E’uscito il 17 aprile su tutte le piattaforme digitali, per l’etichetta sarda La Stanza Na-scosta Records del musicista e produttore Salvatore Papotto, l’album Misentobene di Raffaele Pillai, che abbiamo recensito sulla nostra rivista: http://www.xtm.it/DettaglioMusicAffairs.aspx?ID=21013
Extra Music Magazine ha incontrato per una chiacchierata il cantautore cagliaritano, al secondo lavoro in studio dopo l’ep Una storia tipica italiana del 2017.
Parliamo dei suoi inizi…quando si è approcciato alla musica?
In realtà, essendo figlio d’arte, sono cresciuto su un palco, da bambino ero sempre dietro la batteria a far finta di suonare! Il primo vero strumento, però, ho iniziato a suonarlo a 14 anni.
Ha fatto molta gavetta?
In realtà la gavetta non è mai finita! Ed è giusto che sia così, non mi piace chi si sente “arrivato”.
Crede che ci sia stata una evoluzione, nelle sonorità, dal primo ep, Una storia tipica ita-liana (La Stanza Nascosta Records, 2017) all’ultimo lavoro, Misentobene?
C'e stata sicuramente una evoluzione, la gestazione dell’ultimo lavoro è stata, di fatto, più comples-sa e ponderata. Ho voluto che gli arrangiamenti risultassero più curati rispetto all’esordio…un valore aggiunto è dato dalla più stretta collaborazione con Luigi Sarigu, che in “Una storia tipica italiana” era co-arrangiatore mentre questa volta ha partecipato attivamente alla fase di scrittura. “Misen-tobene” ha certamente- rispetto al primo lavoro in studio-un’impronta maggiormente cantautorale, riflesso di ascolti che nel tempo hanno sedimentato. Ho cercato comunque di mantenere una cifra personale.
Quanto è importante essere supportati da un’etichetta?
Se siamo qua, in questo momento storico, a parlare e a scrivere del mio lavoro, lo devo unicamen-te alla mia etichetta, che ha creduto in me (forse anche più di me stesso). Ritengo che avere un’etichetta che supporta, anche attraverso l’ufficio stampa, e distribuisce in maniera importante il lavoro dell’artista sia indispensabile. Le autoproduzioni, per quanto possano essere riuscite, incontrano maggiori difficoltà nell’arrivare agli addetti ai lavori e al pubblico.
Fabrizio De André diceva che la vita in Sardegna è forse la migliore che un uomo possa augurarsi…da sardo, è d’accordo?
Beh, che dire… amo la mia terra con i suoi meravigliosi pregi, gli odori, i sapori, i colori… peccato che i collegamenti con il resto dell’Italia purtroppo non siano “semplici”. Misentobene è anche un disco sulla libertà. Quanto si è sentito limitato in questo perio-do di pandemia?
Mi sono sentito, ahimè, limitato…ma solo fisicamente. La musica annulla i confini e spalanca spazi di libertà anche in momenti di limitazione materiale. I live però, che sono la linfa vitale per un musicista, mancano da morire.
Articolo del
18/05/2021 -
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