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Il grande pop italiano, tinto di elettronica e nuove soluzioni, ma di una voce dedita al bel canto, alle belle forme, all’educazione classica ma anche alla padronanza dell’intonazione. E ci piace anche il suo piglio personale, sintomo di una buona destrezza dello “strumento” che ormai si lascia sempre più in un piano inferiore in luogo delle apparenze di scena. Il cantante e cantautore pugliese Nereo sforna un disco decisamente bello dal titolo “Danze cosmiche”, bello di pop alto, di pop di grande qualità, bello di una canzone che ormai un poco abbiamo smesso di ascoltare per quanta finta trasgressione ci arriva ogni giorno da tutti i canali. Qui siamo nel classico della letteratura pop e i riferimenti sono davvero importanti… com’è importante la resa stilistica di tutto il lavoro.
Quando si dice “il grande pop italiano”. In questo “Danze cosmiche” ha un ruolo fondamentale. Quanta scuola classica e quanto studio dietro… vero? Non sposo le etichette, e non credo nelle “scuole”. Credo nelle belle canzoni, quelle non hanno indirizzo. Ho studiato, sì, per potermi esprimere adeguatamente. Ho avuto bisogno di conoscere i linguaggi per dominarli
Ispirazioni… a chi devi molto della tua voce e della tua penna? Sicuramente al gospel, al jazz, al soul e agli artisti che hanno contribuito a diffonderne le caratteristiche. Non posso negare d’aver ascoltato molta musica italiana veicolata da voci tecnicamente solide. La mia penna è transgenere, nel senso più ampio di un’ispirazione che travalica i confini di genere senza inseguire nessuna moda
Noi celebriamo ampiamente anche il video de “La fine di un’estate”. Più del brano, che da solo sa come giocarsi tanto, la danza e il rapporto con la terra, con lo sguardo, con la riflessione. Sono punti chiave del disco vero? È un brano “panista”, lo si deduce dai riferimenti all’intemperie, alla deflagrazione naturale. L’artista russa, che ha curato il video, ha saputo cogliere l’aspetto malinconico di una natura che non si ribella al trapasso meteorico, subisce il cambio, per quanto crudele possa essere
Dicci della tua voce. Studi, modi di pensarla, modi di sagomarla… a chi ti ispiri in questo? Sono portato, per formazione e ossessione, a far prevalere nelle mie proposte musicali il cantato, per cui, in fase di scrittura dei testi, dato che quella di fissazione della melodia la precede, scelgo parole con vocali che facilitino la mia emissione
Ricerca… “Danze cosmiche” sembra non giocarsi questo tipo di partita vero? Eppure sento tantissima personalità… Dipende un po’ da cosa intendiamo per “ricerca”. Non trovo nel panorama attuale nessuna ricerca se non quella della serializzazione di prodotti identici a se stessi per compiacere il mercato. Nel mio album c’è ricerca di poesia, di conciliazione tra passato e presente, di pathos, di memorie, d’incanto. Ecco, se la ricerca in ambito musicale potesse orientarsi alla riappropriazione dell’incanto, sarebbe giusto spingerla in quel senso
Dal vivo porterai in giro il disco? In che modo? Stiamo pensando all’allestimento di concerti in giro per la Puglia. Appena possibile, diffonderò notizie tramite i miei canali social
Articolo del
24/05/2022 -
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