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Intrigante album d’esordio per il cantautore romano Lorenzo Pucci. Alla base dell’intero lavoro, composto da 17 tracce, c'è una riflessione sullo scorrere del tempo e sulle conseguenze dello stesso all’interno della vita quotidiana dell’artista. Il rapporto con il tempo e con le altre persone ispirano i testi di tutte le canzoni: l’essere continuamente in ritardo, il tentativo di estraniarsi dalla corsa delle lancette, l’ansia del passare delle ore, dei giorni e degli anni e cercare di fare pace con sé stessi, con i propri difetti e con ciò che non si può controllare. Dal punto di vi-sta musicale dentro “Sono Sempre in Ritardo” è evidente l’esigenza di esprimersi attraverso va-ri generi: dal soul al rock, dal pop al folk, dal RnB gospel al cantautorato, passando per influenze elettroacustiche. Abbiamo intervistato Lorenzo anche per farci raccontare di questo suo primo progetto discografico ma soprattutto per sapere com’è riuscito a mettere insieme questo incredibile mix di generi
Come è nato questo tuo primo progetto discografico e perché il titolo Sono Sempre In Ritardo? Raccontaci da dove parte questo viaggio musicale Questo progetto nasce nel 2018 quando ho deciso di cantare le mie canzoni grazie all'insistenza dei miei amici e colleghi dello studio di registrazione che abbiamo aperto insieme. Ho sempre pensato di fare l'autore ma grazie a loro, e alla loro collaborazione artistica, è partito tutto. Il titolo è una frase che esplicita un ragionamento fatto dopo una lunga analisi dei miei comportamenti. Questo album infatti, oltre ad essere una riflessione sul concetto di tempo, è anche una richiesta di scuse
Il tema centrale dell’album è lo scorrere del tempo. Intorno ad esso girano una serie di problematiche: l’ansia generazionale, il rapportarsi con le altre persone, i difetti personali e tanto altro. Hai paura del tempo che passa e del fatto che possa logorare i vari aspetti della tua vita? Assolutamente sì, ci penso spesso. Ogni canzone è frutto di una riflessione intima sul rapporto che ho con il tempo e quanto questo incida sul mio essere e sulle mie relazioni interpersonali
La tua è una scrittura molto profonda e pulita. Come nascono le tue canzoni? Non ho una modalità ferrea: mi capita più frequentemente di partire da un'armonia e di scriverci sopra un testo, ma è successo anche l'inverso ed è un modus operandi che porto avanti sia da solo che con Paolo Casali e Declich. Dopodiché partono la produzione in studio e l'arrangiamento che curiamo interamente da soli. Poi registriamo gli strumenti acustici, ultimiamo la produzione e da quel momento affidiamo il mix a Dario Felli, altro socio, collega e amico che ha curato la post produzione di tutto il progetto
Passiamo all’aspetto musicale: in questo mix di generi in cui il disco è immerso, a quale ti senti più vicino e perché? E da chi ti senti maggiormente influenzato artisticamente parlando? Il progetto ha un filo conduttore trainato da due aspetti: quello testuale e quello musicale. Se vogliamo racchiudere con un solo termine il tutto potremmo usare “cantautorato” ma la verità è che ci sono tantissime influenze che derivano dalla musica che ho ascoltato dall'infanzia fino ad ora, a partire da i grandi cantautori italiani, tra tutti specialmente Lucio Dalla e Fabrizio De André, fino ad arrivare alla musica Soul, HipHop e Pop contemporaneo e non
E adesso cosa c’è nel tuo futuro prossimo venturo? L'obiettivo adesso è quello di far conoscere il più possibile la mia musica portando questo album dal vivo e cercando l'interazione col pubblico, cosa che in questi ultimi 2 anni purtroppo è venuta meno
Articolo del
07/12/2021 -
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