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“Tommasochista” (Artist First) è il nuovo album del cantautore Tom Armati uscito a inizio marzo e anticipato dal singolo “Respira”. Un lavoro discografico racchiuso nel respiro di sei canzoni che confermano la filosofia del suo autore, un “senza prendersi troppo sul serio” parlando anche in profondità di sogni singolari, scontri evitabili, morti apparenti, amori finiti, altri mai iniziati, di sbagli che non ci stancheremo mai di ripetere. L’album è stato registrato a La Strada Recording Studio di Roma, sotto la guida di Pietro Casadei, che nel disco suona anche il basso. A lui si aggiungono gli altri musicisti con cui Tom Armati si esibisce solitamente dal vivo: Dario Segneghi alla batteria, Vittorio Paciaroni alle chitarre, Francesco Snoriguzzi ai fiati, Francesco Mantica al piano.
Ciao Tom, cominciamo chiedendoti…quali sono state le esperienze che ti hanno maggiormente formato? A livello musicale ho militato in alcune band come bassista ma ho sempre scritto io le canzoni. Non avevo ancora mai avuto il coraggio di cantare. Poi, un anno vivevo in Scozia e ho iniziato a frequentare gli “open mic” locali cantando in Italiano e mi sono sbloccato. Sono tornato a Roma ho iniziato a organizzare io un “open mic” tutto mio e da lì è iniziata anche la mia carriera da cantautore
È uscito “Tommasochista”, il tuo nuovo Ep. Hai dichiarato che pubblicare un album è sempre molto difficile, ti va di spiegarci meglio questa tua considerazione? In parte è riferita alla lavorazione di questo disco che è stata molto complicata per via dell’interruzione dovuta alla pandemia. Più in generale è una riflessione sul ruolo del cantautore autoprodotto, che riversa energie e tempo sulla produzione del disco, si mette a nudo per poi confluire nell’oceano delle piattaforme streaming e esporsi ad ascolti sempre più distratti
“Respira” è il singolo che sta accompagnato l’uscita. Sotto quale spinta è nato?
È nato prima della pandemia ma si è rivelato molto attuale per l’epoca che stiamo vivendo. Volevo fare un brano che fosse un invito a prendere un respiro e fuggire dalla frenesia in cui la società ci vuole immersi. Anche musicalmente ho voluto esprimere questo concetto, alternando strofe incalzanti a ritornelli distesi. Mi fa piacere che molte persone ci si stiano riconoscendo
C’è anche un video, uscito ieri. Ci racconti quale vorresti che fosse il messaggio percepito da coloro che si trovano a guardarlo per la prima volta? È un video, semplice, girato con lo smartphone. Rappresenta la mia quotidianità in una città, Roma, che inizia a risvegliarsi dopo il lockdown. La scelta dello smartphone è stata voluta, proprio per renderlo più naturale e permettere a tutti di identificarsi, come se fosse una storia guardata su instagram. Spero che possa risultare intimo e universale allo stesso tempo
Domanda difficilissima: come vedi il futuro della musica? Confermo la difficoltà della domanda! In generale in questo periodo è difficile prevedere il futuro dell’umanità, figuriamoci quello della musica. Però a parte tutto, credo che avremmo sempre più bisogno di musica e che le canzoni potranno tornare ad essere un grande catalizzatore di energie, capaci di accompagnare e descrivere la voglia di cambiamento e di un mondo migliore come è successo nelle epoche passate. Credo che dopo anni di superficialità, ci sia bisogno di contenuti di spessore
Articolo del
31/03/2022 -
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