|
What a Confusion! . Mai come in questo caso il nome è tutto un programma. Il quartetto crossover veronese sta per pubblicare il suo secondo disco, ”Lagolize It”, a tre anni di distanza da Repollut!on. E la promessa è, come sempre, di fare casino.
A sentire la vostra musica il nome è azzeccato. Come vi siete incontrati?
Noi WAC! ci siamo incontrati al tempo delle superiori, suonando insieme durante le attività musicali scolastiche a Garda. Pietro, il cantante, è stato arruolato in seguito da Avanz (basso), convincendolo a mollare la squadra di basket dove entrambi giocavano per dedicarsi alla musica; Mauro e Fois, rispettivamente chitarrista e batterista, approvarono il suo ingresso…Da allora siamo sempre stati un gruppo compatto (nonostante la miriade interminabile di casini che abbiamo dovuto affrontare) e siamo cresciuti insieme come band, imparando col tempo a conoscere l’universo musicale nelle sue varie sfumature. Quando dici che il nostro nome è tutto un programma hai perfettamente ragione…La confusione è ciò che più di ogni altra cosa ci accomuna, essendo noi una band molto eterogenea nei suoi componenti.
Per vostra stessa ammissione, in quanto a esperienze musicali non avete molto in comune tra voi. E allora qual è stata la molla che vi ha fatto decidere di suonare insieme?
E’ proprio il fatto di non avere nulla in comune ciò che ci tiene molto legati…Ci piace confrontarci e comporre musica insieme, ed è vero che abbiamo caratteri diversi e passioni spesso opposte, ma ciò non ci impedisce di portare avanti un progetto comune e sempre in crescita! L’unione delle idee diverse è quindi il nostro forte, e sappiamo che quando queste idee trovano un compromesso, quella è la scelta migliore per il bene della band. Siamo in combutta su mille questioni, a partire dalla composizione delle canzoni, passando per l’artwork del cd, la stampa del merch, la strumentazione, fino ad arrivare alla scelta dei singoli di “Lagolize It”…Ma quando si arriva ad un punto in comune, ogni volta è una soddisfazione, e ci piace così! Sì, vogliamo complicarci la vita.
Voi specificate di essere una band della East Coast…del Lago di Garda. Potreste spiegare a chi non conosce quella scena la differenza con la West Coast?
Il concetto di appartenenza alla East Coast del Lago di Garda nacque durante la nostra partecipazione ad un contest musicale, l’Emergenza Live Festival, le cui selezioni si tennero al Lattepiù di Brescia. Il contest comprendeva sia gruppi bresciani (della sponda occidentale del lago) che gruppi veronesi (della sponda orientale); noi rimanemmo l’unico gruppo veronese a passare le selezioni e vincemmo il contest, che ci permise di suonare all’Alcatraz di Milano per la finale nazionale. Fu così che l’East Coast vinse sulla West Coast! Questo successo fu possibile solo grazie al grandissimo supporto dei ragazzi venuti dal lago per sostenerci; da qui il concetto di East Coast si è evoluto, ed ora la famiglia è in continua crescita! Ora essere un butel della East Coast non vuol dire più soltanto supportare le band della zona; siamo diventati dal 2013 un’associazione vera e propria (East Coast Eventi & Produzioni), capace di organizzare un grande festival come il FestivalRama.
Il Lago sembra una costante per voi, fin dalla copertina del disco. L’avete disegnata voi?
Con la scelta del titolo fortemente ispirata dal lago (“Lagolize It”, ndr), e dopo una lunga serie di meticolosi dibattiti sulla scelta della copertina, decidemmo di riprendere la posa della foto di “Repollut!on”, il nostro primo album, e di replicarla ambientandola sulla riva del lago. Entrambe le nostre copertine sono fotografie…Occhio però, la copertina di “Lagolize It” ne contiene in realtà due.
Com’è nato “Lagolize It” e quanto tempo c’è voluto a realizzarlo?
Scrivendo i pezzi di “Lagolize” it siamo cresciuti molto in fatto di composizione; se compariamo i nostri due album, il secondo risulterà più maturo e ricco di idee. Ci è voluto un anno e mezzo per scrivere i pezzi di “Lagolize It”, ci siamo presi il nostro tempo e non abbiamo mai rinunciato ad esibirci live per proporre qualche traccia nuova…Durante la composizione abbiamo sempre aggiunto modifiche ai pezzi, che non sono mai stati totalmente conclusi fino all’entrata in studio…Ora i pezzi ci esaltano sotto ogni punto di vista e ci convincono al 100%, ora il giudizio va agli ascoltatori!
In cosa si differenzia principalmente da “Repollut!on”?
Si differenzia da “Repollut!on” in quanto a varietà dei pezzi; il groove di “Repollut!on”, che è d’altronde il leit motiv di tutte le nostre canzoni, si trova anche in “Lagolize It”, ma in quest’ultimo ogni traccia ha una strofa, un ritornello od un riff che non ti aspetti. “Repolltut!on” era più immaturo e prevedibile, questo invece vuole stupire l’ascoltatore dall’inizio alla fine.
Come mai la scelta di testi in inglese? Passerete mai all’italiano?
Pietro è uno studente di lingue, è lui che scrive i testi e non c’è metodo migliore per mettersi alla prova con una lingua straniera se non quello di scrivere canzoni in tale lingua. Quando qualcuno butterà giù l’idea di scrivere un testo in italiano, valuteremo insieme. Magari faremo strofe in italiano e ritornello in inglese, giusto per accontentare tutti in caso di diatribe. Chissà.
Nei vostri brani parlate anche di Medioriente e USA. Come vi rapportate ai grandi temi d’attualità del nostro pianeta, dai migranti all’integrazione europea fino al terrorismo globale?
I testi di attualità sono frutto di letture di Pietro. In Arabico si parla della Primavera Araba (dove per la prima volta i popoli nordafricani sono usciti dalla condizione di dittatura), in Shine On You Crazy Metal Slug del modo di combattere degli USA nelle guerre recenti. Coi nostri pezzi vogliamo elogiare chi lotta per una vita dignitosa e sicura, denunciando chi lo impedisce. Nei prossimi testi si toccherà sicuramente il tema dei migranti, diretta conseguenza della caduta dei dittatori egiziano, libico e tunisino. Meglio dittatura senza migrazione o meglio migrazione senza dittatura? Per noi occidentali la scelta più comoda sarebbe la prima, ma a noi piacciono le strade più difficili, quindi optiamo per la seconda, affrontando a viso aperto i problemi. Questo ragionamento rispecchia anche il nostro modo di fare all’interno della band.
Dal vivo avete fatto un sacco di concerti, con date anche in Olanda, Romania, Ungheria e Slovacchia. Quali differenze con la scena musicale underground italiana avete ravvisato di primo impatto?
Tra il 2012 ed il 2013, per promuovere “Repollut!on”, abbiamo avuto la fortuna di suonare date all’estero nei paesi che hai elencato…Al nostro entusiasmo si è unita la carica di chi ci ha accolto e si è divertito ai nostri concerti. La differenze principali che abbiamo constatato tra la nostra realtà e quella dell’est Europa è che là, per organizzare un concerto, serve davvero poco, qui invece ci si trova sempre con mille bastoni fra le ruote quando si tratta di organizzare dei live. Il pubblico inoltre è sempre stato particolarmente caloroso con noi, siamo piaciuti parecchio, in tutti i sensi.
Influenze diverse, dicevamo. Ma ci sono ascolti che vi hanno accomunato o vi accomunano ancora?
Sì, due: Rage Against The Machine e Dillinger Escape Plan. Il resto dell’universo musicale è perenne motivo di dibattito.
Sarete in tour a breve?
Il nostro obiettivo è quello di espandere la nostra musica il più possibile. In autunno ed inverno torneremo a dedicarci totalmente all’ambito live, che abbiamo preparato a lungo durante questo 2015. Continuate a seguirci perché le date in giro per l’Italia non mancheranno!
Articolo del
11/09/2015 -
©2002 - 2025 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|