Titolo lungo, esteso, esaustivo e anche violento nella sua estetica. Parliamo del nuovo singolo de I Malati Immaginari, mettiamo in circolo “Puoi Trattarmi da Puttana (tanto non m’importa più)”, canzone che punta il faro e l’attenzione dentro le più intricate dinamiche della violenza sulle donne e non solo… l’intricato gioco delle sensazioni, delle angolazioni dentro cui raccontare e vivere una storia… e poi questo suono tribale, esterofilo e catartico, alla ricerca di una spiritualità molto umana, empatia di un valore aggiunto raramente riscontrabile oggi in questo tempo liquido. Aspettiamo il disco d’esordio del progetto iMi, duo pop elettrico ed elettronico che tanto si sta facendo notare anche grazie ai numerosi live in giro per l’Italia.
Ci aspettavamo un video importante… come vostro solito. A quando? Arriverà? Quanto ci dispiace dover iniziare un'intervista con un no... Purtroppo non ci sarà per ora un video per "Puoi trattarmi da puttana". Era in programma, era stato anche scritto, dovevano girare prima di partire per il tour il 27 luglio. Ma alcune persone della crew hanno preso il covid ed è saltato. Per ora. Sarebbe stato il nostro primo video con il regista Gaetano Pasella, già al montaggio di "Bambola Parlante". Gaetano, per anni aiuto regia di Siani e attualmente appena sbarcato su Amazon Prime con la serie "Primordio", è ormai parte integrante del progetto iMi e presto lo vedremo in azione sul singolo per il lancio dell'ep...
Questa volta il trucco di scena che prevede? Il trucco stavolta sarebbe stato molto semplice. Poiché avremmo girato all'aperto a luglio, non era previsto un trucco strong. Ci avrebbe fatto piacere promuovere un videoclip in cui saremmo apparsi al naturale, senza trucco e con abiti normali. Ma, evidentemente, il destino ce lo ha impedito, e senza tenerci nulla per noi, con Gaetano già abbiamo pianificato il videoclip del prossimo singolo. Sarà molto diverso e sicuramente meno oscuro dei precedenti nei costumi e nelle ambientazioni, ma possiamo anticipare che vedremo i Malati in una storia d'amore che viaggia nel tempo e nelle varie epoche storiche. Ci divertiremo sicuramente con i costumi e con il trucco.
Il suono con questo modo turco quasi balcanico… da dove nasce? Dario: Nasce da molto lontano, ero studente fuori sede. Una sera, da solo, ricordo che esagerai un po' col vino e mi ritrovai a buttare giù il giro della strofa. All'epoca mi piaceva giocare con i semitoni sul secondo grado, come nella scala modale frigia. Di solito ho sempre buttato via le cose scritte da ubriaco, ma questo giro me lo sono conservato per anni, finché lo ha sentito Laura...
Laura: Infatti, durante una delle nostre primissime jam nel 2019, Dario cominciò a suonare questo riff. Sembrava lo conoscessi da una vita, poi ho sempre amato le atmosfere dei Tool e degli A Perfect Circle, e questo pezzo me lo ricordava. Lo scrivemmo il tempo di suonarlo, abbiamo ancora la registrazione, e fu lì che capimmo che quello che era appena iniziato sarebbe stato il nostro futuro. E infatti eccoci qui...
E queste percussioni gutturali e lontane, segno di antiche problematiche quasi tribali? Quasi rituali? Siamo contenti che il tuo orecchio abbia percepito il nostro drumming come "tribale". Per noi la nostra musica è un rito, un rito purificatore. Abbiamo iniziato a suonare come percorso di terapia e ci siamo trovati a suonare nella nostra band preferita, I Malati Immaginari. E hai ragione, la ritualità è uno dei nostri tratti distintivi, noi viviamo tutto come un rito da ripetere nel tempo. Noi suoniamo con i loop, ovvero il ripetersi sempre uguale ma diverso di un evento sonoro. Ci piace leggere la storia iMi in chiave esoterica, perciò le maschere "indivisibili", perciò la batteria tribale e profonda, perciò le chitarre cicliche. Per rendere bene questo mood con la batteria, Laura ha registrato il brano con i mallet e con il rullante senza cordiera, dando al brano tutte quelle frequenze basse che mancavano, appunto, per l'assenza di un basso.
Articolo del
05/09/2022 -
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