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Foto di Daniele Barraco
La canzone di oggi è un vero e proprio viaggio nel tempo che oltrepassa il “terreno” e il “fisico” e che con semplici note disegna, come in un affresco, la campagna italiana che germoglia e che riemerge dalle ceneri della guerra, con la speranza e la forza di andare avanti. Oggi vi racconto “Diamante” di Zucchero.
Siamo nel 1989 e Zucchero in quel momento era un artista internazionale, non solo per la vendita di dischi, che lo farà diventare l’artista poliglotta e girovago che oggi conosciamo, ma soprattutto per la sua musica fatta di blues e contaminazioni armoniche, che alterna al ritmo temi sociali, rendendo unico tutto il suo repertorio musicale. La nascita della canzone “Diamante”, differentemente dalle storie che abbiamo già raccontato, non ha nulla di misterioso o particolare, non è stata scritta in una condizione insolita né è nata in situazioni estreme: niente di tutto questo. La canzone “Diamante” nasce da un’esigenza forte: quella di dire no alla guerra.
Zucchero con “Diamante” attraversa due percorsi artistici che fino a quel momento erano nuovi e inesplorati: quello musicale perché dopo aver abituato i suoi fans a ritmi molto movimentati la canzone “Diamante” era l’opposto con il suo ritmo lento, pacato come una carezza. L’altro aspetto è che per la prima volta Zucchero racconterà di sé e della sua famiglia. “Diamante” infatti ci fa capire quanto l’amore per la famiglia, soprattutto per noi italiani, è alla base del nostro stare insieme e rende le nostre storie simili, da Nord a Sud, perché tutti amiamo il nostro paese, le nostre case e i valori saldi sono il collante che ci unisce, proprio come “i nonni” definiti da papa Francesco come “un Tesoro” e da Zucchero come “un Diamante” Alla fine degli anni ’80 Zucchero aveva girato gran parte del mondo e dell’Europa, toccando tante città e conoscendo tanta gente e popoli diversi per razza e cultura. Avvertì che l’Europa aveva bisogno di un nuovo messaggio di pace e di unità che poteva essere così riassunto: “La guerra è solo morte e distruzione”.
Purtroppo la sua famiglia aveva vissuto l’orrore della seconda guerra mondiale, come racconta lo stesso Zucchero quando chiamò l’amico Francesco De Gregori, per scrivere il pezzo: “Gli ho chiesto un testo per questa canzone dedicata a mia nonna. Non mi sentivo di scriverlo io perché temevo di essere troppo coinvolto e di fare una cosa sdolcinata. Volevo un quadro a colori pastello, la trasparenza, la serenità, la pulizia dei testi di De Gregori, anche per chiudere il disco con un accenno di speranza, dopo tanti pezzi così tribolati” . Così il testo di “Diamante”, che Francesco Gregori compose per Zucchero, è di una sensibilità sorprendente. Il quadro musicale che viene rappresentato è un’esplosione di delicatezza. E’ così bello che sorprende anche lo stesso bluesman; infatti leggendo le strofe rimane sorpreso e spiazzato, per la sensibilità delle parole, così decide di dare al brano una veste nuova, un’armonia leggera e le giuste combinazioni di suoni, trasformando quello che inizialmente doveva essere un ritmo blues in una “ballata romantica”.
Zucchero non si ferma solo a creare la giusta atmosfera e i giusti colori armonici ma crea una trasposizione verso un tramonto della campagna Italiana, come in un tempo perduto che come per magia torna ad essere presente, anche se lo stesso non è fisico, ma è vivo solo nel cuore e nella mente. Tutto questo lo renderà presente anche nel video girato proprio da lui stesso in una cascina, dove i ricordi vengono accompagnati da persone, voci, colori, profumi, così tutto torna e riprende vita come delle statue che all'improvviso si animano. Un affresco che torna a splendere. Ma c’è un’ultima cosa che Zucchero fa prima di chiudere la canzone, quel finale che non ti aspetti: una voce che chiama il suo piccolo nipote “Adelmo” in sottofondo. Il brano è stato inserito nell’album “Oro, incenso e birra” che dai maggiori esperti di musica sarà definito: “La grande opera”. Con “Oro, incenso e birra” Zucchero rimase per sette anni nelle classifiche mondiali e nel 1989 fu anche premiato come l’album italiano più venduto al mondo con oltre 8 milioni di copie.
In Italia rimase al primo posto in classifica per venti settimane, anche quelle successive alla sua uscita, una cosa inedita per un artista Italiano: di solito questo accadeva solo alle band internazionali. “Diamante” ebbe un enorme apprezzamento anche in Belgio, Francia, Germania, Svizzera, e Norvegia. Un successo pazzesco per Zucchero ma soprattutto per “nonna Diamante”, la quale aveva visto con i suoi occhi l’orrore della guerra. Da segnalare anche le tante versioni, come quella di Randy Crawford, artista statunitense di influenze jazz, funk e disco e l’indimenticabile Mia Martini che di “Diamante” fece una sua personalissima interpretazione. Zucchero dedicando Diamante a nonna Alduini Fornaciari lascia un ritratto di amore e speranza ma soprattutto “pace per chi ci sarà..”
Articolo del
26/03/2022 -
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