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L'inizio di una nuova avventura, di un nuovo percorso artistico e musicale, un'evoluzione dei sentimenti, ecco cos'è “L'inizio Tour” di Fabrizio Moro che venerdì 14 Marzo, ha fatto tappa al Centro culturale ZŌ di Catania. Una serata incandescente in una location gremita di fan venuti ad ascoltare il talento romano, uno spettacolo che non ha deluso le attese, anzi. Impressionante la forza di questo nuovo ‘Inizio’, una carica e una certa voglia di riscatto che si percepivano già nelle mistica atmosfera ricreata da Fabrizio Moro e dalla ottima band alle sue spalle. Lo abbiamo incontrato e intervistato prima del concerto, carico ed adrenalinico, che da li a poco avrebbe messo in atto, ecco le sue parole:
Fabrizio Mobrici il tuo vero nome, perché la scelta di un nome d'arte? Cosa rappresenta “Moro”?
Ma … in realtà mi sento più legato a questo nomignolo, era il mio soprannome, è il mio soprannome ancora oggi. Sono cresciuto in un gruppo di amici, dall'età di 11 anni, eravamo alle scuole medie ed eravamo in tre Fabrizio, uno era Moro, uno era Rosso ed uno era Biondo, quindi usavamo i soprannomi per distinguerci.
Ti definisci un'artista indipendente, hai anche aperto un'etichetta discografica, segui anche band emergenti, come mai questa scelta? Com'è l'approccio diretto con la tua musica e quella di altri gruppi appunto emergenti?
Per adesso le band emergenti purtroppo le seguo da lontano. Ho scelto questa strada perché la discografia attuale, rispetto agli anni '80 o '90 ed anche '70 è totalmente cambiata, oggi si occupa più di prodotti televisivi, mediatici, talent show etc … insomma un'altra forma musicale, se così si può definire. Io invece mi sento di appartenere ad un'altra filosofia di musica, ad esempio, per registrare questo disco ho preso due anni di produzione cosa che non potrei aver fatto se fossi stato ancora con l'attuale discografia, perché lì ci sono dei paletti da rispettare, soprattutto quando vi è un direttore artistico o della produzione che investe in prima persona dei soldi sul tuo progetto si vengono a creare dei vincoli che devi rispettare: “usciamo a maggio per il singolo estivo, a febbraio perché c'è Sanremo e a settembre per il tour invernale...”. Se invece lavori per un'etichetta indipendente, soprattutto se è la tua, non c'è limite alla libertà d'espressione.
Hai collaborato anche con altri artisti, con Noemi, hai scritto dei testi, com'è stata questa esperienza?
Diciamo che non è stata una collaborazione, ho scritto dei pezzi che non erano scritti appositamente per loro, erano dei pezzi che stavano nel cassetto da qualche anno, brani che dovevano andare in questo album “L'inizio” che poi sono stati scartati alla fine della produzione, non perché li ritenevo peggiori o altro, ma solamente perché in quel contesto non mi rappresentavano. Poi questa sorta di “collaborazione” come hai detto tu, mi ha portato all'idea di aprire la mia etichetta indipendente ed editoriale, infatti attraverso i proventi SIAE di brani che cedo a terzi io riesco a produrre i miei tour e i miei album.
Scrivi in una delle tue canzoni: “Credo in me stesso anche se ha 30 anni non s'è avverato nemmeno uno dei miei sogni”, adesso li hai raggiunti i tuoi traguardi?
Eh l'ho scritta ormai più di 8 anni fa, in realtà alcuni li ho avverati, però diciamo che ho raggiunto una sorta di equilibrio più che i miei sogni. Oggi riesco a vivere bene con quello che amo fare, poi i sogni sono in continuo svolgimento,
Parliamo un po' di questo nuovo album “L'inizio”, l'inizio di cosa?
Ogni album è un punto di partenza per me, questo più degli altri perché ci sono voluti due anni e mezzo prima che questo lavoro prendesse forma, è sta la produzione più lunga che avessi mai fatto. L'inizio anche perché in questo arco di tempo sono cambiate parecchie cose, sia a livello professionale che a livello umano. Per trovare questo punto di partenza ho impiegato più tempo e più sacrificio rispetto agli altri album, oggi posso dire che questo album è quello che mi rappresenta di più!
Hai parlato di un tuo cambiamento, ti senti cambiato in positivo? Speriamo!!! Si dice che invecchiando le cose peggiorano però non mi sembra il mio caso.
Qual è la canzone di questo album che più ti rappresenta o quella che preferisci?
Mi riconosco in tutte, ma quella a cui voglio più bene è: “Babbo natale esiste”, è stata quella che ho scritto di getto, le altre sono state tutte un po' ragionate nel tempo, pensa che l'ho scritta in un'ora e poi è dedicata a mio figlio, quindi è sicuramente quella a cui voglio più bene.
A proposito di tuo figlio, si chiama Libero, un nome importante, qual è il tuo rapporto con la libertà? Ti senti Libero?
A volte si, a volte no. Dipende un po' dai momenti che vivo, la maggior parte delle volte si, perché credo di aver capito quello che voglio fare nella vita e credo sia già un buon punto di partenza per poter sfiorare la libertà però bisogno comunque sottostare a continui compromessi durante il percorso, purtroppo questa è una legge di natura.
Chiudo con la solita domanda di rito? Che farà Fabrizio in futuro? Che lavori dovremmo aspettarci? C'è già qualcosa in programma?
Si, sicuramente un disco più bello di questo, me lo sono imposto, non so se ci riuscirò però è un punto d'arrivo. Non smetterò mai di essere in tour, adesso una piccola sosta ad Aprile ed a Maggio riprenderemo subito!
Articolo del
28/03/2014 -
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