Ad appena un anno di distanza dall’uscita del precedente “Por La Calle Argentina”, Giuseppe Cistola è tornato con un nuovo e splendido album, “The Five Elements”, uscito sempre per l’etichetta Emme Record Label.
Un progetto forse ancora più ambizioso e dal respiro universale che ha come perno centrale i cinque elementi naturali della tradizione indiana. Dopo aver personalmente recensito positivamente l’album sulle pagine di Extra! Music Magazine ho voluto nuovamente tornare a parlare con Giuseppe per conoscere più a fondo i retroscena di questa sua seconda uscita discografica.
Ciao Giuseppe e bentornato su Extra! Music Magazine. Innanzitutto complimenti per “The Five Elements”, ne ho parlato entusiasticamente e continuo a pensare sia un album meraviglioso ed ancor più intenso di “Por La Calle Argentina”, il quale era già stato un ottimo disco d’esordio. Raccontaci come è stato artisticamente per te questo ultimo anno intercorso dall’uscita del tuo debutto.
Ciao Riccardo, grazie mille per le belle parole e per l’ulteriore invito. Sicuramente è stato un anno difficile sotto vari aspetti, uno su tutti la chiusura forzata non ha permesso di entrare in contatto con altri musicisti ed ambienti impregnati di musica che danno molti stimoli a chi di musica vive ogni giorno. Dall’altra faccia della medaglia, sono sempre stato convinto del fatto che la pressione spinga le persone a fare cose che altrimenti non avrebbero mai concluso o per lo meno in tempi molto più lunghi, perciò i vari lockdown mi hanno dato una pressione psicologica tale da avere l’esigenza di sfogarmi in musica…da qui è nato il concept “The Five Elements”.
Vorrei approfondire con te il concept di “The Five Elements”. Dopo aver raccontato un viaggio che guardava agli orizzonti Argentini nel disco precedente ora l’attenzione è ad un insieme di forze “spirituali” come gli elementi naturali della tradizione Indiana. Come nasce l’idea e quanto tempo ha richiesto l’intero processo creativo dall’idea alla registrazione?
L’idea è nata proprio durante il primo lockdown, quindi a marzo del 2020. Lo stare rinchiusi dentro quattro mura mi ha fatto riflettere molto ed ho notato subito un’astinenza molto presente verso il contatto dell’uomo oltre che con altre persone, con la natura. Sono sempre stato molto attento alle questioni ambientali ed il mio pensiero è sempre stato quello di tornare ad avere una coscienza ed un collegamento viscerale con la Terra.
In ciò è stato molto utile il mio avvicinamento alla musica indiana che mi ha fatto scoprire attraverso ricerche parallele, la forte presenza di spiritualità e connessione con i cinque elementi tra l’uomo, la musica indiana e la Terra. In conclusione posso dire che l’album sia stato scritto in un mese circa (durante il lockdown), con i dovuti ritocchi successivi durante le prove con il gruppo.
Rispetto a “Por La Calle Argentina”, qui c’è anche la voce di Marta Giulioni che diviene parte integrante dei brani e si aggiunge ad un comparto strumentale di assoluto pregio composto da Lorenzo Scipioni al contrabbasso, Michele Sperandio alla batteria, Simone Maggio al pianoforte e Marco Postacchini al sax tenore. Come ho scritto nella recensione questi straordinari musicisti si uniscono al suono della tua chitarra in un dialogo costante che si traduce poi in brani stratificati, complessi ed accessibili allo stesso tempo. In che modo hanno contribuito alla realizzazione dell’album?
Sono stati fondamentali, tutti. Tendenzialmente alla prima prova di un progetto che ho intenzione di registrare, porto le parti abbastanza definite, ma il mio modus operandi è quello di dare carta bianca ad ognuno di loro per cambiamenti, stimoli, idee e quant’altro…per questo in ogni prova nascono sempre situazioni nuove.
Anche in “The Five Elements” troviamo ad accogliere l’ascoltatore una bellissima copertina che raffigura il tema centrale dell’album. Chi è l’autore?
Così come ho voluto mantenere la stessa formazione, dato il forte legame con i musicisti, lo stesso è stato per il pittore Fran Sosa che anche questa volta è riuscito a dare un valore aggiunto al mio progetto. Nonostante la distanza, è stato sempre disponibile e di una professionalità eccelsa. Non ha solo dipinto la copertina, ma ha curato tutti i dettagli grafici del disco e dei vari videoclip che sono usciti…insomma lo ringrazio davvero di cuore perché senza di lui sicuramente non sarebbe stata la stessa cosa.
Quali sono i programmi per il futuro?
Sicuramente il primo pensiero va nel tornare a suonare live e portare questo album il più possibile in giro per l’Italia e non solo. Non nascondo che sto buttando giù delle idee…non mi piace rimanere fermo su qualcosa e quindi mi sto già cimentando in un nuovo progetto, questa volta in formazione ridotta.
Grazie per il tuo tempo Giuseppe e a presto.
Grazie a te Riccardo, speriamo di vederci al più presto in situazioni musicali!
Articolo del
30/04/2021 -
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