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Tempo di partenze (e ascolti) intelligenti. Valentina Lupi è una delle cantautrici più originali del panorama attuale. Da quindici anni sulla scena, ha da poco pubblicato un nuovo EP - ”Partenze Intelligenti” appunto - realizzato insieme a Matteo Scannicchio (co-autore) e Maurizio Mariani (produttore). Cinque tracce scritte in una stanza. Niente sale prova né band a supporto ma solo tastiere e pc per un lavoro intimo e personale che non rinuncia ad una vena ironica ed electro-pop.
Com'è nato questo nuovo lavoro?
In modo molto spontaneo. È stato frutto di un percorso che abbiamo sviluppato nel tempo in tre. Le lunghe chiacchierate con Matteo Scannicchio, che rielaborava i miei stati d'animo con il suo metodo di scrittura molto semplice ed evocativo, si sono trasformate in canzoni nelle mani di Maurizio Mariani, produttore artistico e grande musicista, che ha arrangiato insieme a Matteo i brani dandogli una veste molto femminile, delicata, anche ironica, che a me piace tanto indossare. C'è una sensibilità in questo lavoro che non credevo di avere, o meglio, forse non avevo preso ancora coscienza che potesse esistere nella mia musica.
Perchè un EP e non un full-lenght?
Quando si parte per un viaggio, lungo o breve che sia, non si portano molte cose con sé. Si parte leggeri, con l'essenziale. Questi cinque pezzi rappresentano tutto quello che vogliamo dire in questo momento. E’ un lavoro che rappresenta un grande cambiamento per me, sia umano che musicale, un ponte che mi sta portando verso il prossimo album.
Come mai le canzoni sono state concepite in casa e non in sala prove, e soprattutto senza una vera band a supporto?
Perché è così che siamo diventati oggi. Parlo per me e per i miei compagni di viaggio. Sono diversi i motivi per i quali questo disco è stato concepito così. Amiamo molto di più le situazioni intime, ci piace incontrarci e condividere le nostre emozioni davanti ad una cena a casa, ci raccontiamo quello che ci accade nel caos di tutti i giorni, e questa dimensione ci fa sentire che abbiamo qualcosa di diverso da proteggere. Ripeto, è venuto tutto molto naturalmente. Questo non significa che non ci sia energia dal vivo, anzi è tutto molto forte.
I primi due pezzi più veloci, gli ultimi tre un tantino più lenti: hai seguito un criterio particolare per la tracklist?
In realtà ci è piaciuto aprire il disco in modo "luminoso" e anche un pò ironico, anche per evidenziare il mio processo di cambiamento. Io mi diverto molto quando canto questi pezzi e volevo comunicare subito questo mio entusiasmo. Da Reduci in poi diventa tutto più riflessivo e anche più "pesante" nel senso bello del termine. Io sono anche questo, non riesco a concepire la mia musica senza la presa di coscienza dell'esistenza del dolore e delle ingiustizie.
Come sei diventata musicista e cantautrice?
Da piccola. Fu mio padre, mi mise una fisarmonica in braccio e iniziai a suonarla. Dopo qualche anno suonavo il piano e studiavo canto. Mi è piaciuto da subito scrivere al liceo, avevo sempre qualcosa da dire soprattutto quando non mi stavano bene determinate situazioni. Dopo la band del liceo ho iniziato a dedicarmi alla scrittura delle canzoni in modo più serio, autoproducendomi delle demo. Dopo poco tempo sono iniziati i primi concerti a Roma e poi in tutta Italia, contemporaneamente all'uscita del mio primo disco.
C'è un momento della tua carriera che ricordi in particolar modo o consideri più importante finora?
Ma ce ne sono diversi che ricordo emozionandomi ancora più che altro. Tra questi sicuramente il Primo Maggio a San Giovanni, il "Life in Gubbio" organizzato da Paolo Bonolis con Ligabue e Dori Ghezzi, e il Concerto al Teatro Valle.
A quando il prossimo disco?
Ci stiamo già lavorando. Abbiamo conservato per il prossimo lavoro dei pezzi importanti. Stiamo scrivendo anche cose nuove. Non so dire ancora quando si materializzerà completamente ma non dovrete aspettare tanto tempo come in precedenza. Almeno mi auguro.
Articolo del
31/07/2015 -
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