Ciao ragazzi! Raccontateci come nasce il vostro progetto? Il progetto AUGE nasce nel 2019 a Firenze, dall'unione di tre musicisti: Sara Vettori al basso, Matteo Montuschi alla chitarra e Mauro Purgatorio alla voce più synth e programmazioni addizionali. Abbiamo subito autoprodotto un EP di esordio nel 2020, "Magnetic domain", uscito per la Contempo Records, composto da 6 tracce in inglese. Quel lavoro ha di fatto cementato il sodalizio artistico. Nel 2021 l'incontro con il musicista e produttore Flavio Ferri (DeltaV, Maroccolo) ha di fatto contribuito al salto di qualità della band. Insieme a Flavio abbiamo realizzato la produzione di un nuovo album che potremmo definire il vero debutto degli AUGE sulla scena musicale italiana: 8 canzoni in italiano ed una cover (preferiamo definirlo un arrangiamento stile AUGE/Ferri) di Anima Latina, bellissimo brano della coppia Battisti/Mogol. L'album, in versione Vinile a tiratura limitata e CD, è uscito per l'etichetta VREC, label con la quale siamo entrati immediatamente in forte empatia.
Quali sono state e quali sono secondo voi le difficoltà di una band emergente oggi come oggi? Sono state anche le vostre difficoltà? Soprattutto per un genere come il vostro. La maggiore difficoltà per una band emergente è raggiungere in breve tempo una discreta visibilità. In questo momento la musica trasmessa dalla maggior parte delle radio italiane non gode di ottima salute poiché uniformata ad uno stile che definiremmo "estivo-popolare" mentre le date di moltissimi locali e festival sono occupate da tribute band, ne consegue che proporre un genere veramente alternativo musica originale rappresenta oggi una sfida davvero coraggiosa. Per questo diventa fondamentale il sostegno sia da parte della etichetta che del booking. Se si ha la fortuna di piacere ad una label che lavora attivamente a prescindere dai like o dai followers ed una fortuna ancora maggiore ad entrare nel roster di un booking operativo già tutto questo si traduce in energia positiva che diventa linfa vitale che consente alla band di sopravvivere artisticamente nonostante il desolante panorama che esiste all'esterno.
Con chi vi piacerebbe maggiormente collaborare? Per il momento siamo decisamente soddisfatti di avere la possibilità di lavorare con Flavio Ferri, artista incredibile e poliedrico, con una percezione del gusto che è a noi molto vicina, dotato di una umanità esemplare. Nel futuro poi chissà...
“Anima Latina” come cover del vostro disco è una scelta che non ci si aspettava. Come mai avete scelto proprio Lucio Battisti? era un desiderio che Mauro coltivava in sé da molto tempo; quando si sono formati gli AUGE la sfida è stata immediatamente raccolta da Sara e Matteo e quando l'abbiamo proposta a Flavio ne è venuta fuori una tale prorompente energia che ha prodotto quel riarrangiamento di un brano incredibile di Battisti/Mogol. Abbiamo scelto quel brano per la complessità che lo stesso propone: si tratta infatti di una produzione prog di Lucio Battisti decisamente sottostimata ai tempi e un po' rivalutata oggi, una visione della musica, a distanza di 50 anni, che fa capire come allora la musica italiana fosse davvero capace di anticipare i molteplici decenni a venire. Perché Lucio? Ci piace una risposta secca che qualche tempo fa Flavio ha dato in una intervista radiofonica: "perché è unico!" “In purgatorio” è un album abbastanza complesso, da dove è arrivata l’ispirazione per un disco così importante? Cosa rappresenta il disco al momento per la vostra carriera? nel 2020 abbiamo deciso di scrivere in italiano per rendere ancor più comprensibile la nostra produzione artistica, Mauro ha iniziato cosí a realizzare testi piuttosto corrosivi che raccontano di anime perdute, racchiuse nel limbo frustrante della vita di tutti i giorni, con la speranza tuttavia che un dettaglio possa illuminarne improvvisamente il percorso. Quando poi abbiamo deciso il titolo per questo lavoro ecco che il cognome di Mauro ci sembrava perfetto per definire il concept di questo album. Di conseguenza Sara, che è una bravissima illustratrice oltre che bassista, ha disegnato la copertina e realizzato l'artwork del disco: era la perfetta quadratura del cerchio della nostra opera.
Com’è stato collaborare con Flavio Ferri? Lavorare con Flavio significa anzitutto conoscersi reciprocamente. Come già detto Flavio ha un elevato coefficiente di umanità e proprio per questo, prima di decidere di lavorare con chicchessia, vuole conoscere profondamente i propri artisti. Ecco, quella è stata la parte più emozionante, parlare ore ed ore con lui di tutto, oltre che di musica, ci ha fatto entrare in una sintonia artistica di rispetto reciproco. Questa sinergia crediamo sia evidente ascoltando i brani del disco.
Progetti futuri? Stiamo già lavorando su una dozzina di canzoni per poterle poi coprodurre insieme a Flavio. Si tratterà ancora di un concept, abbiamo già in mente tutto, persino il titolo del futuro album. Abbiamo inoltre da qualche mese integrato nella lineup Riccardo Cardazzo, batterista eclettico che da tempo volevamo facesse parte della band. Facciamo poi parte del roster di un booking per cui a breve inizieranno le date invernali e stiamo infine collaborando con Rock'n'Safe ad un progetto che riguarda la sicurezza degli ambienti di lavoro, argomento trattato ricorrendo ad una comunicazione, del tutto inedita, teatral-rock, ne dovrebbe scaturire un tour. Insomma, abbiamo da lavorare per poter cristallizzare nuovamente la nostra urgenza artistica e tutto questo ci rende molto felici
Articolo del
05/10/2022 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|