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Si intitola “Line of Light” il primo lavoro personale di Leonardo Guarracino in arte Laín uscito per Soundinside Records. Disco che di base nel suo DNA mostra un’appartenenza radicale al mondo del folk internazionale, ovviamente numerose sono le radici classiche che poi ritroviamo codificate nella natura digitale di tante soluzioni contemporanee. Intimo, introspettivo nonostante i guizzi pop, Laìn pennella la sua vita dentro liriche che non si svendono e non cercano a tutti i costi il gusto popolare. Anzi sono numerose le soluzioni che tradiscono la chiusa facile. Introspettivo anche nelle sue risposte, come la copertina di questo disco: il finestrino di un treno, di qualche generazione fa, romantico come nelle visioni che immaginiamo oltre il vetro.
Il disco d’esordio. Linea di luce. Un’immagine forte e densa di particolari. Cosa cerca di dirci? Nel titolo dell’album, la intendevo come un filo di luce che filtra attraverso una crepa...Un’immagine con cui speravo soprattutto di rappresentare il mio potenziale
Tanti riferimenti nordici. Nella dimensione corale della voce come anche in alcuni mix. “Questions” forse su tutte… vero? Questa sembra più una domanda per Jex e Stefano (i miei produttori), quel che so è che Questions fa un po’ discorso a parte, è stata una sorta di esperimento, ha fatto un altro percorso rispetto alle altre tracce. È venuto fuori un brano perfetto per chiudere il disco
Questo tempo dove la musica è decisamente omologata, cosa ricerchi e che tipo di sonorità insegui? A dire il vero, sono molto più concentrato su quello che voglio dire. La mia musica nasce dalla scrittura e a seconda del testo e del messaggio mi avvicino al genere più adatto, nei limiti delle caratteristiche della mia voce. È un po’ più difficile dare una coerenza ai progetti quando si raggruppano canzoni molto diverse, ma magari proprio questa eterogeneità potrebbe diventare un fattore
Il nuovo folk internazionale. Scendendo nello specifico di Laín, che cosa ti appartiene di questo genere? Del folk contemporaneo conosco ancora poco. Scrivo canzoni, le metto in musica, mi diverto a creare arrangiamenti, tutte cose che vanno oltre il concetto di genere musicale. Sono contrario al mettere etichette e paletti, in generale...
Il video ufficiale della title track: decisamente bello, decisamente poco italiano. La provincia italiana invece in che modo ti ha contaminato? Io vivo su un’isola meravigliosa, che si crede una città, ma che spesso non riesce ad andare oltre le dinamiche da paesino. È limitante per molti versi, ma ha enormi vantaggi in termini di tranquillità e qualità della vita. Ha influito tantissimo sui miei “ritmi”, probabilmente se fossi cresciuto in città avrei un altro tipo di approccio, meno pacato
Articolo del
31/01/2022 -
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