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Quando le ragazze, Jess Wolfe e Holly Laessig, mi accolgono nel camerino sono da pochissimo scese dal palco, insieme agli altri componenti dei Lucius, dopo il loro set, gustoso e raffinato preludio allo show di Jack White, la portata principale della splendida cornice del Forest National di Bruxelles in questa domenica sera di metà novembre. Il pubblico belga ha apprezzato molto la performance di questa band americana, che ha presentato i brani del suo primo album 'Wildewoman', uscito in Europa a marzo, forte di un sound genuino, fresco ed originale, tendenzialmente pop, ma dalle sonorità ricercate, ricche di sfumature e contaminazioni variegate. Performance impreziosita anche dalla comparsata di Dominic John Davis, direttamente dalla formazione di White, che ha suonato insieme ai Lucius un pezzo al contrabbasso. Oltre a fornire un prodotto musicale decisamente gradevole e valido, le due vocalist front-woman giocano anche su una somiglianza ed una simmetria artefatta, le due infatti non sono neanche parenti in realtà, ma sono apparentemente identiche e sul palco sono sempre vicine, cantando sostanzialmente all’unisono, peculiarità che conferisce loro una presenza scenica immediatamente riconoscibile e difficilmente dimenticabile.
Appena lasciato il Berklee College Of Music vi siete trasferite a Brooklyn, come mai avete scelto di andare a New York piuttosto che in un’altra città?
Jess Wolfe: Quando frequentavamo il college vivevamo a Boston e New York era la diretta conseguenza, senza contare che già avevamo tanti amici musicisti che vivevano là e si erano integrati bene nel contesto. Infatti ci ha accolto alla grande e ci siamo sentite subito a casa fin dal primo momento.
Che differenza c’è tra New York e Los Angeles?
JW: A New York succedono cose 24 ore al giorno e 7 giorni a settimana. Io sono di Los Angeles e la conosco, è una città più “rilassata” diciamo. Trovo NYC più eccitante.
Quindi cosa significa New York per la musica? E’ ancora il punto di riferimento delle tendenze o no?
Holly Laessig: Certo. A New York c’è tutto, è il motivo per cui siamo andate a vivere lì, anche perché quando abbiamo iniziato la band non sapevamo che tipo di sound avremmo avuto e volevamo essere circondate da tante realtà diverse, dal bluegrass al metal, al soul, jazz, rock… Abbiamo frequentato molti posti, c’era un periodo in cui suonavamo anche 5 giorni a settimana e nei restanti 2 ci presentavamo alle serate “open mic”.
JW: Esatto, a NY puoi trovare tutto, nel bene o nel male, le cose fiche ci sono, ma devi anche cercarle, ovviamente gira anche un sacco di merda, quando hai tutto hai effettivamente “tutto”, il meglio e il peggio…!
HL: Devi capire e sapere dove e con chi andare, noi abbiamo trovato una “comunità” di amici che ci ha aiutato molto a introdurci, siamo state fortunate.
JW: Esatto e poi sono tutti musicisti molto bravi, a cominciare proprio dai musicisti che suonano con Jack (White, ndr) come Daru (Jones, batterista di J.White, ndr) che vive a Brooklyn, una volta entrate in questo giro di amicizie è stato tutto fantastico, ci sentiamo sempre a casa.
Quindi è Brooklyn la culla della scena newyorkese? Che zona in particolare? Avevo sentito parlare di Williamsburg, ma sicuramente voi saprete dirmi meglio…
JW: Brooklyn è enorme, piena di gente, locali e realtà differenti, non ti saprei dire se è proprio il punto di riferimento, ma sicuramente non manca nulla, è una città dentro una città… anzi è come se fosse tante città in una.
HL: Williamsburg è una zona cool, ci sono tanti locali e negozi alla moda, ma è un po’ più “danzereccia”, se uno relaziona Brooklyn soltanto a Williamsburg commette un errore, quella è solo una parte… Ci vuole un po’ di tempo per scoprire Brooklyn come si deve.
Come spesso accade per tutti anche su di voi ho letto diversi paragoni ed etichettamenti con i quali fondamentalmente non ero d’accordo visto che trovo le vostre sonorità piuttosto particolari ed originali… Quindi come definireste il vostro sound?
JW: E’ tosta. La cosa più “neutra” e spontanea con cui possiamo definirlo credo che sia “energetico, con voci potenti e forti percussioni”…
HL: E’ difficile anche perché ogni canzone fa storia a sé, non si può dare un’unica definizione.
JW: Alla gente piace comparare le nuove band con altri gruppi, perché così è più facile relazionare, ma non mi è mai piaciuta questa cosa perché è come se qualcuno, prima ancora di ascoltarti, voglia qualcosa da aspettarsi.
HL: Abbiamo entrambe gusti molto simili, ma ci piace fonderli con le nuove ispirazioni che troviamo in giro e vedere cosa viene fuori, tutto questo non si può descrivere con una parola piuttosto che con un’altra… è un problema che sono contenta di avere, perché significa che non siamo facilmente inquadrabili e che non ci muoviamo entro dei recinti già noti. Ci fa sentire libere.
C’è qualcuno in particolare con cui sognate di collaborare?
HL: David Bowie!
JW: Sì! Sì!
Invece come siete arrivate a questo look da “gemelle”?
HL: E’ stata una cosa che ci è venuta in mente spontaneamente dal momento in cui le nostre voci si abbinavano insieme e si somigliavano, così oltre ad unirci musicalmente abbiamo deciso di unirci anche a livello di fisionomia. Inoltre abbiamo sempre apprezzato le figure musicali caratterizzate da un forte impatto visivo e scenico, come lo stesso Bowie o Bjork per esempio, volevamo anche noi dare una rappresentazione visiva caratteristica della nostra musica. Volevamo anche trovare una sorta di espediente che ci trasportasse, perché i primi tempi eravamo piuttosto timide sul palco. Il gioco della simmetria e della somiglianza deriva anche dal fatto che le nostre voci spesso escono come se fossero una sola e poi soprattutto perché in noi c’è un forte senso di unità…
JW: Esatto, probabilmente la cosa che ci ha ispirato è stata l’idea alla base del coro, dove tutti sono vestiti allo stesso modo e dello stesso colore, allora quando cantano non ti concentri sul singolo, ma li prendi in considerazione come un’unità. Questo era quello che volevamo.
Qual è stato il miglior traguardo raggiunto finora e quale sperate sia il prossimo che raggiungerete?
HL: Il prossimo è sicuramente il secondo disco… E che sia un grande disco.
JW: Finora direi aver cantato con Mavis Staples delle Staple Singers, che è una delle migliori cantanti viventi, esserci esibite al Newport Folk Festival ed essere chiamate come supporto per il tour di Jack White! Sappiamo quanto siano selettivi sia lui che il suo entourage, essere scelte è stato il miglior “complimento” ricevuto fino a questo momento.
Twitter: @MrNickMatt
(Nella foto: Nick Matteucci tra Jess Wolfe e Holly Laessig)
Articolo del
20/11/2014 -
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