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Davvero sembra un cortometraggio questo video ufficiale che segna la nascita della band partenopea Bia Rama. Si intitola “Atoms” il singolo di debutto arricchito da un video interessante e ricco di pathos firmato dalla regia di Sergio Scoppetta. L’amore che si maschera e diviene altro nel segreto delle proprie verità. Allegoria di vita, allegoria della biografia sociale di molti. Dove il rock dai segmenti pop incontra il mondo digitale per qualcosa che richiama forte la nostalgia per un certo tipo di anni ’90 inglese…
Partire prima di tutto da questo moniker interessante… ce lo raccontate? Abbiamo una risposta molto semplice a questa domanda. Il trio nasce con la volontà di unire tutte e tre le nostre identità musicali, lasciando libero spazio all’inventiva di ognuno. Per questo motivo abbiamo accostato le prime lettere dei nostri nomi: Bia per Biagio, Ra per Raffaele e Ma per Mara
Un brano che rispolvera in qualche modo le avanguardie dell’electro-pop inglese… su tutti direi che mi viene alla mente “Annie Lennox” e quel certo mondo li… Il vostro orecchio non vi ha mentito perché l’ispirazione principale deriva da quel mondo musicale lì! però, idealmente parlando, vorremmo indirizzarvi ad un altro artista, cioè i Depeche Mode. Se possiamo, infatti, l’album del loro repertorio che più ci ha spinto ad inoltrarci in quel tipo di sonorità è stato “Delta Machine”
“Atoms” sembra anche definire le parti primordiali dei rapporti umani. Secondo voi oggi dovremmo tornare a tenerne conto? Li abbiamo, come dire, dimenticati? In realtà è esattamente quello che avete detto, abbiamo scritto questo brano proprio con la volontà di sottolineare la mancata naturalezza che hanno la maggior parte dei rapporti che viviamo. Spesso ci preoccupiamo e siamo mossi da altri aspetti, più esteriori e superficiali, che influenzano i nostri legami, oppure tendiamo a nascondere delle parti di noi per apparire al meglio agli occhi della società. Sicuramente l’intento del brano è un invito a tenere conto, a riscoprire, la vera radice dei nostri rapporti con gli altri, lasciando fuori da noi le influenze subite inconsapevolmente, provenienti dal “Big Brother”, citando Orwell
Bellissimo questo video dentro cui va in scena un vero e proprio corto-metraggio. Perché di tutti gli “atomi” possibili avete scelto proprio la violenza contro le donne? Può essere lecita anche quest’interpretazione del videoclip, visto che di messaggi ne trapelano tanti. Il plot, scritto dal regista Sergio Scoppetta, formalmente è stato indirizzato da lui verso questo tipo di narrazione per esprimere al meglio il significato del testo. Ha utilizzato una storia distopica ed esasperato la morbosità e la necessità dei rapporti che si possono creare tra persone, in questo caso in una coppia, dove lui, spinto dal bisogno di riaverla, arriva al gesto estremo di clonarla
Parliamo infine di produzione. Un suono che nasce da cosa? E come lo avete scelto? Il progetto proviene da un lungo tempo passato in studio proprio per il bisogno di non lasciare nulla al caso. Abbiamo scelto piuttosto il contesto sonoro che volevamo fosse la cornice giusta per il testo e il significato elaborato. Il suono a cui siamo arrivati è in stretta correlazione con le sensazioni che vorremmo scaturissero negli ascoltatori. Atmosfere cupe, interferenze, e in generale una forte presenza di processi sonori che evolvono per arrivare in uno spazio di sperimentazione, che si trova nell’extended version, ispiratoci dal progetto “Mehliana” dei musicisti Brad Mehldau e Mark Guilliana
Articolo del
09/03/2022 -
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