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Cari lettori di Extra oggi facciamo un tuffo nel 1994: vi racconto di una canzone che ha attraversato quasi tre decenni, una canzone che resta immutata nel tempo, mai “vecchia” e sempre attuale, sia come messaggio universale verso una visione positiva della vita, sia come testo e stile musicale.
Oggi vi racconto: “Penso positivo” di Jovanotti. Quasi sempre la nascita di una canzone non ha nulla di scritto, non c’è alcuna preparazione, non c’è una formula magica da pronunciare o un rito propiziatorio da fare, non c’è nessun processo di formazione o elaborazione da compiere. Per scrivere canzoni bisogna avere cura delle parole ed essere attenti a trovare la giusta alchimia tra parole e musica, cosa che solo i grandi artisti sanno fare: fu così per Jovanotti. “Penso positivo” è la canzone che forse più lo rappresenta. Pubblicata il 29 novembre 1993 fu il singolo che anticipò l'album "Lorenzo 1994", uscito l'anno successivo. Come spesso accade anche la storia di questo brano è insolita e casuale, ma procediamo con ordine. Il 1994 fu per Jovanotti un anno importante: all'alba del suo sesto album e dopo un periodo di collaborazioni e di esperienze televisive inizia il vero cambiamento. Usando il linguaggio della natura: inizia a sbocciare e da bruco si trasforma in farfalla, per poi spiccare il volo.
Jovanotti dopo essere passato dal Rap in inglese, al “Rap italiano” fa un passo in più: introduce una linea melodica pop e funk, che fino a quel momento in Italia non c’era. I cantanti erano definiti per “stili” e “categorie”, così lui, dagli addetti ai lavori, viene visto come uno “bravo ma non troppo”. Fino a quando arriva l’album “Lorenzo 1994”. Con quest’album inizia a parlare alla generazione del mondo delle “discoteche”, viste come “leggere” e dedite solo al divertimento e alla baldoria. Jovanotti a modo suo riesce a trovare un punto di congiunzione tra la sua musica e questi giovani. Per anni aveva lavorato in locali e discoteche e il deejay degli anni Novanta era colui che riusciva a leggere e comunicare con la gente attraverso la musica, era colui che riusciva a far innamorare le persone in pista, era colui che ti sorprendeva. Il deejay era il collante tra una generazione di giovani che amava la musica e una società che si stava formando. Contrariamente ad oggi, in cui la musica è diventata per certi versi liquida, in quegli anni, la musica era fisica, la potevi toccare, e gli anni ’90 per tanti versi sono stati la base solida di tante produzioni musicali importantissime. Per oltre un decennio la musica prodotta in Italia ha scalato le classifiche di tutto il mondo restando sempre in cima, portando idee, creatività, innovazione e melodia, restando sempre al top.
Fu così che Jovanotti mantenendo il suo stile, nelle sue canzoni inizia a veicolare messaggi d’amore, stati d’animo e racconta che si può dare ritmo facendo anche una “serenata”, con energia, passione e talento. Intuisce che c’è una generazione che, contrariamente a quello che dicono i media, non è affatto anticonformista, anzi è proprio l’esatto contrario: è tradizionalista e allo stesso tempo futurista. Così, la nascita di “Penso positivo” è l’insieme di tutto questo e tutto accadde in un normale pomeriggio. Era in tour con Luca Carboni con cui aveva fatto un remix di “Puttane e spose” e “Le storie d’amore”. Così venendo da un concerto al Palasport di Torino, Jovanotti ascolta per radio la canzone di De Andrè “Bocca di rosa”. Da lì prende la metrica, in particolare quando dice: “ la chiamavano bocca di rosa, metteva l’amore, metteva l’amore” e sostituisce quelle parole con “Io penso positivo, perché son vivo, perchè son vivo”. Lungo il viaggio passa alla radio una canzone proprio di Luca Carboni dal titolo ”L’amore che cos’è” e il passaggio che fa: “lo senti amore questa onda che viene e va..” la sostituisce con “ la senti questa onda che viene e che và..” .
Così Jovanotti prende il registratore che ha sempre con sé e annota e unisce tutto come un grande puzzle: così nasce l’idea. Dopo qualche giorno in studio tira fuori quella cassetta, la fa ascoltare al suo amico musicista e bassista Saturnino che crea la base funk, stile James Brown, e così il pezzo esce. L’album è pronto! Adesso bisogna solo scegliere la canzone di uscita da presentare alle radio, così come racconta lo stesso Jovanotti: “Il giorno che stavamo per decidere di pubblicare “Serenata rap” come primo singolo di “Lorenzo 1994”, io dissi: No, mi prendo le mie responsabilità, ma per me il primo singolo di questo album deve essere ‘Penso positivo'. Dura sei minuti, una durata inconcepibile per una canzone pop, ha un ritmo poco radiofonico ed è un pezzo funk e con un suono duro per l'epoca. Per me il manifesto di quel disco non era Serenata rap, era Penso positivo” .
La dirigenza della Polygram e Claudio Cecchetto dissero: ‘Guarda è più forte Serenata rap'. Ma io dissi: ‘Lo so, ma il primo singolo è quello che presenta al pubblico questo disco e voglio che sia Penso positivo'. Il singolo divenne disco d’oro. L’album “Lorenzo 1994” con 600.000 copie fu la sorpresa inaspettata di quell’anno: riscosse così tanto successo che, oltre a “Penso positivo”, piazzò in classifica altri singoli come la canzone: “Piove”, e “Serenata rap”. Anche il video di “Penso positivo” fu una bella sorpresa, con all’interno la partecipazione di Luca Carboni con un “cameo”: una cosa del tutto inusuale per quei tempi. E la canzone ancora oggi accende un focus sulla società, con tutte le sue contraddizioni, cercando di trasmettere un messaggio positivo e unendo tutti.
"Io credo che a questo mondo esista solo una grande chiesa, che passa da Che Guevara e arriva fino a Madre Teresa, passando da Malcolm X attraverso Ghandi e San Patrignano arriva da un prete in periferia, che va avanti nonostante il Vaticano".
Articolo del
11/06/2022 -
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