Se qualcuno vi dovesse chiedere chi sono gli Avenged Sevenfold e perchè vi piacciono così tanto, fate ascoltar loro il self titled e avranno le idee chiare. Conosciuto anche come The White Album, è considerato uno dei migliori lavori della band californiana assieme al successivo Nightmare. La data di rilascio è stata rimandata di due settimane per avere il tempo di terminare il materiale bonus, ma soprattutto l'iconico video di A Little Piece Of Heaven. Si tratta dell'ultimo album inciso con il batterista Jimmy Owen Sullivan, conosciuto con il soprannome di "The Rev", a causa della prematura morte avvenuta nel 2009.
Sono particolarmente affezionata a questo disco e a questa band. Hanno segnato la mia adolescenza e continuano a far parte della mia vita anche dopo 10 anni. Ho letteralmente consumato il "Making of" su Youtube e ho imparato tantissimo riguardo alle tracce e alla loro composizione. L'album è stato ideato principalmente da The Rev, in particolare le tracce Almost Easy, Afterlife e A Little Piece of Heaven. Dal vivo continuano ad essere tra le mie esibizioni preferite, ma c'è sempre il rimorso di non averli mai potuti vedere con la formazione originale.
I dieci brani che lo compongono sono uno più bello dell'altro e non so decidere quale sia il mio preferito. Sono tutti rappresentativi del loro stile, si sente che c'è la loro importa e in ognuno viene raccontata una storia diversa. Critical Acclaim vanta una novità assoluta rispetto ai loro lavori precedenti: l'uso dell'organo. E se l'atmosfera può sembrare ecclesiastica, il messaggio è politicamente impegnato e ricco di critiche non troppo velate. All'inizio la band era un po' scettica per il cambiamento di stile da City of Evil, più orientato sull'alternative metal, ma poi ha abbracciato il cambiamento e ci ha regalato pezzi come Almost Easy. Come accennato prima, si tratta di un'idea di The Rev. Il batterista, oltre al proprio strumento, ha scritto anche le parti della chitarra e il testo. I cori vengono cantati da tutti i membri anche dal vivo. In questo caso, la tematica principale sono le persone che nella vita sbagliano e di conseguenza la difficoltà del perdono. La morale è che spesso diventa persino più facile lasciar perdere tutto e voltare pagina.
Cambia l'atmosfera con Scream, un inno dark e un ritorno allo stile di Waken The Fallen. Parla del piacere nell'uccidere le persone, anche se è stata spesso associata a temi quali il vampirismo e lo stupro. Segue Afterlife, ennesima creazione di The Rev e uno dei capolavori assoluti della band. Come suggerisce il titolo, una persona si trova nell'aldilà, si accorge di aver fatto degli sbagli sulla Terra e vuole scappare per chiarire con le persone che ha ferito. È conscio del fatto che sta per morire e all'ultimo decide di voler essere un uomo migliore. L'assolo è il più difficile che hanno scritto proprio a detta dello stesso Synyster Gates.
Se state cercando una canzone d'amore ma non volete la solita ballad, Gunslinger è quello che fa per voi. Struggente, emozionante, ma anche melodica ed esplosiva. Matt Shadows l'ha scritta per le persone in guerra che sono lontane dai loro cari, più in generale parla della separazione di due persone.
Brompton Cocktail è una traccia controversa e una delle ultime realizzate da The Rev, quasi un presagio della sua fine. Il testo è stato interpretato come un addio, infatti ci sono molti riferimenti alla sua situazione e a quella che da lì a poco sarebbe stata la sua morte improvvisa.
Inaspettatamente, due delle canzoni preferite della band sono tra quelle meno conosciute e mai eseguite dal vivo, Unbound e Lost. La prima parla della crescita e del ciclo della vita. Inizialmente si doveva chiamare Disneyland Acid Trip e questo ci fa capire che cos'ha probabilmente ispirato la composizione. Anche Lost avrebbe dovuto avere un altro titolo, cioè Fast Melodic, ed è incentrata sul tema della guerra: gli uomini ne sono sempre attratti, anche se cercano in maniera vana la pace. Giungiamo a quello che definisco il capolavoro assoluto di The Rev e forse anche la loro migliore canzone: A Little Piece of Heaven. Il video è iconico, l'idea è inquietante ma geniale: un uomo che uccide la donna che ama e poi usa il suo corpo per fare tutto ciò che preferisce, ma ad un certo punto lei torna dal mondo dei morti e per vendicarsi e portarlo con sè. Un film horror degno di Halloween che dura 8 minuti e ci costringe a cantare a squarciagola ogni singola parola. E' un lavoro complesso e ben riuscito, ricco di elementi diversissimi tra di loro e proprio per questo non stanca mai.
L'album si chiude con Dear God, probabilmente la traccia più romantica che hanno composto, una vera canzone d'amore da ascoltare durante un lungo viaggio. A livello di ballad se la gioca con la successiva So Far Away, ma l'ho sempre trovata estremamente dolce e rilassante. E' un momento di pausa, come lo era stato Seize the day in City of Evil.
In conclusione, ritengo che sia l'album più bello assieme a Nightmare e la maggior parte dei fan concorda con me. Ci sono molti pezzi iconici che suonano sempre dal vivo come ad esempio Afterlife e A Little Piece of Heaven, particolarmente emozionanti per la presenza dei cori di The Rev. Diffidate da chi ci dice che sono una band di secondo piano: gli Avenged Sevenfold sanno comporre, sanno suonare e sanno anche emozionare
Articolo del
11/04/2019 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|