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Il metal, e quello italiano in modo particolare, è costellato di storie complesse, adii, ritorni, trasformazioni, cambiamenti, progetti paralleli e sovrapposti; i metallers Shadows Of Steel negli ultimi anni sono stati un po’ l’epitome di tutto questo, ma ora ritornano alle origini e si preparano a ripartire con un album dal sound epico e convinto. Li abbiamo incontrati.
Ciao ragazzi e benvenuti su Extra! Music Magazine. Innanzitutto vi chiedo come vanno i preparativi per il release party di “Crown Of Steel” …
Ciao a voi, la serata di presentazione ha avuto un buon riscontro, abbiamo avuto modo di incontrare persone ed amici che non vedevamo da molto insieme a nuovi fans giunti per ascoltare il nuovo materiale.
… La data prescelta è il 1 novembre. Casualità o scelta voluta?
Abbiamo fatto rientrare questo concerto di presentazione nell’ambito di una maratona di 3 giorni organizzata con la collaborazione del locale Mare di Note a Genova Voltri, il week end scelto era quello di Halloween, quindi il sabato era proprio il primo novembre!
”Crown Of Steel” è per voi un punto importante da cui ripartire, per diversi motivi, primo tra tutti forse il ritorno di Wild Steel …
Il ritorno di Wild Steel in realtà ha ben poco di nuovo, nel senso che dopo l’uscita di “Second Floor” è rimasto sempre attivo partecipando a diversi progetti come la realizzazione di Athlantis con il bassista Steve Vawamas o il disco Soulblaze, fino alla pubblicazione del suo primo album da solista nel 2007, ha avuto anche un’intensa attività live con diverse tribute band come i Maiden of Dreams, Kissology o Transcending Glory, tributo ai Crimson Glory con i quali ha pubblicato un intero cd nel 2010.
Lavorando sul nuovo album, è stato complicato armonizzare il materiale scritto da lui e da Andrew McPauls con quello composto prevalentemente da Frank Andiver nel periodo in cui Wild Steel si è dedicato prevalentemente alle sue collaborazioni e ai suoi progetti solisti?
Assolutamente no, i brani scritti dal batterista e produttore Frank Andiver hanno portato una ventata di freschezza, questa volta Wild si è dovuto occupare solo di arrangiare alcune parti vocali e di scriverne i relativi testi, con il ritorno di Andrew Mc Pauls alle tastiere è stata aggiunta la ciliegina sulla torta che mancava per donare a questo ultimo lavoro il classico tocco alla Shadows of Steel.
E’ azzardato dire che la storia della vostra band sia legata a doppio filo a quella dei Labyrinth, per via dell’impegno su entrambi i fronti di alcuni vostri membri?
A doppio filo magari no, ma specie agli esordi ci sono state parecchie collaborazioni che hanno giovato ad entrambe le band.
Quanto è difficile per una band al vostro livello gestire i continui cambi di lineup e i vari progetti paralleli di ciascuno? Oppure lo ritenete un vantaggio?
E’ molto difficile per via delle ambizioni artistiche che questo progetto ha, le quali sono difficili da conciliare con gli impegni di tutti i giorni, questo ha spesso portato a dover optare per dei cambi di formazione che non fanno mai bene all’identità di una band, bisogna instaurare nuovi rapporti che alla lunga sicuramente si rivelano positivi ma necessitano di grandi sforzi in fase iniziale. Il vantaggio di collaborare con tanti musicisti sta sicuramente nell’apporto che questi possono dare in termini di varietà, sia in fase compositiva che a livello di esecuzione.
Parliamo di “Crown Of Steel”. E’ presente un concept, come c’era in Shadows Of Steel?
A differenza dai precedenti album le canzoni non sono collegate tra loro, ci sono alcuni flash e riferimenti che riconducono a quanto scritto in passato, ma in pratica questo disco è un sorta di pausa in attesa della nuova produzione. Anche in questo caso le tematiche sono introspettive, in linea con lo stile della band.
Dal punto di vista musicale, la mia impressione è che abbiate raggiunto un ottimo equilibrio tra senso della melodia e della tecnica, e un’aggressività e una velocità che a tratti si avvicinano quasi al thrash. Soprattutto nella title track e nella prima parte dell’album. E avete anche un sound che trovo molto personale, cosa non facile da ottenere su un palcoscenico affollato come quello power/prog …
Di sicuro l’esperienza che tutti hanno accumulato nel corso degli anni è stata impiegata al meglio durante la lavorazione di questo disco, c’è stato molto più lavoro di squadra rispetto al passato; siamo convinti che di aver fatto un buon lavoro, il che non è poco in quanto spesso capita che un artista tenda a trovare sempre delle imperfezioni a lavoro completato, siamo consci anche del fatto che con la prossima pubblicazione saremo in grado di fare ancora meglio!
Ci date una breve descrizione delle varie track, o almeno di quelle che ritenete più significative dal vostro punto di vista?
Il disco è composto di sole 8 tracce, risulta quindi difficile per noi fare una selezione, di sicuro tra le più significative troviamo la title-track che riassume un po’ quello che è lo spirito di Wild Steel e il suo ruolo, “Cast Away” che invece chiude l’album spiana direttamente la strada a quello che sarà il futuro, un sound ancora più semplificato e d’impatto, senza tralasciare la tecnica e il sentimento, insomma il “concentrato” di quello che sono oggi gli Shadows of Steel.
Il precedente “Second Floor” non è andato fortissimo a livello di vendite, ma sappiamo che, specialmente nel metal, successo commerciale e soddisfazione personale non sempre vanno di pari passo. Qual è il vostro rapporto con quell’album? Pensate che i vostri fan l’abbiano capito?
Il disco in questione è passato inosservato a causa di una scarsa promozione e anche per via di una produzione non eccellente, in questo caso posso affermare che anche la soddisfazione personale non sia gran che, il potenziale dei brani è rimasto inespresso e questo per tutti noi rimarrà sempre motivo di grande rimpianto.
Possiamo dire comunque che “Crown Of Steel” rappresenti una svolta?
Per molti versi si, per tutti noi è un nuovo inizio, come ho detto prima grazie all’esperienza maturata nel corso di questi anni abbiamo oggi le carte in regola per rifarci del tempo perduto.
Attività promozionali in vista?
Al momento stiamo pianificando altre date promozionali anche se i posti dove proporre i nostri show, e questo vale anche per la maggior parte dei gruppi italiani, sono veramente pochi e spesso non si dispone della supporto tecnico di base per poter esibirsi in maniera decorosa.
Grazie del tempo che ci avete dedicato, e in bocca al lupo per il party e per l’album!
Grazie a voi per lo spazio concesso e un saluto a tutti quelli che ci seguono!
Articolo del
28/11/2013 -
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