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Una contaminazione di stili ed influenze che rappresenta - insieme alla condivisione espressa nel titolo - il tema portante di un disco realizzato a mezzo crowdfunding e che ha coinvolto, oltre a 64 coproduttori e 6 sponsor, anche altri artisti tra cui il cantautore romano Pino Marino, il cantante spagnolo Manuel Lombo, l'interprete Noemi Paglino, il collettivo di poeti e scrittori “Cardiopoetica”, l'orchestra “Allegro Con Brio”, il rapper Jeis e 10 tra fotografi, pittori, illustratori e videomaker che hanno rappresentato con le loro opere le dodici canzoni del cofanetto (tutto incluso all’interno del voluminoso packaging). Insomma, un vero e proprio lavoro d’ensemble di cui andar fieri. Ne parliamo con l’autore.
Alessio, l’atmosfera del disco è molto solare. E’ una tua precisa scelta in sede di composizione dei brani o è proprio il modo in cui ti senti adesso ?
Di solito quando scrivo e compongo una canzone, cerco di esprimere ciò che in quel momento sento, senzazioni che possono derivare da tutto quello che posso interiorizzare e metabolizzare. Qui ci troviamo davanti ad un disco con dodici tracce che cercano di rappresentare il concetto della condivisione in molti modi. L’atmosfera solare, quindi, nasce da un punto di vista emotivo, ma anche da un definito percorso compositivo.
Come componi le tue canzoni, viene prima la musica o le parole?
Di solito non mi baso su uno schema predefinito. Come ho detto, è un’espressione dell’animo e, quindi, può nascere dall’ascolto di un suono, dall’osservazione di un quadro, di un film, di un dettaglio anche fuori dal mondo musicale…la prima emozione muove parole e melodie in piena libertà.
A quali artisti ti ispiri maggiormente?
A quella che incosciamente definiamo ormai “scuola romana” (Daniele Silvestri, Niccolò Fabi, Max Gazzè, Pino Marino…) ma anche a cantautori “nuovi” nel panorama nazionale quali Dente, Brunori S.A.S., Nobraino, non tralasciando icone quali De Andrè, De Gregori, Beatles, Pink Floyd.
In questo disco affiora più volte il concetto di condivisione. Perché è così importante per te?
Perché vivendo in un periodo di crisi come questo, l’unica speranza economica ma soprattutto umana di rinascita è la condivisione. Attraverso essa si possono ottenere risultati apparentemente impossibili. Nel mio piccolo, basta guardare l’album: un cofanetto fuori dagli standard della musica italiana, incredibile da stampare per un emergente come me. Una “scatola magica” che raccoglie ogni Musa dell’Arte, dalla musica alla poesia, dalla pittura alla scultura, dalla fotografia alle immagini video.
Qual è la canzone del disco che preferisci o quella che meglio ti rappresenta?
Sono legato ad ognuna di esse, ma forse quella che più descrive la mia personalità è Per Quello Che Ne So.
Il disco parla molto d’amore, e sembri averne una visione positiva in questo momento. E’ così?
L’amore (non solo tra individui) così come la passione, sono il fulcro di idee e azioni: ogni creazione che nasce da questi sentimenti, non può far altro che bene al prossimo.
Nel disco c’è una canzone dal titolo “La Coppia Perfetta”. Secondo te qual è la coppia perfetta?
Colei che basa la propria esistenza sul rispetto e sulla libertà. Non c’è limite, ma solo completezza.
Il testo di “Bacio Clandestino” è molto poetico. Come ti è venuta l’ispirazione?
L’ispirazione nasce sempre dal concetto della condivisione, in questo caso condividere lo spazio di un disco e di una scatola con un’altra Musa dell’Arte: la poesia. Partendo da questo presupposto, ho chiamato a collaborare con me un gruppo di giovani poeti i “Cardiopoetica” (autori già di due raccolte di poesie), con i quali è nato il testo a otto mani di Bacio Clandestino. Ho successivamente musicato la poesia sulla scia del sound di “Per quello che ne so”, dando poi voce al testo attraverso il timbro profondo e preciso di un artista che stimo tantissimo come Pino Marino, gentilissimo nel collaborare a questo folle progetto.
Il packaging dell’album è molto particolare, com’è nata l’idea?
L’idea nasce da un progetto che si chiama “20 x 20 MusicAttiva”. Un progetto che parte dal crowdfunding e gioca sull’impostazione del titolo: il numero 20 rappresenta la donazione per sostenere il progetto, le 20 settimane per la registrazione dell’album e infine le misure del cofanetto. MusicAttiva era, invece, lo slogan per responsabilizzare il pubblico, chiamato a scommettere attivamente sulla musica emergente. Un packaging come questo era la soluzione più idonea per dare il giusto respiro e il giusto rispetto ad ogni persona che ha dato il proprio “coraggioso” contributo. Vorrei citarne i numeri: 64 coproduttori e 6 sponsor che hanno contribuito attraverso la loro fiducia, 10 artisti che hanno arricchito attraverso la loro visione, 8 collaborazioni che hanno reso “Condividi” un disco da condividere!
Articolo del
11/02/2015 -
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