Ciao Zagreb, piacere di conoscervi, cominciamo da subito col parlare del vostro progetto. Come nasce? Ciao Amici e grazie per lo spazio! Zagreb nasce circa 8 anni fa, quando tutti noi avevamo altri progetti musicali, chi nel punk, chi nel blues, chi nel rock d’autore. Dopo un mio viaggio appunto a Zagabria, ci siamo cercati e trovati. Non è stato difficile mettere insieme le idee, dopo pochi mesi infatti eravamo già sui palchi senza nemmeno aver registrato il primo disco. Da quel momento non ci siamo più fermati: 4 album, centinaia di concerti, tanta strada. Zagreb, nonostante un paio di cambi di formazione, è sempre stata una famiglia, stare insieme, condividere non solo la musica, è per noi essenziale.
“Fulmini” è un disco maturato durante il lockdown, raccontateci qualcosa in più, come avete vissuto artisticamente parlando questi due ultimi anni così particolari? Il nuovo disco si chiama Fulmini e nasce in pieno lookdown, quando tutto era spento ed immobile. Scritto di getto dal sottoscritto e poi perfezionato in studio dall’intera band. Un fulmine appunto…dettato dall’urgenza di raccontare questo momento storico che difficilmente dimenticheremo, sia come persone che come musicisti. E’ stato un po’ come richiudere in gabbia un leone che aveva appena scoperto la libertà. Avevamo da poco pubblicato il terzo disco (Tu sarai complice): un album che adoriamo e che aveva le carte giuste per emergere. Un lungo lavoro fatto di molta passione, sia in sala prove che in studio; da sottolineare anche la collaborazione con Pierpaolo Capovilla, con il quale, oltre ad aver confezionato un brano che è una nostra piccola perla, è nato un bel rapporto di amicizia. Dopo appena un mese dalla pubblicazione del disco, si è spento tutto, e come tutti, abbiamo dovuto fermarci annullando così un lungo tour che ci avrebbe permesso di girare il Paese. Un inferno! Nonostante questo disastro, abbiamo continuato a suonare da remoto, producendo così alcuni brani e creando qualche nuovo giro. Eravamo moralmente distrutti, ma il fatto di avere un appuntamento on line tra noi, un po’ ci sollevava.
Avete collaborato con Pierpaolo Capovilla ed Omar Pedrini, com’è stato? Come vi sentite dopo dei featuring così importanti? Lavorare a stretto contatto con certi artisti è stato senza dubbio un onore per tutti noi. La pazzia e l’intelligenza di Piepaolo, la grandezza umana e artistica di Omar ci hanno donato grande energia e ci hanno fatti crescere. Esperienze diverse ma letali per la discografia di Zagreb che con orgoglio rimarranno per sempre. In studio e tra i locali notturni di Ferrara (e non solo) ci siamo raccontati le nostre relative vite personali e lavorative, le gioie e le fatiche per raggiungere certi obiettivi, i dolori e le frustrazioni…tutto in modo molto naturale, come vecchi amici. Tutto ciò è stato la grandezza di questi incontri speciali. Piepaolo Capovilla ha cantato nel brano “Vibra”, mentre Omar Pedrini appare con la voce in “Resto solo io”. Due brani che, appena nati, già ci chiamavano i loro nomi.
“Fulmini” è un disco maturo ma anche leggermente distante da ciò che va di “moda” oggi, cosa ne pensate dell’attuale panorama musicale? C’è ancora spazio per le rock band? Zagreb non ha mai seguito le mode, e vi ringraziamo per la domanda perché per noi è importante chiarire questo argomento: ogni nostra produzione (audio o video che sia) è puro frutto di istinto e necessità, senza tanti ghirigori o altro. I testi, i giri armonici, l’attitudine, tutto dettato dalla voglia di esprimere il concetto in modo diretto e autentico, con l’obiettivo, certo, di farlo ascoltare al grande pubblico, ma di non farlo diventare parte di una moda. Crediamo che ci sia bisogno di questo tipo di rock, perché per noi questo è il Rock: sudore, enorme passione, difficoltà….nulla a che fare con le grandi produzioni costruite a tavolino, fatte di abiti e parole altrui.
Avete in mente altri featuring che avete voglia di spoilerarci? Certamente si…significherebbe sempre molto per il nostro cammino. Abbiamo già qualche idea, magari già l’anno prossimo qualcosa potrebbe uscire.
Quali sono i vostri progetti futuri a breve ed a lungo termine? La cosa che amiamo di più in assoluto è suonare dal vivo, quindi per noi questo rimane il progetto di ogni nostro progetto. Non possiamo farne a meno, venite a trovarci!
Articolo del
23/09/2022 -
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