Pubblicato da Emme Record Label, Still, Moving è il disco d’esordio dei Cocoon, formazione toscana composta da Saverio Cacopardi alla batteria, Francesca Gaza, voce ed effetti, Alessandro Mazzieri al basso e Luca Sguera al pianoforte. Una band all’avanguardia che fonde il jazz con il rock, con la musica elettronica, sperimentando ed esplorando nuovi territori musicali. In questa breve intervista, dove i membri dei Cocoon si intervallano, andiamo a conoscere la storia e l’evoluzione di questo progetto che richiama la nota pellicola cinematografica degli anni ’80
Per cominciare l’intervista partiamo dal nome della band che richiama il famoso film “Cocoon”. Ci vuoi spiegare la scelta di questo nome e cosa rappresenta per voi? [Francesca] “Cocoon” in inglese significa bozzolo nel quale la crisalide si trasforma in farfalla. Abbiamo voluto scegliere questa parola come emblema di un continuo cambiamento, una materia mai definita che conduce ogni volta alla compiutezza di una forma mai uguale a sé stessa. Un significato che ci piace tradurre nella nostra musica, in quanto sperimentiamo e reinventiamo ogni volta di nuovo alcuni elementi nella nostra musica
Parliamo ora del vostro percorso: vi siete incontrati all’interno di Siena Jazz Festival. Ci vuoi raccontare, la nascita della band e come è nato questo progetto musicale… [F] Ci siamo incontrati durante il nostro percorso di studi presso l'Accademia di Siena Jazz e ci siamo accorti di essere molto affini musicalmente e umanamente. Questo ci ha portato a fondare un gruppo, con il quale negli ultimi quattro anni abbiamo stilisticamente concretizzato e definito il materiale che è confluito nel nostro primo disco
Still, Moving è il vostro brano d’esordio: lo vuoi descrivere brevemente ai lettori di Extra Music Magazine? [Luca] “Still, Moving” è un brano che vuole dare una visione personale del contrasto fra il movimento e la stasi (non a caso il titolo del brano è costruito su un gioco di parole e significati attinenti a questa idea). Nato inizialmente come brano strumentale, ha incontrato poi la voce e le parole di Francesca, anch’esse in contrasto (alla sua voce cristallina si oppone un testo, a mio avviso, denso e scuro). A livello musicale, ho voluto esprimere l’idea del contrasto nella parte centrale del brano, in cui il basso e la voce creano una trama statica e ripetitiva, sfondo quasi surreale per un’improvvisazione di pianoforte e batteria che arriva, si sviluppa, e se ne va, sempre in costante movimento ed evoluzione
Come nascono le vostre composizioni e soprattutto come si svolgono le sessioni di prove della band? [Luca]Le nostre composizioni nascono in un momento diverso dalle prove, e sono per noi un (possibile) modo di esprimere una particolare idea attraverso la musica. Le sessioni di prova sono utili a sviluppare ed arrangiare queste idee compositive affinché possano essere veicolate al meglio attraverso i nostri strumenti. Recentemente abbiamo sostituito questa pratica abbastanza comune con momenti di riflessione su del materiale registrato, per cui arriviamo alla forma finale del brano attraverso uno sviluppo in fase di produzione
Still, Moving è senza dubbio un disco dove si fondono diversi linguaggi e dove c’è una forte presenza di jazz: quanto è importante per voi per il vostro sound l’utilizzo dell’elettronica? [Alessandro] Nei primi lavori utilizzavamo l’elettronica principalmente in fase di arrangiamento, ovvero per arricchire le composizioni con nuovi timbri e colori ed era solamente il basso a servirsi di questi mezzi. Nel corso degli ultimi anni abbiamo pensato di sfruttare le possibilità della tecnologia anche con la voce e le tastiere; il suono del gruppo è diventato fortemente condizionato dalla componente elettronica e anche le composizioni sono scritte in quest’ottica
Parlando sempre di jazz pensi che il futuro di questo genere si possa legare in generale all’elettronica oppure ci sono anche altri elementi che possiamo considerare nuovi? [A] L’elettronica e i nuovi strumenti offerti dalla tecnologia hanno già caratterizzato gran parte della musica moderna. Se pensiamo più specificamente alla tradizione del jazz, già a partire dagli anni ’70 grandi nomi come Miles Davis, Herbie Hancock, Wayne Shorter hanno esplorato questo territorio sia nelle improvvisazioni (“On the Corner” di Miles Davis del 1972 solo per fare un esempio) che nelle composizioni (Weather Report per i movimenti jazz-rock e fusion). Oggigiorno sono innumerevoli gli artisti attivi in questo ambito che si servono di strumenti elettronici e sicuramente in futuro l’attenzione e la curiosità per i nuovi mezzi non diminuirà, d’altronde la tradizione jazz ci ricorda come questa sia una musica in continua evoluzione ed esplorazione
Volevamo chiedervi inoltre se avete già in mente un lavoro futuro e in caso se ci potrebbero essere delle ulteriori evoluzioni... [Saverio] Sì, stiamo già lavorando a del nuovo materiale. Abbiamo un po' di brani nuovi che abbiamo proposto dal vivo e ne abbiamo anche registrato delle versioni “demo”. L'idea è di farli confluire in un secondo disco, che registreremo non appena avremo abbastanza materiale. La cifra distintiva dei pezzi nuovi a cui stiamo lavorando è sicuramente un utilizzo maggiore dell'elettronica, unito a melodie accattivanti, senza però tralasciare l'elemento improvvisativo tipico della musica di Cocoon
Prossimi live invece? Dove possiamo vedervi? [S] in questo momento purtroppo non abbiamo date in vista nell'immediato futuro, ma stiamo lavorando per portare in giro la nostra musica nell'estate e nell'autunno di quest'anno
Articolo del
16/03/2018 -
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