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Meds
”Facciamo musica semplice, elegante e molto densa di significato”
di
Angelo Bianco
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I Meds sono un gruppo romano formatosi nel 2014 e composto da Amato Scalbi, Luca Scarfidi e Luca Frasca. Il loro progetto musicale è basato sul voler unire musica elettronica ed indie rock, un mix che li ha portati a vincere due contest regionali ma soprattutto attirare l’attenzione del produttore Steve Lyon (The Cure, Depeche Mode e Subsonica, per citarne alcuni). Il 27 aprile è uscito il loro primo singolo Call me White che anticipa l’uscita del loro EP che sarà rilasciato prossimamente. In attesa del nuovo EP abbiamo fatto due chiacchiere con la band romana e questa è la nostra intervista
Meds è anche il titolo di uno degli album dei Placebo; c’è lo zampino del gruppo inglese o questo nome è stato scelto secondo altre motivazioni? I Placebo sono un gruppo incredibile ma nel nostro caso la scelta è stata fatta per altri motivi. Il termine “meds” in inglese indica un insieme di sostanze che vengono assunte per stare bene. Di solito viene usato in contesto medico, ma non raramente viene usato anche come riferimento alle droghe. È comunque un nome breve e facilmente memorizzabile, ideale per una band
Quella di cantare in inglese è sicuramente una scelta coraggiosa da parte vostra ma che sembra dare i suoi frutti, stando anche ai diversi apprezzamenti sui social. Come mai questa decisione? L’italiano ci piace tantissimo e, nella prima fase del progetto, quando analizzavamo il materiale a disposizione, i testi erano tutti in italiano e funzionavano molto bene. La scelta verso l’inglese è stata fatta a posteriori perchè sapevamo che il progetto poteva avere un respiro più ampio e internazionale. Questo non perchè vogliamo escludere l’Italia dalla nostra fanbase, tutt’altro. Gruppi come Alt-j o Radiohead qui hanno migliaia di persone che li seguono, quindi il problema non è “il come” ma “il cosa” si comunica. L’intento del vostro progetto è quello di unire un genere come l’elettronica all’indie rock che vi ha portato a collaborare con produttori come Steve Lyon e musicisti come Federico “Fefo” Forconi degli Almamegretta. Un ibrido sicuramente interessante, quali sono quindi i generi e gli artisti che ispirano la musica dei Meds? I nomi che hai citato, anche se in maniera diversa, sono stati molto importanti per noi e ci hanno aiutato a trovare una direzione artistica. Per quanto riguarda le nostre fonti di ispirazione, la risposta più logica sarebbe “qualsiasi cosa”; anche cose che ad esempio non hanno niente a che fare con la musica come i vari oggetti che campioniamo per costruire la parte organica delle nostre batterie elettroniche. I nostri ascolti sono molto vari e complementari, si passa in un attimo da De Andrè a Jon Hopkins Il video del singolo “Call me White” è molto apprezzato per la sua particolarità e realizzazione; quello stile ha per caso attinenza anche con il vostro modo di fare musica? Assolutamente si! Quando abbiamo contattato Marco Mori (che a dispetto del nome non ha nulla di italiano, è tedesco) ci siamo trovati immediatamente in accordo nel realizzare con lui qualcosa che fosse semplice, elegante e molto denso di significato. Questo approccio rispecchia tutto ciò che riguarda i Meds, dalla nostra musica, alla nostra estetica, fino all’aspetto comunicativo. Poi lui è un fuoriclasse del Motion Design quindi tutto è stato più semplice Qualche anticipazione sull’EP? L’EP è già pronto ed è in attesa di essere rilasciato. Sicuramente al suo interno ci sono cose molto interessanti e quindi vale la pena aspettare la sua uscita. Non possiamo aggiungere altro. Grazie ragazzi da noi tre
(la foto è di Silvia Miglionico)
Articolo del
16/05/2018 -
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