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Rhabdomantic Orchestra
Una Babele musicale, l’incontro dell’uomo
di
Domenico Capitani
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Un disco importante che ancora sottolinea l’altezza spirituale e compositiva di Manuel Volpe e della sua Rhabdomantic Orchestra che qui firma il disco in prima persona. Parliamo di “Almagre”, crocevia dentro cui diviene portante e direzionale la voce della cantante colombiana Maria Mallol Moya. Surrealismo del Jazz contro le volitive soluzioni della world musica, tra analogici simbolismi e digitali mondi paralleli. Potremmo raccontarcela in mille modi ma il vero è che la composizione di Manuel Volpe, per ognuno dei suo step, sa narrare, sa mostrare visioni, sa renderci parti integranti di un film circolare che non ha fine.
Partiamo dal concetto di collettivo che qui prende anche una dimensione “orchestrale”. Il suono come punto di arrivo. Lo spettacolo, la sua riproducibilità? Che posto occupa nel progetto?
Esatto, il suono è il punto di arrivo. Il messaggio o l'idea sono il punto di partenza. Una stessa parola pronunciata da labbra diverse produce significati e sfumature differenti. Per questo il suono che trasmette un messaggio è l'unico elemento che conta in musica.
E dunque l’individuo, la sua riconoscibilità… anche questo elemento diviene secondario vero? L'ego è secondario, ma l'individuo, la sua unicità, il suo suono che si combina con gli altri è assolutamente determinante per il risultato finale. Non esisterebbe “Almagre” per come lo sentite con anche solo un altro musicista nell'orchestra.
E poi la copertina: uno stile un po’ retrowave, ma anche tanto altro, concettuale, astratto… l’allegoria dell’uomo dell’occhio… a cosa allude?
La copertina è dell'illustratore Beppe Conti ed è ciò che lui ha visto nel nostro disco. L'occhio dentro l'uovo cosmico è lo sguardo di qualcosa di bello, di salvifico che per me è l'arte. L'uovo è posto dentro una soglia dove si intravede un deserto, ovvero un paesaggio in continua mutazione quindi vivo in contrasto con l'ambientazione esterna che invece è statica, morta.
E poi questo pavimento che sembra essere accostato ad una sua porzione riflessa in altro modo… come realtà diverse… credo ci siano mille particolari solo nella copertina…
Sono convinto che ciò che ognuno di noi può vederci dentro sia sicuramente diverso da ciò che ha visto Beppe per questo ci è sembrata l'immagine perfetta per raffigurare la nostra musica.
E se il rabdomantico cerca acqua e metalli, “Almagre” in cosa è in cerca?
Di un ascoltatore attento, paziente, ben disposto alle sfide, ma che allo stesso tempo abbia voglia di chiudere gli occhi e ballare.
Articolo del
29/06/2022 -
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