Decisamente un ritorno al passato con un disco di “leggerissima” irriverenza punk. Dicotomie pop contro il malaffare delle abitudini rock. E poi il suono libero, ripreso quasi dal vivo, suonato come si suona ormai poche volte, come si suonava anzi una volta… e poi questa voce tagliente, appena scollata dal mix, un mix fatto con i crismi della buona regola dell’arte. Insomma “Sangue Corrotto”, nonostante le ingenuità di un esordio, è un disco di antico punk italiano, di buon rock in cerca di buone melodie, di tantissimo altro che vi invitiamo a scoprire… è l’esordio di una band che sono sicuramente amici di vita prima di tutto e poi colleghi di ventura. Parliamo con i Carpets & Candles in questa bellissima intervista.
Si torna a parlare di Punk o sbaglio? Possiamo parlare anche di Punk volendo. I Carpets & Candles non sono solo Punk. Sanno essere punk all'occorrenza. Siamo principalmente rock. Anche il disco è rock. Noi lo chiamiamo “rock alla mano”. Il disco ha assunto delle sonorità inaspettate, abbiamo cercato qualcosa di primitivo, che emergesse con una certa autonomia e che ci potesse dare anche quel gusto di esaltazione e piacere. Le sonorità punk vengono scelte per quei momenti in cui sentiamo che il brano deve essere sfrontato, immediato e semplice. Un'energia, un’intenzione e un preciso momento delle nostre vite musicali cristallizzati da una produzione furba e un po’ sfrontata. Ma lasciamo parlare la musica: ascoltiamo Distanze e sarà tutto più chiaro, senza altro aggiungere.
Che poi non capisco del perché di questa immagine di copertina… tutto sembra tranne che di un bel disco di punk… vero? Mettiamola così: se il NOFX parlassero nei loro testi di un'identità frammentata che fatica a trovare la parte autentica dell'essere, approcciandosi al vuoto sterile dei valori contemporanei, forse, ma forse, avrebbero scelto questa immagine. Chissà? Lo chiederemo a Fat Mike! Intanto per curiosità vi sveliamo che, per gioco, i personaggi in foto richiamano quelli di una psiche disgregata che fatica a trovarsi, ovvero, Dorothy, il leone, l'uomo di latta e lo spaventapasseri. Un po' come nel brano Stabile "particelle solide, come il vetro fragile" in cui il protagonista si sente composto come da biglie coese e pronte a cascare a terra frantumando l'immagine di sé. Sullo sfondo dell'immagine si aggirano, con presagio, le immagini di un ex manicomio. A questa idea si abbina bene il testo e la musica di Luna: "oggi sono cenere e mi lascio trasportare via, non ho niente da perdere, mi rimane solo la mia follia", mentre il solo è ancora più pazzo. Comunque, non volevamo trasmettere un’immagine di noi che fosse legata solo alle sonorità di questo disco. Noi siamo quelli in foto, strani e in qualche modo difficili da capire. La nostra musica è come un mosaico: da lontano un'immagine, da vicino tanti colori.
E anche il titolo… insomma non sono critiche, sappiatelo, ma sinceri moti di curiosità. Davvero interessanti come scelte… cosa c’è dietro? Il titolo è una autocitazione, nel brano Km(chilometri) viene ripetuto come un mantra nel ritornello. "Sangue Corrotto" è il mantra che si ripete sotto prospettive diverse in tutto il disco. Il filo rosso. È anche un’ode all’apertura verso l'ignoto e alla contaminazione positiva. Così come la nostra musica vuole essere “alla mano”, anche la nostra mente deve svuotarsi da preconcetti e sovrastrutture e lasciarsi andare al nuovo, al bello e a tutto ciò che può aprire al cambiamento, ispirandoci a essere tutti persone “alla mano”. E quindi questo filo rosso. In tutti i brani è possibile trovare qualcosa di intimo, viscoso e irrorato, come il sangue. Così come è possibile trovare qualcosa di storto, instabile, spiazzante. Magari nel testo, o in quel passaggio di basso, nella soluzione armonica, in una batteria prepotente su una voce sfiorata, o nel cambio distorto della chitarra, insomma, Sangue Corrotto. Prendi per esempio Immoralità, il ritornello apre in tonalità maggiore per proseguire in tonalità minore, come fosse un cambio di umore repentino; mentre le parole evocano nell'immagine dell'amplesso, la voglia di infinito richiamato dalla noia, la voglia di rompere la cortina della morale richiamata dalla consuetudine: "ma la solitudine, ti chiede già, mangiami le labbra pensa all'immortalità/ma la tua abitudine ti chiede già di concedere il tuo seme all'immoralità". Anche questo è Sangue Corrotto.
E poi il suono… avete lasciato il suono libero e questo è un gran punto a vostro favore. Prima di lavorarci quanta ricerca e quanta pre-produzione è stata fatta? Tantissima e pochissima: parlando di ricerca noi suoniamo insieme da quasi 10 anni, e in tutto questo tempo non abbiamo mai smesso di cercare di compattare e migliorare il nostro suono, che però in qualche modo strano è sempre lo stesso e ci attira ogni volta che sperimentiamo. Parlando di pre-produzione Luca di Bios Productions è stato bravissimo nell’aiutarci a capire che il nostro suono andava solo sfinato e ripulito, ma fondamentalmente era già davanti ai nostri occhi. Per questo la pre-produzione si è davvero limitata a tante, tante e ancora tante sessioni di prove per prepararci alla registrazione in presa diretta, altra idea di Luca, che ha dato al disco quell’ulteriore botta e quel sentore di spontaneità che si percepisce.
E l’improvvisazione? Quanto è nato in studio? In effetti qualcosa è stato improvvisato in studio, ma si è trattato perlopiù di abbellimenti o di idee lampo dell’ultimo minuto dato che i pezzi erano già più che solidi e rodati sia nell’ossatura che negli arrangiamenti: anche se può sembrare un paradosso, registrare in in presa diretta può dare una maggior libertà nell’interpretazione di alcune dinamiche e di alcuni arrangiamenti ma rende indispensabile arrivare con le idee più che chiare, altrimenti si rischia di perdersi in decine di take e arenarsi, ammazzando quella genuinità tanto ricercata e finendo per dare al disco un sapore decisamente artefatto… che orrore!! L'improvvisazione che ci ha sorpreso di più? Il solo di Luna. Andiamocelo a sentire dai!
Un disco che solo dal vivo secondo me potrà dare il meglio… che ci dite? Vi diciamo di sì! È un disco che vuole essere suonato dal vivo fino allo sfinimento e se lo merita con tutto il lavoro che ha richiesto! Quest’estate ci becchiamo in giro, non mancate.
Articolo del
19/07/2022 -
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