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Prima del concerto del Circolo degli Artisti ho avuto un appuntamento al buio con due texani… “al buio” perché nella parte di cortile dove abbiamo effettuato l’interviste non avevano ancora acceso la luce. E’ venuta fuori una bella chiacchierata sulla psichedelia e sui progetti dei Black Angels, raccontati direttamente da Alex Mass (voce, tastiere, basso) e Christian Bland (chitarra).
Cos’è che rende la musica psichedelica ancora in voga oggi?
Christian Bland: Perché è il miglior genere in assoluto. Per me almeno. Alex Mass: Sì, perché permette di andare oltre il sound tradizionale e le cose più tipiche e classiche. C.B. : Esatto, per noi specialmente che amiamo sperimentare, ci da modo di provare nuovi strumenti e nuovi effetti.
Qual è il complimento migliore che vi è stato fatto per la vostra musica?
C.B.: Hey, figa questa canzone! (ride)
Intendevo fatto da qualcuno in particolare, come un altro musicista, qualcuno famoso…
A.M.: Una volta abbiamo incontrato Iggy Pop e gli abbiamo fatto ascoltare Young Men Dead e ha detto “E’ figa!”
Quali altre band del panorama psych apprezzate?
C.B.: Moderne o passate?
Come vuoi…
C.B.: Sicuramente i Clinic, che credo siano il motivo che ci ha spinto ad iniziare a suonare.
A.M.: Dead Skeletons e Black Rebel Motorcycle Club…
C.B.: Qualsiasi band suoni all’Austin Psych Festival si può considerare una nostra band preferita.
C.B.: The 13th Floor Elevator, Spectrum, Sonic Boom, Spacemen 3…
Dove trovate l’ispirazione per scrivere materiale nuovo?
C.B.: E’ differente ogni volta perché ogni album è diverso. I primi due ad esempio sono stati influenzati principalmente da Velvet Underground e Spacemen 3… i Doors! I Doors sono una pietra miliare. Alla fine non continuiamo ad ascoltare sempre le stesse cose per sempre, a parte i Velvet Underground magari… negli ultimi due c’è qualcosa di più vicino a The Zombies, The Beatles o i Love e i Kinks. Di base componiamo pezzi corti, da 2 o 3 minuti, almeno la struttura base, poi non si sa se possono diventare lunghi 20 minuti… Negli ultimi due album però abbiamo iniziato a badare maggiormente alla struttura dei brani perché abbiamo iniziato a lavorare con un produttore.
Che differenza c’è a lavorare con un produttore?
C.B.: Il produttore è come se fosse un membro extra della band, che come tale da le sue opinioni e ci confrontiamo. E’ una cosa vantaggiosa, perché è in grado di vedere le cose da un punto di vista esterno, ma conosce noi e quello che vogliamo, quindi è come se fosse un tramite tra lo sguardo dall’interno e quello dall’esterno. Ci aiuta anche a non essere troppo simili a noi stessi.
Lo avete scelto voi il produttore o l’etichetta?
C.B.: Noi ovviamente. Furono Dave Sardy (vincitore di diversi premi come Grammy e Brit Awards grazie ai lavori con Jet, Wolfmother, Marilyn Manson, Ok Go, The Ting Tings, Oasis e altri. ndr) per Phosphene Dream e John Congleton (che invece in passato aveva lavorato anche con David Byrne & St. Vincent, Clinic ed Explosions In The Sky. ndr) per Indigo Meadow.
Che tipo di ruolo gioca la droga nella composizione e nell’ascolto della vostra musica?
C.B.: Mh… Zero.
Non che intenda necessariamente cadere nei cliché…
C.B.: No, no, per carità, l’avevo capito. So benissimo che la musica psichedelica si presta a nascere molto spesso con l’aiuto di “vari metodi”, ma sia io che Alex componiamo e siamo più creativi da lucidi, piuttosto che sotto qualche droga. Certo, le droghe psichedeliche ti aiutano ad aprire certe porte e guardare cosa c’è lì, magari vedi un pennello e lo vuoi usare per suonarci…
A.M.: Credo che la musica psichedelica si sia fatta una cattiva nomea sull’associazione con le droghe, alla fine fa parte del mito e dell’idea più diffusa che gira intorno a questo genere, ma non è che uno fa questa musica perché si droga, come non è vero che se ti droghi allora puoi fare questa musica, la musica o ce l’hai dentro o no.
C.B.: In realtà abbiamo imparato dalle band degli anni 60, vedi i 13th Floor Elevator, che farsi di qualcosa ogni giorno, non importa cosa, non ti porta a nulla di buono.
Siete voi a portare la vostra musica da qualche parte o è la musica che porta voi?
A.M.: Entrambe le cose, sicuramente la musica ti conduce sempre. La musica si suppone che ti trascini spiritualmente, ma è anche vero che noi pure decidiamo dove portarla, ma alla fine quello che a noi piace fare è perderci con la musica e sentirci liberi.
Vi piacerebbe rientrare nel panorama “mainstream” dell’industria musicale?
A.M.: Ho difficoltà ad immaginare musica psichedelica nei primi posti delle classifiche… Certo se accadesse sarebbe un bene per la musica, ma da parte nostra preferiamo portare la gente verso il nostro mondo piuttosto che spingerci in quella direzione.
C.B.: Le cose sono sempre cicliche, ad esempio vedi come la musica alla radio oggi sia orribile no? I media guardano sempre avanti e indietro, negli anni ‘70 hanno detto che la musica psichedelica doveva diventare popolare, così l’hanno presa e l’hanno stravolta rendendola appetibile e sdolcinata fino a fare schifo, così è ritornata nuovamente nell’underground, poi ogni tanto si riaffaccia e così via… è tutto ciclico.
Avete qualche progetto ambizioso che vorreste realizzare?
C.B.: Oh sì! Il Grand Canyon!
A.M.: Già, vorremmo fare un concerto nel Grand Canyon, come il Live At Pompei dei Pink Floyd, però nel Grand Canyon, con tante proiezioni sulle rocce…
Da soli come fecero i Pink Floyd o con il pubblico?
A.M.: Da soli! Solo noi, elicotteri e somari…
State già pensando ad un nuovo disco?
A.M.: Sì, torneremo in studio per registrare il nuovo album tra fine ottobre e novembre.
Avete già idea di come potrà essere?
A.M.: E’ difficile dirlo, dipende da tanti fattori. Non si possono fare lo stesso album due volte…
ndr: Sì, vallo a dire agli Ac/Dc, ai Ramones o ai Motorhead! (Non ho resistito) Mega-risata generale
In che modo vorreste essere ricordati in un lontano futuro?
A.M.: Come una band che è rimasta vera e fedele a se stessa.
C.B.: Sì, ci piacerebbe fare della musica che arriverà fino ai nipoti dei nostri nipoti, tipo musica senza tempo, ma oggi è difficile.
Che messaggio volete lasciare con la vostra musica?
A.M.: Pensa per te stesso. Questo. Nel senso di aprire la mente a quello che pensi sia vero e non seguire necessariamente qualcun altro.
L’ultima domanda è un po’ strana, vi avverto… Se consideriamo la musica psichedelica come magia bianca e magia nera, tipo diavoli e morte contro pace e amore, voi da che parte protendete?
A.M.: Direi grigio.
C.B.: Sì guarda pure il nome stesso della band dice questo, gli angeli sono bianchi, ma noi siamo neri… Quindi decisamente grigio.
A.M.: Non ci si può fissare sull’uno o l’altro lato, ci piace saltare un po’ di qua e un po’ di là, quindi in definitiva ti rispondo grigio.
Articolo del
06/10/2013 -
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