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Ajugada Quartet
“Un viaggio musicale arricchito dalle influenze che avvertiamo nelle nostre composizioni”
di
Domenico Capitani
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Un progetto trasversale che supera le barriere passando per il jazz europeo, l’America Latina, strizzando l’occhio anche alla musica africana. Si presenta così Hand Luggage, disco d’esordio degli Ajugada Quartet pubblicato dall’etichetta Filibusta Records. Una band, tutta al femminile, propone, dunque, un viaggio sonoro dalle mille sfaccettature, esplorando con eleganza e introspezione diversi territori musicali dalla grande tradizione. Fanno parte di questo progetto Antonella Vitale alla voce, Gaia Possenti al pianoforte, Giulia Salsone alla chitarra e Danielle di Majo al sax alto e soprano. Gaia Possenti ci ha raccontato la storia di questo disco…
Gaia, per cominciare l’intervista partiamo subito dalla vostra storia e dal vostro background personale. Ci volete raccontare come è nato questo quartetto? Il gruppo nasce casualmente ma poi ci siamo trovate in un'atmosfera di collaborazione e di apprezzamento reciproco che ha stimolato la nascita di un progetto comune
Nel disco abbiamo percepito tante influenze musicali, dal jazz americano, alla musica d’autore passando anche per l’America Latina e soprattutto per la musica brasiliana. Ci vuoi descrivere in sintesi Hand Luggage? Hand Luggage è un viaggio che abbiamo fatto assecondando le influenze che avvertivamo nelle nostre composizioni e nel linguaggio di ognuno con la libertà di farci trasportare in ogni luogo e suono. Non ci è stata quindi una pre-produzione o qualche pianificazione sul lavoro che volevamo creare ma un incontro musicale diretto dove proprio il non sapere dove ci potesse portare quel suono ce l’ho ha fatto seguire
Potremmo dire in sintesi che ognuna di voi con il proprio diverso background ha portato qualche colore diverso in questo disco? Certamente possiamo dire che trovarci su strade comuni ma con personalità molto diverse ci aiuta a dover andare oltre il nostro punto di vista, ad ascoltare e scoprire i colori di ognuno
Il titolo disco, inoltre, ci dà la sensazione che l’idea del viaggio sia alla base di questo progetto: ci vuoi motivare questa scelta? “Hand Luggage” è un modo di viaggiare con il bagaglio leggero. La sensazione particolare che si ha durante i viaggi di grande libertà e di conoscenza quando si ascoltiamo di più, osserviamo di più, sentiamo odori e vediamo colori con maggiore intensità
Raccontaci a questo punto anche l’esperienza da studio e anche il percorso che avete fatto durante le prove e la fase di registrazione… Le prime registrazioni sono state fatte per gioco e ci siamo stupite per la carica e la spontaneità della nostra esecuzione, in particolare “KIND FOLK”, che è stata poi riprodotta dal vivo similmente alla registrazione. Per gli altri brani abbiamo lavorato duramente in studio perchè siamo tutte e 4 molto puntigliose ed autocritiche
Dal momento in cui avete cominciato a suonare insieme ad ora cosa è cambiato? Da quando abbiamo iniziato a suonare insieme ad oggi c'è stata sempre maggior coesione umana e musicale che si riflette nella fiducia e confidenza reciproca ogni volta che suoniamo insieme
Una formazione drum-less, ovvero senza batteria con due strumenti armonici come chitarra e pianoforte e il sassofono: c’è un motivo particolare per cui avete scelto questo tipo di line-up? Non abbiamo sentito il bisogno di una batteria né di un basso perchè il nostro suono così particolare ci ha stimolato a perseguire e sperimentare tutte le possibilità. In più per noi la voce è un 4° strumento, e la sfruttiamo spesso senza parole perchè ci piace provare timbri diversi.
Prima di lasciarci parliamo del futuro: quali saranno i prossimi live e soprattutto facci sapere se state già pensando ad un secondo progetto da studio… I prossimi live sono all'Alexanderplatz di Roma e a Lucca Jazz Donna, speriamo di suonare sempre più per accogliere quella "scintilla" creativa che ci porterà ad un secondo lavoro
Articolo del
02/08/2019 -
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