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Chi è Colombre? Già voce, chitarra e autore dei brani della band indie-pop Chewingum e co-produttore del disco Sassi di Maria Antonietta – Giovanni Imparato si presenta al pubblico con Pulviscolo. Il nome Colombre è un omaggio al racconto di Dino Buzzati (Il Colombre), una favola moderna – protagonisti un marinaio e un mostro marino – che racconta dell’incapacità di affrontare le proprie paure, di tuffarsi nelle ignote profondità del mare per scoprire cosa ci lega all’immobilità.
Pulviscolo è un album fatto di brani apparentemente leggeri che danno voce ad un eclettismo contenutistico sofisticato. Colombre ci apre uno squarcio sulla sua quotidianità liquida. Montagne russe umorali, incontri ispiranti, rapporti personali svogliati e mai completamente risolti che riaffiorano portando in superficie ricordi, gioie e rimpianti amplificati da 8 tracce che riconducono alla sensualità di Mina, alla genuinità interpretativa di Nada, alla pesante leggerezza di Ivan Graziani e la freschezza musicale di Alan Sorrenti. Colombre ha un che di vintage che lo rende affascinante e unico rispetto al panorama della musica italiana di oggi. E’ riuscito a creare un fil rouge che sfrutta il passato per raccontare il presente.
Colombre in 40 minuti
Ho scoperto il tuo album l’altra notte, in preda all’insonnia, cercando di trovare una riposta su Deezer. Ed ecco il suggerimento: Colombre. Non avevo mai sentito parlare di te come solista, il tuo progetto mi ha stuzzicato sin dal primo ascolto. Parlando un pò di Colombre…. Chi è? Da dove viene? Cosa fa quando non fa musica? Quanti anni ha? Come hai detto tu sono Giovanni Imparato, ho 35 anni (credo) e vengo da Senigallia nelle Marche. Mi sono buttato in questa nuova avventura con il nome di Colombre dopo aver avuto in passato un’esperienza con la Band “Chewing gum”, dove già scrivevo canzoni e le arrangiavo, ma essendo una band curavamo insieme molti aspetti. Poi ho avuto il privilegio di lavorare con Maria Antonietta accompagnandola nel suo ultimo tour come chitarrista ed ho avuto modo di produrre con lei. Per chi non mi conosce posso dire che mi occupo tendenzialmente di musica dal 2005. Con i Chewing gum ho fatto un paio di cd, poi ho collaborato con Maria Antonietta e dall’anno scorso faccio delle supplenze a scuola insegnando Italiano, Storia e Geografia.
Alan Sorrenti, Ivan Graziani, Fabio Concato. Ascoltando “Pulviscolo”, mi sono saltati in mente proprio questi nomi sia per la vocalità che per l’eleganza stilistica dei brani tutti molto originali. Ti rivedi in questi accostamenti? Chi sono i tuoi cantautori italiani preferiti, che ti hanno ispirato? Hai tirato fuori tre mostri sacri e ciò mi riempie di orgoglio ma anche di paura. Negli ultimi anni mi hanno paragonato spesso a loro soprattutto per la vocalità. Tra gli artisti che più mi hanno ispirato c’è sicuramente Massimo Ranieri, aggiungerei anche Lucio Battisti che per un periodo ho ascoltato in maniera molto intensa, Lucio Dalla nelle sue produzioni degli anni settanta.
Parlando del tessuto musicale di quest’album, c’è il sound tipico della west-coast di “Sveglia”, c’è il funky di “Dimmi tu”, ci sono basi psichedeliche (Tso), c’è anche il suono distintivo della new wave italiana. Quanta musica ascolta Giovanni? E soprattutto, quale? Quando mi metto a scrivere e a produrre non penso ad un genere, certo magari metto dentro cose che ho assimilato, ma cerco sempre di non catalogare ciò che scrivo. Mi piace giocare con la musica, provare tante cose diverse. Tutte le canzoni sono venute fuori da una sorta di improvvisazione. Le canzoni nascono quando ho qualcosa da dire. Ascolto molta musica, magari in alcuni periodi ne ascolto molta di più e non sempre cerco di scoprire generi nuovi. Ti prendo come esempio Rubber Soul dei Beatles, l’ascolti quando hai 13 anni, 18 anni, 25 anni… ed ogni volta che l’ascolti capisci delle cose nuove, diverse. I miei ascolti però sono sempre quelli di una persona appassionata di pop/rock e di altri generi musicali affini, anche se ammetto che mi piace un pò di tutto.
Parlando un pò del making of dell’album, che periodo era per te quando lo hai prodotto? Per quanto riguarda il disco, ho cominciato a scrivere le canzoni e ad arrangiarle circa due anni fa. Pochi giorni prima di andare a registrare ho chiesto a mio fratello Marco di suonare la batteria e a Carta (il ragazzo che suonava il basso nei Chewing gum) di venire a suonare con noi. Abbiamo fatto qualcosa come 5 prove e poi siamo andati in studio a registrare e in 3 giorni siamo riusciti a registrare tutte le basi delle canzoni. Volevo che tutto fosse molto naturale, senza rimuginarci troppo, altrimenti i brani avrebbero perso tutta la loro magia.
A maggio sarai al “Mi Ami festival”. Ti aspettavi questa convocazione? è la prima volta per te? Non mi aspettavo completamente la convocazione perché ci sono moltissimi artisti validi in Italia, però ero sicuro di aver fatto un buon lavoro ed in cuor mio ero già felice. Quando ci hanno comunicato che avremmo fatto parte della line up del festival sono rimasto veramente contento.
Ho notato un particolare nell’album; molti brani sono rivolti ad un interlocutore di genere maschile. Un tratto sicuramente nuovo, necessario per la musica italiana, che molto spesso cela i “Lui” in vellutati “Lei”. E’ stata una scelta spontanea o ci hai pensato un pò prima prima di intraprendere questa scelta? Nelle canzoni scrivo di persone che sono intorno a me e quindi parlo sia di ragazzi, come il “Pulviscolo”, che di ragazze. Nei testi ho parlato di ciò che ritengo importante per me. Non avevo fatto caso a questo particolare, ma grazie!
“Fottetevi tutti quanti. La gente fa schifo?” Ok siamo d’accordo, ma quali sono le tue ragioni? In realtà con quella frase parlo di me stesso. é come se io parlassi allo specchio. Parla di quando tu ti rivolgi a te stesso e cerchi di spingerti nel fare qualcosa mentre l’altra parte di te vuole farti fare il contrario.
Molto interessante la collaborazione con Io Sono Un Cane nel brano “Blatte”. Come è nato questo featuring? Anche questo, come il resto dell’album, è venuto fuori in maniera molto naturale. Conosco Io Sono Un Cane da molto tempo e posso affermare che tra noi c’è molta stima reciproca. Ho fatto sentire a lui proprio il brano Blatte ed ha voluto lasciare il suo piccolo grande contributo. Per me è stato un onore lavorare con lui.
(INTERVISTA IN COLLABORAZIONE CON BLOGMASTERMIND - https://blogstermind.wordpress.com/)
Articolo del
25/03/2017 -
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