Salve ragazzi e grazie di aver accettato di rispondere a qualche domanda per Extra! Music Magazine. Vi va di presentarvi e raccontare come e quando sono nati i Quantum Trio?
Luis: La nostra band è nata a Rotterdam, mentre studiavamo al conservatorio. I primi incontri sono avvenuti prima e dopo alcune lezioni d'ensemble. Tutti e tre arrivavamo prima della lezione, ed andavamo via più tardi, così da poter improvvisare e suonare qualsiasi cosa volevamo invece di suonare quello che l'insegnante voleva che suonassimo. Più tardi abbiamo iniziato ad incontrarci altrove per le prove, portando alcune idee e composizioni in cui abbiamo abbracciato il nostro suono, utilizzando il "limite" di non avere il basso per esplorare così diversi modi di espressione e di interazione. Ciò che ne è derivato è stato il Quantum Trio, un gruppo di ottimi amici, che è anche un laboratorio in cui portiamo le nostre composizioni più oneste indipendentemente dallo stile e gli facciamo prendere vita.
Quando vi ho conosciuti un anno fa, nell'ambito del Fara Music Festival, eravate definiti una formazione crossover, unione tra jazz, rock, e punk. Ed in effetti, con Duality prima e con l'uscita ora del vostro ultimo album Red Fog, la sensazione è stata proprio quella di avere a che fare con qualcosa di estremamente unico, uno scrigno contenente molteplici richiami a diversi "mondi" musicali. Vista questa pluralità di influenze che si percepiscono, come nasce solitamente un vostro album, e, nello specifico caso di Red Fog, come si è svolto il suo processo creativo?
Luis: Quello che normalmente facciamo è raccogliere alcune idee o composizioni che crediamo essere in sintonia con ciò che vogliamo ottenere come suono per la band. Poi le proviamo, ci pensiamo su e decidiamo se vogliamo andare in quella direzione o in un'altra. Questo processo richiede normalmente un po' di tempo perché proviamo le nostre idee e, non avendo un limite di tempo, possiamo sperimentare fino a quando non prendiamo la decisione.
Per l'ultimo album "Red Fog" è stato diverso, perché abbiamo vinto il concorso Jazz Juniors a Cracovia. Il premio consisteva nel registrare e pubblicare un album in un certo lasso di tempo. Da quel momento in poi avevamo una scadenza e dovevamo preparare le canzoni per quella data, che era circa 6 mesi dopo. Quindi per questo album abbiamo selezionato varie idee e ci siamo presi un po' di tempo libero dalle esibizioni per concentrarci sulla composizione.
Non avevamo molto tempo per sperimentare, quindi la necessità era di avere i concetti chiari nelle nostre menti e riuscire poi a farli funzionare. È stato un processo davvero interessante e un po' più stressante del solito, ma crediamo che, visto il risultato finale, ne sia valsa assolutamente la pena.
Il brano "Interference", oltre ad essere un brano che sintetizza alla perfezione questa vostra multiculturalità sonora , ha anche un video molto particolare e divertente realizzato in stop-motion. Come è nata l'idea e chi si è occupato dell'animazione?
Michał: Non volevamo creare un altro video con immagini da un concerto oppure con una ripresa dallo studio di registrazione. Così abbiamo iniziato a parlare con alcuni artisti visuali della possibilità di realizzare un video musicale più orientato all'arte. Qualcosa che avrebbe raccontato una storia astratta legata alla nostra musica. Quindi abbiamo dato molto spazio a grandi artisti visuali come Karolina Janicka e Zuzanna Bołtryk, che sono anche delle nostre care amiche. Avendo familiarità con i loro lavori precedenti ci siamo messi a discutere su quale tipo di video si adattasse meglio al brano. Il loro è uno stile di produzione unico, molto fresco e differente, fuori dall'ordinario. Siamo stati in stretto contatto con loro mentre producevano il video, dandogli comunque piena libertà nello scatenare la loro immaginazione.
Anche la visione femminile nella nostra musica è stata preziosa. Ai miei occhi è artisticamente interessante sperimentare diverse energie - chiamiamole Yin e yang (dalla tradizione dell'estremo oriente). Le bambole che incontrano le action figures sono in qualche modo simboliche. Senza dimenticare poi che è anche molto divertente!
Il rosso ed il nero è sembrano essere i temi dominante del disco, non solo nel titolo di "Red Fog" appunto, ma anche nella cover di Jakub Sokólski, a metà tra l'horror e la fantascienza per un'affascinante simbiosi tra immagine e colore. Quale è stato il lavoro per arrivare alla versione finale di questo artwork così misterioso?
Kamil: C'era un piano sin dall'inizio per dare all'ascoltatore un diverso contesto visivo per la musica rispetto a quello che avevamo prima o riguardo ciò che ci si aspetta normalmente da una band acustica. Ci siamo ispirati ai colori di alcune copertine di gruppi più pesanti come Opeth, Voivod o Kayo Dot - da qui la scelta di lavorare con Jakub Sokólski, la cui familiarità con immagini oscure e misteriose ci ha dato la sicurezza di andare verso questa direzione. In effetti, la nostra intenzione era di proiettare una sensazione di disagio in questa copertina, dando la possibilità agli ascoltatori di collocare le composizioni all'interno di questo immaginario oscuro. Certo, anche da sola la musica funziona egregiamente, ma riuscire ad usare anche la vista per coinvolgere lo spettatore rende il tutto ancora più soddisfacente per noi.
Leggendo tra i crediti dell'album si nota come l'album sia stato registrato ai Tube Recording Studio di Fara Sabina, cosa vi è rimasto di questa esperienza di registrazione in Italia?
Michał: Ci siamo divertiti molto in Italia, sia al Fara Music Festival che durante la sessione di registrazione. La sessione è stata molto veloce, ma produttiva. Abbiamo trascorso il primo giorno in studio ad impostare il suono, assicurandoci che tutto funzionasse correttamente per il successivo lavoro di produzione. Qui un grande ringraziamento va al maestro Francesco Lupi, un musicista e tecnico del suono di grande talento, il quale è stato paziente e aperto ai nostri suggerimenti su come volevamo suonare, dandoci molti consigli sulla base della sua esperienza. Poi, il giorno dopo, abbiamo registrato tutto in appena un paio di sessioni.
Che piani avete per portare in giro Red Fog? Tornerete nell'ambito di qualche festival anche nel nostro paese?
Michał: Ci piacerebbe davvero molto poter tornare a suonare di nuovo in Italia! Speriamo, con l'aiuto della nostra etichetta italiana, Emme Record Label, di avere l'occasione di poter essere presenti ancora in qualche festival e locale della vostra penisola.
Concludendo non mi rimane che ringraziarvi ancora per il tempo che avete dedicato alle mie domande, spero di potervi incontrare di nuovo per poter ascoltare dal vivo i bellissimi brani di Red Fog!
Quantum Trio: Grazie mille! Non vediamo l'ora!
Articolo del
14/05/2019 -
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