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(segue dalla 1a Parte)
Siete una strana coppia non c’è che dire, venite da mondi diversi, quanto credete che influenzi la scrittura dei brani queste vostre profonde differenze?
Dionna: Nulla. In realtà io e Marzio non siamo per niente diversi. Strani e pazzi, ma non diversi. Per questo ci siamo subito trovati e sposati in meno di un mese. Lui è uno strano italiano, ha girato il mondo, e' un paracadutista professionista e ora un lottatore di MMA, uno schizzato totale. Anch'io non sono da meno. Abbiamo semplicemente unito questa nostra follia con un anello e ci siamo promessi eterno amore. Ma la scrittura dei brani e tutto quanto riguarda la musica e' roba mia. Io penso alla musica, lui alla promozione e a sviluppare connessioni, cosa che gli riesce splendidamente. Sul palco ci divertiamo tantissimo insieme, è come avere un rapporto sessuale, abbiamo un'intesa perfetta. Marzio di solito dice che io sono la band, lui è il batterista, un semplice musicista sostituibile, soprattutto in studio (ha ceduto il posto a LuckyLuciano in Come Home e 4:20). Credo nel futuro punteremo di più sul mio personaggio e meno sulla band... Qualcosa simile a ciò che fece Iggy Pop all'inizio, iniziando come The Stooges, dopodiché Iggy And The Stooges e alla fine solo Iggy Pop. Continueremo a chiamare musicisti famosi a collaborare con noi e continueremo a divertirci! La musica è il mio modo di esprimermi. Ho iniziato a cantare ancora prima di parlare, il mio primo brano l'ho scritto a 7 anni ed è finito nella colonna sonora del film “High Times Potluck”, in cui recitavo come “Candy” e per cui ho vinto anche un premio. Sono nata e cresciuta per cantare suonare e recitare. Ma ora ho anche un'altra enorme passione: il pugilato. Sono pugile dilettante e mi alleno tutti i giorni: boxare è la mia gioia e sto facendo un pensierino alle prossime olimpiadi. Perché no? In fondo mi alleno oltre sei ore il giorno, stimolo da mio marito che si allena con me e si è appena iscritto a un torneo di MMA ad Atlantic City. Non so cosa saremmo ora io e mio marito se non avessimo la musica! (ndr Ride)
Componete in studio o a casa, singolarmente?
Dionna: domanda difficile. Direi che non componiamo. Semplicemente sono lì che faccio qualcosa e improvvisamente un brano mi entra in testa: devo lasciare quello che sto facendo e prendere la chitarra per imprigionarlo. Il resto viene da sé: la linea di basso e quella di batteria. Tutte mi si presentano davanti non appena inizio a suonare i primi riff del brano nuovo. Alcuni brani, come Tonight, sono stati scritti in 5 minuti. Altri, come Come Home, hanno richiesto più tempo, perché ero indecisa sul piano o la chitarra e sul suono del basso o del contrabbasso. Ma in genere mi vengono così, in studio ci andiamo solo per registrare. Non proviamo praticamente mai, ma quando lo facciamo subito si fa sentire l'alchimia e ci diamo dentro come matti. Suonare è terapeutico!
Come è stato lavorare con Sean Gill e Jack Garufi?
Dionna: due esperienze totalmente diverse. Sean Gill, mio produttore per anni, è stato il produttore dei Depeche Mode, Madonna, Korn, New Order, Britney Spears. Ha una grande esperienza, ma il suo modo di lavorare è tipicamente americano: la prende molto easy, è capace di incidere e sovraincidere un brano per mesi, per trovare il suono perfetto per lui, che spesso non corrisponde a quello che avevo io in mente. Grande professionalità, ma molto tempo perso a mio avviso. Jack Garufi è di un'altra pasta: italiano, ma con un passato a N.Y.C., ha potuto assimilare in parte tutti e due i modi di lavorare, e questo è un suo enorme punto di forza. Un altro suo lato positivo è che fa il suo lavoro: non consiglia il musicista con opinioni non richieste, ma ne asseconda i desideri cercando di imprimere su cd quello che l'artista vuole. E' un po' psicologo in questo. Lavora bene, veloce e non fa tante domande. Mi sono trovata benissimo, tanto che me lo porterei a N.Y.C. per il secondo album!
Che tipo di rapporto avete con il pubblico, ansia da prestazione?
Dionna: Ho un vivido ricordo della mia infanzia. Mio padre, dopo il successo di Summer of Sam, aveva appena comprato una bella casa in Pennsylvania, a Kutztown, un'ora da N.Y.C. ma culturalmente anni luce di distanza: una tipica sonnolenta cittadina del mideast americano. Avevamo un "basement" molto grande e mio padre ci ha costruito uno stage, montato una backline, messo tutti gli strumenti e amplificatori possibili, luci stroboscopiche, perfino una macchina del fumo! Lì passavo le mie giornate. Mio padre l'ha fatto perché voleva che mi sentissi a mio agio sul palco e imparassi sin da piccola. Ha funzionato alla perfezione. E' sul palco che mi sento DAVVERO a mio agio. A 13 anni sono partita per il mio primo tour americano: da N.Y.C. giù fino Miami, Nashville, tutta la costa orientale. Eravamo circa 8 band, io ero la sola americana, per di più mi presentavo come solista, le altre band erano inglesi, gallesi e svedesi. La mia prima vera esperienza, tra l'altro documentata dal reality show Rockin America, ((http://www.youtube.com/watch?v=a7l_UoL_KaE&feature=youtube_gdata_player). Per me stare sul palco è sempre stato molto naturale. Il rapporto con il pubblico è splendido, soprattutto qui in Europa: ricordo di aver fatto, in una delle nostre prime date ancora sconosciuta per lo più, un concerto a Catania: 2.000 paganti per vedere una band di cui avevano si e no sentito a malapena parlare. Il calore del pubblico italiano è qualcosa di impagabile. A volte troppo, come quella volta che una ragazza ubriaca mi voleva rubare il microfono e si è beccata l'asta del microfono in testa. Fantastico. Anche in altre parti d'Europa l'entusiasmo è palpabile, soprattutto in Inghilterra e Spagna. Sono solita interagire con il pubblico, scendo dal palco e suono in mezzo alla gente, mi rotolo per terra, lo apprezzano. Anche negli Stati Uniti, nonostante il pubblico sia più refrattario alle nuove proposte, abbiamo avuto un gran successo, tanto che David Peel dopo il nostro show al DELANCEY a Manhattan ha scritto pubblicamente: "N.Y.C. non sarà più la stessa dopo il concerto di Dionna e della sua band".
State per partire per un lungo tour e aprirete per i Misfits, che stato d’animo vi crea?
Dionna: siamo già in pieno tour, abbiamo già all'attivo una quindicina di date in Italia e andremo avanti in penisola fino a marzo, quindi ci sposteremo in Europa.
Marzio: abbiamo avuto una gran richiesta in Francia e Inghilterra, a maggio suoneremo a un grosso festival a Parigi per poi proseguire con i festival in Inghilterra e dovunque ci sia interesse. Procuro io le date, ho interessanti connessioni, quindi saltiamo a piè pari il "lavoro" il classico booking (nonostante questo comporti faticare dieci volte tanto) e quindi non vi è dispersione di soldi o ingaggi gonfiati. Dopo i festival in Europa torneremo in Italia per il ‘Summer Jamboree’ con altre sorprese, poi incideremo il secondo album che vedrà collaborazioni davvero interessanti, registrato in parte in Italia e in parte a N.Y.C., per continuare a mostrare l'immagine italoamericana della band, una peculiarità nel panorama rock.
Progetti futuri?
Marzio: Tanti. Da un punto di vista musicale, saremo presto in studio con un famoso, insolito musicista e cantante italiano, conosciuto da tutti, che duetterà su un brano molto particolare di Dionna. Il singolo, che sarà incluso nel prossimo album, uscirà a maggio. In contemporanea proprio in questo momento l'inossidabile David Peel è in studio a N.Y.C. a ri-registrare le parti vocali di voce e chitarra ritmica della sua hit The Pope Smokes Dope, in cui Dionna duetterà con lui e che presenteremo proprio in Italia prima di partire per la stagione dei festival. Il nome del primo famoso artista sarà reso pubblico a breve. In questo modo il nuovo album vedrà altri due ospiti: un mostro sacro italiano e uno americano. A breve registreremo inoltre il video di The Devil’s Wall con Steve Sylvester, un’artista con cui è un piacere lavorare, personaggio carismatico e interessante. Per l'estate prossima abbiamo in programma anche un grosso festival molto conosciuto in U.S.A. e in tutto il mondo. In più Dionna non abbandonerà la sua carriera di attrice e sarà impegnata con suo padre nella registrazione di alcuni episodi di Boardwalk Empire (in alcuni dei quali ci sarò anch'io) ed in altre produzioni newyorchesi tra cui “Robin Da Hood”, film dalle ambientazioni cyber punk con due brani di mia moglie nella colonna sonora. A brevissimo, invece, per chi vorrà conoscere la Dionna degli esordi (American Idol e X Factor), uscirà sui digital store il 31 gennaio il maxi Ep “Dionna - The Early Years”. Conterrà un brano della colonna sonora di “Robin Da Hood” (It Feels Too Good), la versione originale di Never Trust A Junkie con il duetto tra Dionna e il padre, particolarmente efficace, e due brani entrati nella top ten di American Idol: Summertime In New York City e Play Nero Play. Sarà un modo per avvicinare i fan alla Dionna inedita, 14enne e talentuosa. Più o meno nello stesso periodo uscirà una famosa compilation di cui non posso ancora parlare che vedrà tra i protagonisti Prodigy, Green Day e Avenue X. Su altri fronti sto ristampando l'album del padre di Dionna: “His Music Will Never Die”, che vede la partecipazione di Doc Pomus e Otis Blackwell, due dei compositori di Elvis Presley e tanti altri, inoltre ci sarà il singolo d'esordio della band di Victor Colicchio, The Squirrels, molto popolare al CBGB'S. Il secondo album vedrà probabilmente la luce a settembre 2013, e da lì un nuovo tour. Diciamo che avremo un anno particolarmente impegnativo!
Dionna: è la nostra vita. Siamo sposati. Siamo felici. Facciamo lunghe passeggiate e molti concerti, e ci alleniamo insieme. C'e sempre qualcosa di nuovo dietro l'angolo: tutto tranne la noia! Ho il controllo totale sulla mia musica e non potrei chiedere nulla di meglio per la mia vita.
Grazie
Articolo del
31/01/2013 -
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