Pubblicato dall’etichetta Filibusta Records, Canzoni in Verticale è il disco d’esordio pianista, autore e cantautore Andrea Pavoni. Un progetto raffinato in cui spiccano la cura dei testi e soprattutto degli arrangiamenti a cui hanno preso parte numero di musicisti di grande livello. Ecco il racconto di questa nuova avventura Andrea cominciamo l’intervista partendo dal titolo che a nostro avviso sintetizza al meglio l’essenza di questo lavoro. “Canzoni in Verticale” ha un significato particolare per te? Sì, decisamente. La vita è "verticale", è una salita, è un’evoluzione continua, una tensione continua. "Fare" una verticale si usa per dire "fare una cosa difficile, impegnativa". Fare questo disco è stato molto impegnativo, dalla scrittura dei pezzi al coinvolgimento dei vari protagonisti musicali che lo hanno realizzato, alla grafica, alla produzione... tutto è stato meticolosamente assemblato in un processo durato anni, un processo "verticale", mirato a questo risultato. Non ultimo... gli arrangiamenti, che sono un elemento chiave di questo lavoro, si scrivono "in verticale", su una idea basica vengono posizionati i vari strumenti che, scritti "in verticale", poi interagiscono tra di loro, tra una riga e l'altra, creando intrecci e relazioni. Come vedi, questo elemento è molto importante
Un lavoro che parte dal cantautorato e che sposa tanti stili musicali. Ce lo vuoi descrivere brevemente? E' come dici tu. Si parte dal cantautorato per andare un po' dovunque, ci sono pezzi con un organico quasi "da camera", brani strumentali, brani che derivano esclusivamente dal testo, e che sono costruiti partendo esclusivamente da quello. E' un disco di libertà. La musica in teoria è libertà, liberazione
Visto che parliamo di un disco che parte dal cantautorato ci vuoi raccontare anche di cosa parlano principalmente i testi? Fondamentalmente sono la descrizione di piccoli momenti, che però sono importanti... una discussione ("La Discussione"), una giornata al mare con una donna che si è amata ("La Tua e la Mia Vita"), un momento di colloquio interiore con il proprio "io negativo" ("Mai Viene la Notte"), la suggestione di un film ("Sonia Non Esiste"), la disillusione ("Il Castello di Sabbia"), momenti di profonda disperazione ("Parole dal Mare"), momenti di profonda ironia e spensieratezza ("Sabato Sera")... insomma in definitiva c'è la Vita. C'è anche un brano dove ho trasposto in musica e parole l'assurda relazione che ho con la realtà delle guerre ("Il campo di battaglia"). Era un tema talmente assurdo, insensato per me che ho finito per scriverci sopra una canzone
In questo disco ti avvali di tanti artisti, anche di diversi cantanti e tante altre figure. Come hai scelto i tuoi musicisti che hanno suonato all’interno di questo progetto? Sono stato fortunato ad incrociare Phil Mer: batterista, arrangiatore, grande appassionato di arte visiva... insomma un artista nel più profondo senso del termine. Con lui ho condiviso la Produzione Artistica, e quindi siamo "andati in cerca" dei migliori interpreti per i brani, abbiamo fatto provini, ipotesi, riarrangiamenti, ecc... L'album è il risultato anche di questo percorso. Siamo partiti dagli "amici", che ci sono, con mia grande soddisfazione, ma siamo andati ampiamente oltre... Ad esempio la partecipazione di Oliviero Malaspina è la conseguenza di questa logica: per "Parole dal Mare" alla fine mi sono trovato a pensare "chi sarebbe per te al primo posto per cantare questo brano"... ed era lui, Oliviero. Non pensavo che lo avrebbe fatto, invece ha offerto la sua arte, la sua sensibilità, al servizio del brano che gli ho proposto, con un risultato che abbiamo ritenuto essere assolutamente notevole
Parliamo adesso del tuo percorso artistico: tu hai avuto una lunga militanza in ambito rock progressive per poi cominciare una avventura personale. Ci vuoi parlare di questo passaggio? Qui veramente non so dire molto. I Greenwall sono stati "la mia casa" per 18 anni. Si dice che una persona a 18 anni diventi matura, può prendere la patente, può guidare la sua macchina. Mi è sembrato che dopo 18 anni anche io potessi guidare la mia. Ma questo non vuol dire assolutamente "contrappormi" ai Greenwall... piuttosto a me sembra la continuazione di quel percorso. Considera che io sono comunque l'autore della maggior parte dei testi e della musica del gruppo. I Greenwall possono considerarsi sciolti ma in realtà siamo un gruppo di amici, per cui in realtà "mai dire mai"...
Ci vuoi parlare anche dei tuoi riferimenti musicali? Tanti.... la musica è musica, ed è bella (quasi) tutta. Te ne dico 3: gli Yes, Chick Corea, Elton John, i Pink Floyd. Vedi? Non sono riuscito nemmeno a dirne 3
Per quanto riguarda il futuro invece avete qualche data che ci vuoi segnalare? Certamente! Il 2 ottobre saremo a presentare il disco al Teatro Il Cantiere, a Trastevere. Se volete, venite!
Articolo del
21/07/2022 -
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