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Ci sono canzoni che durano nel tempo, altre che segnano o cambiano il destino, altre che diventano importanti per una generazione, altre, come questa che tra poco vi racconterò, che ridanno vita alla storia di un artista ancora oggi protagonista sulle scene di musica, cinema e teatro. Parliamo di un artista che, forse proprio grazie a questa canzone, è in piena attività ancora oggi, dopo oltre 50 anni di carriera e che parteciperà al prossimo 72° Festival di Sanremo. Oggi vi racconto “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri.
Siamo nel 1988 e sul palco dell’Ariston, succede una cosa che, nessuno si aspettava o si sarebbe mai aspettato: “Perdere l’amore” vince il 38° Festival della canzone italiana.
L’Italia degli anni ’80 era in trasformazione, sia culturale e politica che artistica. Il Festival di Sanremo era diventato per tutti non solo la vetrina per proporre la propria musica, ma anche un modo per tastare l’Italia sotto il profilo sociale, politico e culturale. Il Festival è stato sempre un termometro per misurare la condizione reale della nostra penisola.
Già nella 37° edizione (quella del 1987) il Festival aveva fatto un notevole passo avanti, sdoganando tante arretratezze e portando la canzone italiana a tutti. Le serate furono portate a quattro e all'interno di queste si esibirono super ospiti internazionali come il gruppo degli Europe, il cantante Paul Simon, The Smith, Bob Geldof, i Duran Duran e l’immensa Whitney Houston che quella sera stregò il pubblico dell’Ariston: dopo la standing ovation ricevuta qualche minuto prima, dovette replicare la sua canzone “All at Once”, un fatto che fino ad allora non era accaduto a nessun altro artista, nonostante il Festival nel corso degli anni avesse già avuto ospiti internazionali di vero prestigio! Quell’edizione fu vinta dall'inedito trio composto da Gianni Morandi, Enrico Ruggeri e Umberto Tozzi con il brano: "Si può dare di più" scritta dallo stesso Tozzi, da un veterano come Giancarlo Bigazzi e da un giovanissimo Raf. Così l'anno dopo (1988) il Festival aveva tutte le carte in regola e le giuste combinazioni per continuare ad avere quel successo di pubblico e di canzoni.
Ma "Perdere l'amore" e la sua partecipazione al Sanremo '88 fu particolarmente complessa e circondata da polemiche. La canzone fu scritta da Marrocchi e Giampiero Artegiani e già un anno prima, nel 1987 era stata affidata a Gianni Nazzaro. Quell'anno fu però scartata. I due autori però credevano così tanto nel testo, che come diceva Gandhi: “Credere in qualcosa e non metterla in pratica è disonesto”. Così fecero un passo indietro, ritornarono sul brano e andarono a bussare a diverse porte, tra le quali quelle di artisti “innovativi” come il produttore e arrangiatore Lucio Fabbri e Rocco Tanica di Elio e le Storie Tese, i quali aggiunsero quelle varianti che diedero un nuovo vestito musicale al brano. Così, modificato l’arrangiamento, ora ci voleva la voce. La ricerca non durò tanto, anche perché la casa discografica di Artegiani e Marrocchi, propose Massimo Ranieri, che aveva sotto contratto ancora per poco tempo. Così in un pomeriggio romano, arrivò per Massimo Ranieri la telefonata, tramutata, da lì a qualche ora, in appuntamento.
All’incontro si recò solo Artegiani con una cassetta dove era incisa la canzone. Massimo Ranieri ascoltò il brano che non lo convinse. Lui conosceva già la storia di “Perdere l’amore” e sapeva che era stata scartata l’anno prima, nell'interpretazione del suo amico Gianni Nazzaro. A questo bisogna aggiungere che Ranieri era lontano dalla musica da oltre dieci anni e dopo il successo degli anni ’60 e parte dei ’70, altre canzoni e album non erano andati bene, tanto che si era ritagliato uno spazio nel mondo del teatro, diventando tra l'altro uno degli attori "emergenti" di quegli anni. La scelta di partecipare con "Perdere l’amore" aveva quindi un’aggravante in più: quella che se avesse fallito, la sua carriera sarebbe finita in quei 4 minuti di canzone.
Ma le cose andarono così: dopo un pomeriggio di riflessioni Massimo Ranieri accettò di partecipare al 38° Festival di Sanremo, dove accadde una cosa molto bella e inaspettata da tutti, anche dallo stesso Ranieri. Per il brano ci fu un plebiscito di voti perché Massimo, in quella esibizione, tirò furori tutta la sua classe, esaltando con stile e talento una canzone tanto bella quanto difficile. La sua interpretazione risvegliò negli italiani uno spirito romantico e di nostalgia e così il ragazzo di “Rose rosse” ritornò sulla scena, diventato ormai uomo. A questo successo contribuì la votazione popolare allora legata al concorso Totip: come la schedina si barrava il cantante e la canzone che più piaceva, un po' come il televoto di oggi. L'interpretazione di Massimo Ranieri non fu solo vocale ma anche mimica, perché i suoi gesti e le sue movenze attoriali lo aiutarono ad esprimere il tema della canzone, in particolare l’abbandono da parte di una donna molto più giovane. Perdere l'amore per Massimo Ranieri è diventato uno dei brani più popolari del suo repertorio musicale ed è in assoluto la canzone più acclamata dal suo pubblico durante i suoi concerti..“ raccogliendo i cocci di una vita immaginaria....è un giorno nuovo ma ripeti non me l'aspettavo non me l'aspettavo”.
Articolo del
29/01/2022 -
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