‘nodi’..
BC: Alcuni si sono sciolti seppur non fosse l’intenzione iniziale. Poi si è rivelata tale strada facendo, vivendo il viaggio giorno per giorno a prescindere dall’istante dell’arrivo alla meta. Il viaggio sta ancora continuando, siamo in perenne viaggio verso noi stessi. Rappresenta un luogo dell’anima più che un luogo fisico. Infondo proprio al capo nord non siamo ancora arrivati..
Siete di Caserta, realtà meridional-locale caratterizzata da una musica particolare e ben specifica. Vi distanziate da essa? Rappresentate la contrarietà al mainstream partenopeo?
BC: Qualcosa di meridionale forse c’è: le sonorità del mandolino ad esempio, la tammorra. La nostra musica è comunque un insieme di tutto quello che abbiamo ascoltato: dalle canzoni napoletane al progressive. Ad oggi, segnare un confine geografico con internet, grazie al quale puoi prendere spunto da musiche appartenenti ad altre parti del mondo, è alquanto impossibile.
Avete scritto nel vostro diario: “Bisogna saper ascoltare”. Credo che i SigurRós, Brian Eno, Stravinsky, la parola della Merini e di Montale siano stati buoni compagni di viaggio. Per non dimenticare, di grande apporto anche il CSI. Come mai una collaborazione così vicina col Consorzio degli indipendenti?
BC: La collaborazione con Maroccolo era un sogno che avevamo da quando abbiamo iniziato a suonare (insieme, quindici anni). Suonando da piccoli il basso in sala, dicevamo: “Fa’ il basso alla Maroccolo”. Un giorno, suonando con i Marlene a Napoli, Maroccolo (acchiappato dietro il palco) si è preso i nostri pezzi promettendoci di ascoltarli. Da buoni Bastian Contrario di noi stessi ci siamo detti: “Chissà se ci aiuta?”. Così è stato.
Sono soddisfazioni..
BC: Abbiamo tuttora conservato la mail di risposta di Gianni nella quale ci faceva i complimenti dopo l’ascolto dei pezzi, e ‘chiedeva’ di poterci dare una mano. Considera tu, che rispondi.. “Anche un piede!”
Suonate da tanto ma “Due il Contrario di Uno” è il primo album ad essere pubblicato a livello ufficiale. Prima di esso c’è l’uscita del single ‘Parla Tu Per Me’ che raggiunge le 20.000 visualizzazioni su You Tube..
BC: E’ un miracolo che è andato avanti da solo. Ce ne siamo meravigliati anche noi tantissimo.
E quella grafica: molto particolare. E’ la prima cosa che mi ha colpito del pezzo, a parte la pseudo-voce femminile che poi si rivela maschile (lo vengo a sapere prima del concerto!). Il cambiamento estetico-sonoro è stato alquanto radicale da quel pezzo all’insieme dell’ultimo lavoro. E’ così?
BC: Sì, proprio perché fa parte di un viaggio durato tre anni nel quale abbiamo fatto tantissimi pezzi, preso le cose migliori, fatto la ‘rivoluzione’.
Avete scritto: “Vediamo come suonerà dal vivo” proprio per la impossibilità di una polistrumentale two-man-band di rendere al massimo in un live. Credete di aver superato la prova stasera?
BC: Ahia. Lo dovresti dire tu! Da dentro, forse per la natura insita dell’artista, ci sentiamo sempre inappagati completamente. Le cose devono filare meglio. Del resto è un viaggio continuo anche nel fare un live dove puoi fare sempre di più.
La prossima volta qual è la cosa che quindi farete meglio in base all’esperienza del Contestaccio?
BC: L’intervista!?
State andando benissimo..
BC: Ne riparleremo.. A parte gli scherzi, i primi live erano molto diversi da questo. Cerchiamo sempre di migliorare e cambiare, nonostante non sia semplice suonare tutto. C’è una programmazione dietro, è un lavoro molto grande. Lo puoi dire tu se ci siamo riusciti. Comunque riusciamo a suonare un buon 80-90 % di quel che c’è nel disco. I campioni sono/suonano il nostro stato d’animo. Quando suoni la chitarra, sudi, ti giri, la suoni con una certa enfasi, e questo viene registrato. Per questo ogni live è diverso dall’altro, anche se con loop registrati. Questa è una cosa importante in quanto spesso chi non ne capisce molto pensa che suoniamo sulle basi, solo perché prima ho registrato un trombone e poi suono la chitarra e sembra che il trombone sia una base: non è così. Non è facile farlo capire, però molti stanno incominciando ad entrare nei nostri meccanismi.
Una cosa mi ha colpito leggendo il vostro diario: l’idea della fisarmonica attaccata all’aspirapolvere. Originalità unica.
BC: Per capire questo devi capire una cosa che sta alla base di tutto il progetto. Noi forse siamo un po’ complicati. Ma abbiamo anche tanta determinazione, perciò se vogliamo una cosa cerchiamo in tutti i modi di ottenerla, anche arrangiandoci nella nostra meridionalità, trovando delle strade alternative..
Come avete scritto: “Deve essere importante il risultato, non il mezzo come ci si arriva”. Background punk..
BC: Assolutamente. Abbiamo il basso di 70 euro eppure suoniamo tranquillamente. Se capisci che siamo complicati, poi determinati capirai che per avere bisogno di un suono smontiamo, rimontiamo ed.. attacchiamo all’aspirapolvere. Abbiamo fatto anche altre cose: suonato delle bottiglie, campionato dei cori, cercato di prendere tutto quello potevamo per creare un determinato suono non accontentandoci di un qualcosa già pronto.
Un’altra curiosità: il disegno della non-batteria. L’uso della batteria che nel disco non c’è che però stasera avete utilizzato verso la fine dei brani, quasi per entrare in uno slancio vitale. Come mai questa scelta?
BC: L’ascolto del disco può essere rilassato. Ti fai prendere dalle melodie, dai suoi arpeggi. Nel live bisogna spingere un po’ di più.
Ragazzi, il tour continua?
BC: Da confermare un po’ di festival quest’estate, poi si riparte a settembre.
Domanda banale: progetti futuri. L’idea di un nuovo cd c’è già nell’aria oppure preferite concentrarvi sul presente?
BC: E’ un po’ come stare a tavola a pranzo e pensare alla cena. Stiamo finendo questa parte del live e dobbiamo farla per bene. Abbiamo già messo in cantiere qualche idea ma non ci abbiamo ancora lavorato. Incominceremo dopo l’estate.
Chi è Fausto chi è Salvatore..
BC: Volevi chiedere: Chi è Bastian(o) chi è Contrario..
Avrei pensato a questa fine, a questo augurio: Affinché i Bastian non ‘bastino’ mai, affinché non andiate mai ‘contro’ l’istinto che vi ha guidato fino ad adesso e portato a quello che siete, che spero possa continuare ad esprimersi in palchi sempre più grandi. Grazie da parte di Extra! Music Magazine.
BC: Grazie a te.
Articolo del
23/06/2012 -
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