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Gli olandesi DeWolff viaggiano almeno una spanna sopra molte altre band di colleghi, dal momento in cui sono in tanti ad ispirarsi alle grandi leggende del rock anni 60/70, con risultati che più o meno vanno vicino all’intenzione, ecco, se questa ricerca di sound fosse metaforicamente un tirassegno i DeWolff avrebbero fatto centro. Li abbiamo incontrati in occasione della recente data di Roma, e quello che segue è il fedele resoconto dell'intervista.
Suppongo che ve l’abbiano già chiesto in tanti ma… Che significa il vostro nome e come si pronuncia?
Luka Van de Poel: In realtà non significa niente… Ci piace come suona e come appare, specialmente nel nuovo logo!
Robin Piso: E’ una forte combinazione di lettere! La pronuncia è così come si legge.
Il vostro è un sound classico, ma proposto in chiave moderna, sapreste dire il segreto di come si ottiene un buon revival?
Robin: Devi usare buoni strumenti! Ad oggi ogni musicista che si ispira al rock classico degli anni 60 e 70 ma è cresciuto nell’era contemporanea si troverà per forza di cose a mischiare gli stili. Nel nostro caso quell’influenza è profondamente radicata e tutto quello che facciamo esce automaticamente come lo senti.
Qualcuno ha mai cercato di scoraggiarvi dicendovi che questo genere era morto anni e anni fa?
Pablo Van de Poel: No, perché puoi sempre chiedergli “Allora perché la ascolti ancora?” e poi perché noi non lo facciamo per un motivo premeditato, tipo “dobbiamo fare classic rock”; noi facciamo quello che ci piace e che ci viene dall’anima e questo è quello che sente chi ci ascolta.
Quali sono state le vostre fonti di ispirazione appena avete iniziato e quali sono adesso?
Robin: Beh, all’inizio tutti quelli “ovvi”: Deep Purple, Led Zeppelin, The Doors, Pink Floyd... ed un po’ di altre band più “oscure” sempre del periodo 60 e 70.
Pablo: Ora ad esempio è qualche mese che non ascolto i Doors o i Pink Floyd, mi sono dato un po’ al Southern Rock ed a roba soul un po’ datata... Stiamo iniziando a lavorare sul nuovo album e volevo trarre spunto anche da altre cose.
Come descrivereste la scena musicale olandese? Ritenete che se foste arrivati dalla Gran Bretagna o dagli Stati Uniti la vostra strada sarebbe stata più semplice?
Luka: La scena musicale non è molto diversa, il punto è che una cosa grossa nel Regno Unito lo è automaticamente anche nel resto del mondo, mentre in Olanda ci sono molte band che sono famose in patria ma che non lo sono altrettanto fuori dai confini.
Robin: In America ci sono tantissime band fighe e tante band che fanno rock psichedelico alcune brave altre meno, quindi se fossimo americani non saremmo di certo gli unici. Non siamo gli unici nemmeno in Olanda, però siamo una di poche e ci distinguiamo.
Come mai cantate in inglese e non in olandese?
Pablo: Me l’ha chiesto anche un ragazzo inglese, è difficile da dire, ma fondamentalmente il punto è che l’inglese è un linguaggio molto bello e che si presta meglio per la musica, ma soprattutto appartiene a questo tipo di musica, o meglio al rock in generale. L’olandese è molto ordinario, rigido, non si presterebbe, non sarebbe la stessa cosa.
Robin: Ogni volta che ascolto una band forte, che magari canta in qualsiasi lingua diversa dall’inglese, la prima cosa a cui penso è “Perché non cantano in inglese? Sarebbe molto meglio!” L’olandese - come l’Olanda del resto - è molto conservatore, non mi ispira la libertà che invece sento con la lingua inglese.
Luka: Sì, in realtà l’Olanda non è poi così figa e la lingua olandese altrettanto, per esempio immagina un film tipo Trainspotting, se i dialoghi fossero in olandese non avrebbe senso, credo che l’olandese sia limitativo per qualsiasi cosa che sia creativa.
Qual è stata la più grande gratificazione che avete ricevuto finora?
Luka: La scorsa settimana abbiamo suonato come supporto ai Ten Years After ed il batterista, Ric Lee, che poi è uno dei membri originali della band, ci ha detto che negli ultimi dieci anni non aveva mai visto una band come noi, che lo abbiamo riportato indietro nel tempo, ma non solo... a me in particolare ha detto che gli ricordavo lui di tanti anni fa... cioè io… capisci? Parlava di se stesso, il batterista dei Ten Years After mi ha detto “Te mi ricordi... Me!” E’ stato fantastico! Un vero onore!
C’è qualche artista con cui vi piacerebbe collaborare?
Pablo: Ci sono un sacco di miti con cui chiunque vorrebbe collaborare, ma tra gli artisti della nostra generazione allora direi sicuramente con Dan Auerbach dei Black Keys.
Essere paragonati ad altre band vi gratifica o vi scoccia?
Pablo: Mah, dipende... Nel senso che se qualcuno dice che i DeWolff hanno un sound unico è il miglior complimento, ma allo stesso tempo è un onore sentirsi dire che assomigliamo ai Deep Purple ed altre band di quel periodo, anche se noi facciamo la nostra roba spontaneamente, il paragone è comunque un modo naturale per descrivere la musica.
Chi preferite tra Mars Volta, Black Keys, Wolfmother e Rival Sons?
Robin: I Black Keys sicuramente! Ricordo che la prima volta che vidi i Mars Volta, era un video live dagli Abbey Road Studios... e sono rimasto tipo.. “Wow! Incredibile!” Erano tutti al top, tutti al trecento percento, invece l’ultimo album non mi è piaciuto per niente, è troppo sovraprodotto.
Pablo: I Wolfmother, li abbiamo anche conosciuti un paio di mesi fa, sono ragazzi simpaticissimi, però musicalmente li trovo troppo “semplici”, fanno troppi powerchord... Il primo album comunque mi era piaciuto, il secondo no... ma poi il secondo è del 2009, non capisco perché non escano con roba nuova. I Rival Sons penso che imitino davvero troppo i Led Zeppelin. Per carità suonano bene e sono bravi, poi dal momento in cui i Led Zeppelin non girano più è fico avere la possibilità di vedere i Rival Sons, però come dire... I Led Zeppelin sono decisamente meglio! Dei Black Keys invece, devo dire che l’ultimo disco non mi ha fatto impazzire, ma adoro tutti quelli prima, non che non mi sia piaciuto, ma gli altri sono migliori, specialmente Brothers, quest’album e quello prima ce li siamo portati sempre in studio e li ascoltavamo in continuazione.
Vi piacerebbe essere “i nuovi Focus”? Sono simili a voi e olandesi... anche se sono stati anche una band molto di nicchia, voi potreste avere più successo?
Pablo: Beh, loro in effetti sono forse l’unica band olandese ad aver avuto un po’ di riscontro anche in America, però speriamo di poterli superare... In realtà pensiamo di poter battere anche David Guetta... Il buon gusto per la musica vincerà! (ridono)
Vi capita di non sentirvi presi sul serio per via della vostra giovane età in un ambito musicale in cui ci si confronta per forza di cose con delle leggende?
Robin: Guarda, un paio di anni fa ti avrei detto di sì, perché pensavo che piacessimo alla gente solo perché eravamo giovani, sai tipo “oooh sono così giovani e suonano già così bene!”; ora penso che questa fase sia passata...
Luka: ...perché lui (Robin ndr) ora ha la barba! Quindi non siamo più giovani! Tutto merito della barba!
Quale pensiate che sia il vostro miglior album?
Robin: L’ultimo! ("IV", ndr)
Luka: Senza dubbio l’ultimo, anche se penso che pure il nostro EP ("DeWolff EP", 2009, prima release ufficiale della band ndr) abbia un fascino particolare perché esprime quello che è stato il nostro approccio alla musica, gli esperimenti e tutto... Ma l’ultimo è sicuramente quello che rende meglio.
Robin: Credo comunque che per qualsiasi artista l’ultimo album sia sempre quello preferito, perché esprime quello che si è provato più di recente e quindi quello che si è ritenuto essere più valido, quindi se un artista non pensa che il suo ultimo album sia il migliore non credo che abbia fatto un buon lavoro.
State già considerando nuove idée per un nuovo disco o è troppo presto?
Pablo: Abbiamo un sacco di idee e stiamo iniziando a lavorarci...
In che modo evolvete il sound di disco in disco?
Pablo: Non saprei, nell’ultimo siamo semplicemente entrati in studio e fatto quello che ci sentivamo sul momento... Ora per il prossimo invece abbiamo già le idee molto chiare su come vogliamo che suoni, vogliamo che sia molto rock e vorremmo fare il minor numero di canzoni possibile...
Minore?
Pablo: Sì sì, se uscisse un album da otto, massimo dieci tracce ne sarei felicissimo... Abbiamo già fatto un album da sedici canzoni, non possiamo farne così tante...!
Vi ponete il problema di fare un singolo che diventi una grande hit o non ve ne importa nulla?
Robin: Non c’è nulla di male nel fare un singolo che poi diventa una hit, ma scrivere una canzone con il preciso intento di farla diventare una hit la farebbe suonare finta. Se dovesse succedere che un nostro singolo diventi una hit sarebbe fantastico, tutti i nostri idoli hanno le hit, dai Deep Purple ai Doors ai Led Zeppelin, come tutte le band che tutti conoscono, va tutto bene quando la cosa è spontanea, è sbagliato solo sedersi a tavolino con l’idea di fare il “singolone”, che poi è molto difficile da fare perché non si sa mai cosa può piacere alla gente.
Luka: Per esempio nel nostro ultimo album abbiamo questo pezzo che si chiama Voodoo Madamoiselle che è molto orecchiabile, ma non lo definirei un “singolone”, però alla gente piace.
Pablo: Alla fine noi facciamo quello che ci sentiamo perché vogliamo avere un determinato tipo di sound, quando ascolto la radio, le canzoni che passano mi sembrano tutte uguali. I Black Keys però hanno fatto un gran bel lavoro trovando un compromesso, perché hanno tre o quattro super-hit che sono un po’ più pulite e precise delle altre, ma riescono a mantenere comunque il loro sound sporco e caratteristico nel resto dell’album, non si sputtanano insomma, non potrebbero mai confondersi con gente tipo gli U2, pur andando anche loro in radio.
Vi piacerebbe o avete mai considerato di fare un concept album o una colonna sonora per un film?
Luka: Sì sarebbe bello, nell’ultimo disco si può dire che il “lato b” (considerando l’uscita in vinile), avendo dei pezzi tutti legati tra loro sia un po’ strutturato tipo concept album...
Intendevo una cosa più grande, stile "The Wall" per intenderci...
Pablo: Non so se avrei voglia di farlo, mi stimola di più l’idea della colonna sonora per un film!
Robin: Tipo hai presente l’album Rome?
E’ quello con tante collaborazioni giusto? C’è anche Jack White se non sbaglio...
Robin: Sì! Jack White ed altri. Ecco, quella è stato concepito per essere la colonna sonora di un film che in realtà non esiste!
Luka: Lo stavano girando mi pare... dovrebbe uscire.
Robin: Davvero?!
Pablo: Sì, praticamente stanno facendo il film ispirandosi alla colonna sonore, è grandioso!
(La foto dei DeWolff ritratti durante l'intervista è di Marco Trombetta)
Articolo del
17/12/2012 -
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