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Il caso mi porta proprio a Torino mentre mi viene proposto di ascoltare il nuovo lavoro dei The Dub Sync: trio composto da Madaski, Paolo Baldini e Papa Nico, anime degli Africa Unite, che tornano alla ribalta con questo disco concepito durante il tour in Malesia degli Africa appunto. I tre collaborano qui con una sfilza di giovani artisti italiani e non fra i quali spiccano un ispirato Fabri Fibra e un sempre grande Bunna, già compagno negli Africa Unite. Questo è un disco molto sentito e di sicuro effetto: un'elettronica curata e mai scontata viene coniugata al dub più sincero. Partendo da questi due capisaldi, elettronica e dub, ci sono però tante sfumature in questo album che lo rendono così vario e che vanno a dare a tutto il disco quel valore aggiunto che gli permette di superare il valore delle singole parti: penso alla melodia di brani come Urban Ting, alla più dance Soon Come, alla tirata Guardi A'nterra, o al groove possente di Boss Out Of A Blanck. Senza dimenticare i brani con Fabri Fibra e Bunna, che si amalgamano benissimo al tessuto creato.
Ma invece di annoiarvi con le mie considerazioni, abbiamo chiesto direttamente a Madaski qualcosa su questo nuovo album:
Xtm: Cominciamo proprio dal disco: l'impressione che ho avuto è che sia un disco complesso, un progetto ampio, ben strutturato, ricercato senza però risultare troppo costruito ed artefatto. Quanto è stato importante coinvolgere così tanti artisti, così diversi fra loro, fra i quali molti giovani, per dare i così tanti valori aggiunti a questo mix di elettronica e dub?
Madaski: Molto, in quanto gli ospiti sono diventati parte integrante del progetto portando il loro stile, il loro modo di cantare personale, influenzando molto il sound delle nostre basi. E' stato un lavoro complesso e, a volte, non semplice da gestire, ma spero che il risultato ottenuto sia importante ed apprezzato.
A tal proposito fra le varie collaborazioni dell'album quella che colpisce maggiormente è quella con Fabri Fibra. Come siete riusciti a coinvolgerlo? Ma sopratutto, quello che personalmente mi ha stupito è che lui modifica il suo modo di rappare adattandosi perfettamente al sound del brano e del disco, dev'essere stato molto coinvolto ed interessato al vostro progetto.
Sì, c'è stato un ottimo feeling e c'è grande stima reciproca. Mi è sempre piaciuto fare cose un po' trasversali… sono molto soddisfatto di questo esperimento e anche Fibra lo è.
Avete già iniziato a suonare in giro per l'Italia, com'è questo nuovo tour? un dj-set o un live a tutti gli effetti? e com'è stata la reazione del pubblico in queste prime uscite?
ASSOLUTAMENTE live, anzi proprio questa dimensione è quella che prediligiamo… Io alle macchine, Paolo Baldini al basso, Papa Nico alle percussioni. C'è molta improvvisazione e le strutture dell'album si dilatano e si colorano di ritmiche, la gente balla tutto il tempo su uno show che non è mai predeterminato.
Parlando di lei, Madaski dove trova le energie e lo spirito per essere da anni al centro della scena musicale italiana e per avere sempre idee così varie e innovative, in questo progetto, negli Africa Unite e nella varie collaborazioni che la coinvolgono?
Semplicemente la musica. Vivo per lei, non faccio altro tutto il giorno e ritengo di essere fortunato per questo. Sono un grande lavoratore e non mi spaventano le sfide, anzi… spero di poter continuare a lungo, anche se è sempre più difficile fare musica di qualità, sommersi dall'immondizia che ci circonda.
Per salvarci proprio da questa immondizia, quali sono gli artisti italiani che al momento segue con maggiore attenzione e che ci consiglierebbe?
Nell'ambito reggae i Mellow Mood, Raphael and Eazy Skankers, sono sicuramente tra i migliori, giovani ed interessanti. I ''vecchi'' come Afterhours, Subsonica dimostrano di essere sempre in forma, mi piacciono alcuni rappers, Salmo in particolare e molti altri che non mi vengono in mente...
Madaski mi tolga una curiosità personale ma che magari può interessare anche qualche lettore di Xtm, chi ha avuto l'idea di inserire il giro di chitarra e l'assolo di “Starway to Heaven” in “Mentre Fuori Piove” degli Africa Unite? Un pezzo che mi è sempre piaciuto da morire.
A me, sono un fan degli Zeppelin da sempre ed in particolare di Page. Ru Catania si è dimostrato molto efficace in quel solo, è sempre stato ed è, il mio chitarrista preferito in Italia, anche se, naturalmente, negli Africa Unite era un po' sacrificato…
Grazie a Madaski e ai The Dub Sync per questa intervista e per questo gran bel disco.
Articolo del
01/07/2012 -
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