Il 10 aprile è uscito "Fenice", il nuovo singolo dei Growing Flow un trio nato nel 2016 sui monti dell'Appennino Reggiano (RE). "Fenice" è il quarto singolo estratto da "Tutto ok", piccolo album ancora in cantiere e unisce i suoni del pop rock a un'elettronica impattante. Li abbiamo intervistati per raccontarci
Ciao ragazzi, benvenuti su Extra Magazine. Come è nato il brano “Fenice”? Ciao a tutti, grazie a voi dell’ospitalità. “Fenice” è un brano molto importante, è stato un po’ il ponte di passaggio dal nostro primo EP “Dreamhunters” a quello che facciamo adesso. Non c’è dietro una grande idea o una grande storia rispetto la sua nascita, ma solo un’esigenza. “Fenice” serve a ricordarci che non importa quale problema, quale situazione, quale paura ci schiacci. Volare via è molto semplice, basta ricordarsi che volare è possibile. E con questo semplice gesto possiamo rinascere un miliardo di volte
Nonostante le restrizioni siete riusciti a girare un video davvero spettacolare. Come è nata la sceneggiatura di questo videoclip? E’ stata una vostra idea o del regista? Grazie mille dei complimenti, di cui informeremo anche il regista, Lorenzo Magnanini, che ne sarà molto felice. L’idea del filo narrativo nasce da noi e dai nostri instafollower che rispondendo a qualche sondaggio, ci hanno fornito una serie di immagini che si ricollegavano a parole cardine nel pezzo. Noi abbiamo portato tutte le nostre idee e immagini a Lorenzo. Lui le ha concatenate alla perfezione, poi le ha prese e le ha fatte volare. Il risultato è oltre le nostre aspettative.
In quale dei vostri brani vi sentiti più rispecchiati? Impossibile dirlo con certezza. Ogni brano rappresenta una fase o un momento diverso delle nostre vite e si lega a ricordi diversi.
Qual è il brano a cui siete più legati? Quello che dobbiamo ancora scrivere. Non che non siamo legati ai nostri precedenti brani, tutt’altro, ma la scrittura futura sarà sempre più vicino al nostro vissuto presente e vorrà dire di più per noi in quel preciso momento. Quindi questo “quello che dobbiamo ancora scrivere” sarà probabilmente la risposta alla stessa domanda ripropostaci nel 2030.
Essere in una band non è sempre facile. Quali sono le difficoltà più grandi e i piaceri più grandi? Gli “sbatti” sono tanti. Più di quanti una creda, specie per chi come noi, anche solo per trovarsi e fare le prove deve fare almeno mezz’oretta di macchina. Ma è inutile stare ad elencarli perché non appena prendi in mano lo strumento e suoni te li sei già scordati tutti. La cosa più bella è vedere sotto al palco amici, o in generale qualcuno, che canta una tua canzone. Indescrivibile.
Prossimi progetti? Abbiamo nel taschino del giacca da un bel po’ un piccolo album che contiene i nostri ultimi 4 singoli, sperando che la situazione dei live vada sempre in migliorando, speriamo di suonarvelo tutto e farvelo sentire al più presto. Nel futuro sicuramente ci concentreremo su nuove produzioni ma in primis, sul suonare: abbiamo da recuperare due anni di musica dal vivo mancata e siamo iperultramega carichi
Articolo del
06/05/2021 -
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