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Ci sono canzoni che lasciano un segno indelebile nel cuore della gente, altre che rafforzano legami di vita, di amicizia o di amori e sono come un collante forte e indistruttibile che solo la musica riesce a creare.
Nella canzone di oggi questo segno indelebile è radicato dentro, sin dalla sua nascita e resterà per un’intera generazione come un vessillo da sventolare, raccontando che la libertà fisica, mentale e sessuale è come i colori: ampia e piena di sfumature. Una canzone che da anni accompagna una lotta sociale, politica e soprattutto identitaria come quella GAY, LESBO,TRANS-GENDER ED LGBT Oggi vi racconto “True colors” di Cyndi Lauper. Siamo a metà degli anni ’80 e, come abbiamo spesso scritto, sono anni importanti per la musica, perché finalmente gli artisti, sia cantanti, che autori e arrangiatori, si “liberarono“ lasciandosi alle spalle i vecchi “stereotipi” classici come quello della “leggerezza musicale” “True colors” di Cyndi Lauper è una di quelle canzoni che metterà da parte, nell'angolo, quei luoghi comuni, ossia che il pop può creare solo divertimento e svago. La canzone è stata scritta da Billy Steinberg e Tom Kelly e in un secondo momento dalla stessa Cyndi Lauper, che la fece riadattare sotto un’altra veste musicale, accendendo un faro su di un movimento che fino a quel momento era al buio. Ma procediamo con calma.
In quegli anni Billy Steinberg era un autore molto conosciuto perché aveva già firmato canzoni come “Like a virgin” di Madonna e altre famose hit scritte anche dalla stessa Lauper. Steinberg con “True colors” volle cambiare registro musicale e con quel testo volle cogliere la sostanza dell’intimità che si crea tra le persone e che non si vede, ossia la parte più autentica e pura che è dentro ognuno di noi. Così costruì la canzone che fu pensata sotto forma di lettera, immaginando di scrivere a sua madre. Per la musica chiese la collaborazione di Tom Kelly e, terminato il pezzo, cominciò a cercare la voce, che secondo i canoni di Steinberg doveva avere dolcezza, forza e doveva arrivare all’animo della gente: Steinberg cercava un’artista che comunicasse oltre le parole. La canzone fu proposta prima a una cantante canadese, Anne Murray, poi a Cyndi Lauper . Cyndi leggendo il testo e ascoltando il genere colse subito la profondità e la delicatezza del brano, c’era solo un’ indecisione dovuta al genere, perché era uno stile “gospel”. Tuttavia Cyndi accettò d’interpretare “True colors”, perchè leggendo il testo fu come un abbraccio caldo nel momento del bisogno. Infatti quel testo arrivò in un momento particolare della sua vita perché aveva appena perso un caro amico, morto di AIDS.
E in quegli anni (anni ‘80 e inizio anni ‘90) l’AIDS era una malattia tanto feroce quanto subdola, perché c’era poca conoscenza da parte di tutti sia dal punto di vista scientifico che umano e purtroppo le persone affette da AIDS, venivano emarginate e addirittura definite “reietti”. Per questo quella scelta fu dovuta soprattutto al testo, che in una forma quasi “epistolare”, sussurrava un concetto nuovo: quello di dare forza e coraggio a chi si sente diverso ed escluso dalla società. La canzone “True colors” è rivolta a tutti coloro che hanno paura di mostrarsi come realmente sono, incitandoli a tirar fuori i loro veri colori, senza nascondersi dietro i modelli o gli stereotipi che la società impone. Diceva Nelson Mandela: “Diamo pubblicità all'HIV e all'AIDS per non nasconderlo, perché l'unico modo per farla apparire come una malattia normale come la tubercolosi, come il cancro, è sempre quello di portarla allo scoperto e dire che qualcuno è morto a causa del virus dell'HIV e dell'AIDS. La gente smetterà di considerarla come qualcosa di straordinario” .
Così per Cyndi Lauper venne il momento di tirare fuori la ragazza ribelle che era stata con la canzone di “Girls just wanna have fun” ma in un modo diverso: per questo stravolse il pezzo. Lo rese ancora più dolce e intimo. Lo cantò con una voce sussurrata, come fa chi ha bisogno solo di essere ascoltato, quasi come una preghiera. Così l’artista riuscì a creare una vera e propria magia, un’atmosfera unica e malinconica che solo il tema dell’amore, visto come amicizia riesce a generare. Il brano trasformato, piacque a tutti e anche il titolo “True colors”, tant’è che la stessa Lauper lo volle come titolo dell’album. Nell'agosto del 1985, “True colors” ebbe il successo tanto atteso sia come album, restando sempre nelle prime posizioni in quasi tutto il mondo, diventando in Canada disco d’oro e negli Stati Uniti disco di Platino, sia come canzone, diventata nel tempo inno per i diritti delle comunità LGBT. Anche la Lauper ha avuto sempre grande attenzione verso le battaglie di queste comunità, anticipando decenni di “lotte sociali” e soprattutto portando e sventolando quei colori di libertà che ancora oggi si avvertono, in un mondo cieco incapace di accogliere le differenze.
“So don’t be afraid to let them show, your true colors.. are beautiful like a rainbow show me a smile then”
Articolo del
10/04/2022 -
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