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Abbiamo incontrato la band symphonic metal nata a Napoli nel 2011 su iniziativa di Marco Monaco e Tina Gagliotta. Completano la formazione Ciro Scognamiglio, Giuseppe Carillo e Vincenzo Grande. Questo è il resoconto dell'intervista.
Ciao ragazzi, benvenuti! Devo dire che sono particolarmente felice di intervistarvi per aver modo di chiarire personalmente con voi alcune mie curiosità personali … Ma prima lascio spazio a voi per raccontarci qualcosa dal vostro personale punto di vista, sul vostro "La Danza degli Spiriti".
Ciao a te e a tutti i lettori! Innanzitutto grazie per questa intervista e speriamo di soddisfare le tue curiosità! La Danza degli Spiriti è il nostro primo LP, uscito tramite Spider Rock Promotion lo scorso 31 ottobre. Il disco contiene 10 brani inediti di un genere che noi amiamo definire “grotesque/ symphonic metal”. Adesso piuttosto che dilungarci in descrizioni e commenti, lasciamo a te il piacere di scoprirci attraverso le domande che ci farai.
L’album si avvale di una collaborazione importante, quella con Sakis Tolis dei grandi Rotting Christ. Sappiamo che vi siete conosciuti all’Agglutination, ma, considerato che suonate due generi piuttosto differenti, che cosa vi ha attratto reciprocamente spingendovi a collaborare?
Premettiamo che al di la del genere che suoniamo, ciascuno di noi ha influenze e background diversi, che spaziano sicuramente anche in generi più estremi; pertanto all’interno di questo vasto panorama, uno dei gruppi che apprezziamo maggiormente, sono appunto i Rotting Christ. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di conoscerli all’Agglutination 2012 e durante questa occasione, Sakis con l’umiltà e la semplicità che lo contraddistinguono, si avvicinò a noi complimentandosi per la nostra esibizione. Da allora siamo rimasti sempre in contatto e si è venuta a creare così l’occasione affinché nascesse questa collaborazione.
Come vi siete trovati durante questa collaborazione?
Sin dall’inizio si è venuta a creare una grande sintonia tra noi. Sakis ha confermato di essere il grande professionista che tutti noi conosciamo. Subito è riuscito a entrare nello spirito del brano e a rendere con la sua voce il carattere del personaggio che avevamo immaginato per questo pezzo.
Sono ormai molto numerose le band che propongono symphonic metal più o meno tradizionale, con voce femminile, declinato secondo codici molto severi di eleganza e valenza estetica. Cosa pensate che vi differenzi da questi gruppi, molti dei quali sono delle vere e proprie superstar internazionali?
Sicuramente non abbiamo la presunzione e la pretesa di ritenerci eccessivamente diversi dai gruppi che hai sopracitato; anzi ci ritroviamo a rispettare a pieno i canoni che il genere musicale da noi proposto, impone. Ciò nonostante crediamo di essere riusciti a ricreare degli elementi, che lasciano emergere la nostra personalità. E’ molto comune ascoltare nel genere la presenza di elementi operistici e sinfonici. Questi sono presenti anche nella nostra musica, dove vengono però proposti in chiave grottesca ed ironica. Così come nel 1700 l’Opera Buffa nasceva anche con il fine di proporre un’alternativa ironica al melodramma, allo stesso modo ci proponiamo di presentare i tipici elementi del genere in chiave grottesca. Ci piace, infatti, molto sostenere che, più che di elementi tratti dall’opera, la nostra musica sia influenzata da caratteri tratti dall’Operetta, che si sposano con atmosfere cupe ed oscure, dando vita ad una vera e propria “ Operetta Oscura”.
Avete dichiarato di ricercare nei vostri brani un effetto ironico e a tratti grottesco. Potete dirci qualcosa di più sul motivo di questa scelta e sul modo in cui ottenete questo effetto?
Ricollegandoci a quanto detto prima, sappiamo che tematiche come quelle legate al mondo della morte e della oscurità in genere, sono spesso affrontate in maniera drammatica. Ci siamo riproposti, nella nostra musica, una rilettura di tali elementi in chiave ironica e grottesca in quanto riteniamo che questi, che fanno pienamente parte della vita e che hanno da sempre interessato ed affascinato l’essere umano nel corso della sua storia, possano essere esorcizzati e vissuti, di conseguenza con una maggiore “leggerezza”.
Domanda per Tina: tu scrivi la maggior parte dei testi, in cui non è difficile cogliere una certa ricercatezza e cultura. Che rapporto hai con la lettura e come ha influenzato la tua ricerca per questo album?
Posso ritenermi orgogliosa di aver percorso e di stare tutt’ora percorrendo, una formazione fortemente accademica, fatta di studi universitari, della rigida e tortuosa formazione nel bel canto, della lunga e travagliata esperienza di formazione nel campo della musicoterapia. Il mondo della cultura mi ha sempre affascinata, e con esso la lettura che ne è una delle molteplici espressioni. Grazie alla mia formazione, sono continuamente alle prese con essa ed, avendo la fortuna di studiare tematiche che costituiscono davvero il fulcro dei miei interessi, non mi risulta essere un’attività noiosa ma anzi molto piacevole.
Uno dei brani più prominenti dell’album, "Anemone", ha un testo inerente al sangue di Cristo. Come vedete l’utilizzo di tematiche religiose e spirituali in una chiave diversa da quella “classica” (Dio vs. Satana, Religione vs. Razionalità ecc.)? Lo trovate interessante in un contesto musicale come il vostro?
Anemone è ispirata a una leggenda che vuole che questo fiore, che in Terra Santa si distingue per bellezza e splendore del colore rosso, sia nato dal sangue di Cristo sacrificato sulla croce. La storia si arricchisce di elementi di fantasia: la bella Anemone incontra e si innamora di una creatura demoniaca la quale è scissa tra la passione amorosa e la paura provata nei confronti dell’amata in quanto, com’è risaputo, il Demonio è fortemente spaventato dal sangue di Cristo. Anemone deciderà di rinnegare la sua origine e di discendere negli Inferi con il suo amato, elogiandolo con strofe italiane, ispirati ad un verso dell’Inno a Satana di G. Carducci. Il tema religioso viene qui affrontato in una maniera sicuramente diversa da quella classica, e quindi riteniamo che sia molto interessante proporre tematiche del genere, seguendo questa modalità.
"Cruda Amarilli" invece da dove deriva? Ispirazione personale o letteraria?
Cruda Amarilli (così come il Prologo) è un brano ispirato ad un Madrigale di Claudio Monteverdi, musicista italiano vissuto a cavallo tra ‘500 e ‘600, a sua volta basato sul “Pastor Fido”, pastorale di Giovanni Battista Guarini. Il testo del brano, tra l’altro. ruota intorno al nome di Amarilli che è al contempo assonante con le parole “amore” ed “amaro” evidenziando il duplice carattere di questo personaggio che, allo stesso tempo, è motivo di gioia e di dolore per l’amato. L’idea di ispirarci a questo brano è stata della cantante Tina la quale durante i suoi studi ha avuto occasione di incontrare questo testo venendone colpita dalla bellezza.
Toglietemi questo dubbio ...Sono l’unica ad aver sentito odore di possibile, eventuale rappresentazione teatrale?
Assolutamente no! Tutti i caratteri relativi alla nostra musica e di cui abbiamo parlato in precedenza, vengono immaginati già dalla nascita come scenicamente rappresentabili. Questo è un aspetto che si evince nell’album, ma che emerge appieno in sede live. Infatti durante i nostri show, Tina diventa il personaggio di una vera e propria rappresentazione teatrale in cui si manifesta in chiave moderna, l’antico concetto del “recitar cantando”. In questo contesto è interessante notare come il pubblico si ritrovi ad entrare “in qualità” di audience di un concerto metal, per ritrovarsi quale spettatore di una vera e propria rappresentazione teatrale. Tutto ciò viene reso con l’utilizzo della gestualità, nello studio dell’espressività facciale, nell’introduzione di parti di prosa, ed enfatizzato dal supporto di elementi scenografici, tra cui oggetti ornamentali, giochi di fumo e luci, oggetti scelti in funzione del significato del singolo brano ed utilizzati durante l’esecuzione dello stesso.
Quali altri progetti avete in programma?
Allo stato attuale stiamo lavorando alla promozione di questo disco d’esordio appena uscito. Il progetto più imminente è senz’altro quello di suonare live il più possibile. Non vi nascondo che stiamo iniziando a pensare a delle idee interessanti per il secondo album, e se le cose continuano per il verso giusto, in un futuro non troppo remoto, avremo qualche piacevole rivelazione da fare...
Grazie del tempo che mi avete dedicato, e in bocca al lupo per tutto!
Grazie a te e a tutti voi della redazione, per l’intervista! Un caro saluto anche a tutti i vostri lettori.
Articolo del
11/11/2013 -
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