Un disco come “Acrobazie” vale il tempo da dedicargli, in quiete ma anche dentro una personalissima rabbia. Roncea, classe 1987, di origine francese cresciuto in Italia a Vezza d’Alba, nella zona delle Langhe e del Roero, prende inspirazione da un padre circense, Constantin Roncea acrobata rumeno che ha lavorato anche al famosissimo Circo delle mille e una notte (Orfei). Da qui parte la genesi di cinque pillole in musica, cinque canzoni che sono fotografie piccole e dissonanti del tempo nostro, del nostro modo di stare al mondo. E la firma artistica di un direttore dei suoni come quella di Manuel Volpe subito deve farci pensare che il mondo urbano, umano, civilizzato, pensante, è parte integrante della narrazione. “Acrobazie” davvero merita il tempo che chiede…
Ci piacciono questi ascolti nuovi, apolidi, senza etichetta. E ci piace anche quando c’è libertà dentro la composizione… parlaci della tua libertà. Come l’hai messa in musica? Prima di tutto sono molto contento che tu abbia apprezzato l'EP, è un lavoro a cui tengo tantissimo, non do nulla per scontato, mai. Quindi mi sorprendo e mi emoziono grazie a te in questo preciso istante. La libertà è la possibilità di poter scegliere, un concetto banale quanto prezioso, dimenticato, frainteso e poco apprezzato da chi ce l'ha. In ambito artistico o meglio espressivo, spesso e volentieri, sono l'ambizione e l'ego ad essere gli antagonisti della libertà. Perché Acrobazie è "libero"? Perché fondamentalmente è solo una storia che ho voluto raccontare, un abbraccio che ho voluto dare a chi come me le cose le sente, le vive in un certo modo, è una carezza ai cuori infranti, un bacio alle anime tormentate, è il bisogno di condividere, di sentirsi meno soli, meno sbagliati. Sono libero perché non devo portare a casa dei risultati, sono lontano dal mercato, lontano dai numeri ma vicino al peso, quello che certe persone riescono a dare a determinati sentimenti. Sono geloso di Acrobazie. Non è per tutti.
Le acrobazie di oggi… quali sono e come le vivi? Ciascuno di noi è un acrobata: alcuni sono fortunati, se la cavano con qualche semplice esercizio, altri sono trapezisti che fanno salti mortali per tutta la vita senza ricevere mezzo applauso. Non è vero che conta solo il risultato anche se i tempi moderni ci spingono a credere che sia così. L'acrobazia più spettacolare che possiamo fare è cercare, osservare, comprendere l'amore per poi imparare a donarlo, senza ritorno, senza interessi, senza pretese. Concentrarsi su quello che riesci a dare, scegliendo la strada meno appagante, quella che non ti da risposta ma ti lascia solo altre domande. L'Acrobazia più bella che ho fatto è quella di aver imparato a cercare senza la smania di trovare: ho imparato che cos'è il perdono, per davvero. Ci sono voluti tanti anni e duro lavoro. Ho ancora tantissimo lavoro da fare sulle altre acrobazie che vorrei imparare a fare, tuttavia sono felice di aver scattato una fotografia che descrive il mio sentire di oggi ed essere riuscito a metterle in musica, la medicina più efficace che conosco.
Mi colpisce “La ragione delle cose”. E qui ci sono ampi rimandi alla letteratura non troppo contemporanea. E subito penso alla pandemia… e alla ragione che ha modulato dentro le nuove normalità. Quanto suono fuori pista? La Ragione delle cose non è un brano direttamente connesso alla pandemia, anche se capisco bene il perché tu abbia fatto l'accostamento. Devo ahimè deluderti e ammettere che è stata scritta prima. La ragione Delle Cose è una lettera scritta alla donna amata, quando la storia ha ormai superato da tempo il momento dell'innamoramento, della passione, della novità, della conoscenza. Il momento in cui una storia diventa vita. E' qui che entrano in gioco nuove sensazioni: l'altro diventa l'estensione di sé, ne rappresenta la parte migliore. Ci si prende per mano e si affronta tutto, anche quello che non riusciamo a comprendere. C'è la voglia di capire, c'è la voglia di crescere, c'è la voglia di evolvere, di continuare ad amare. Innamorarsi è facile, involontario, spontaneo. Imparare ad amare è una cosa diversa, è impegnativo, è faticoso, può diventare doloroso. Una canzone che è una dichiarazione di intenti, una promessa: esserci anche domani. Nello spendersi per l'altro, troviamo la ragione delle cose.
E in generale, un disco così umano e vero, quanto si scontra con le nuove abitudini che mettono la funzione al primo posto? Sei nelle apparenze. Nelle nuove acrobazie digitali. Altrimenti non esisti. Tutto questo fa male alla musica. Tu da cantautore come la vivi? Tu mi piaci molto, penso che potremmo diventare amici perché una domanda così non ti viene, se non hai una sensibilità di un certo tipo. Cerco persone come te, sono felice che tu abbia ascoltato Acrobazie e ancora più felice che ne hai colto l'essenza. Mi dai la possibilità di dire delle cose importanti. Rispondendo alla tua domanda, la mia "carriera" musicale come Roncea è finita nel 2019 con Presente. Ho capito, facendomi anche male, che non sono adatto a un certo modo di fare e di intendere la musica. Mi sento sono lontano dai linguaggi, dai messaggi, dall'estetica, dagli strumenti e dalle ambizioni di un certo tipo, che oggi vedo molto presenti in questo mondo che smetterei anche di chiamare indipendente perché in realtà è super dipendente dalle logiche dell'ambizione, del successo, della conquista di un mercato attraverso la vendita di un prodotto. Sono nato e morirò nel punk, credo in altri valori, che per un momento - te lo dico con imbarazzo - devo riconoscere di aver smarrito. Ho iniziato un percorso nuovo, diverso: voglio crescere come artista sì, ma verso il basso, voglio andare in profondità. Le classifiche le faccio scalare a chi ancora ha il desiderio di raggiungere risultati inequivocabili, universalmente riconosciuti, a chi ha bisogno di sentirsi vincitore, ignorando che, se ti guardi bene intorno, è evidente che abbiamo perso tutti. Se dovessi mai arrivare a tanto non lo disdegnerei affatto ma significherebbe che o ci troviamo in un altro mondo (bene, benissimo!) oppure mi sono completamente bevuto il cervello.
Articolo del
15/10/2022 -
©2002 - 2024 Extra! Music Magazine - Tutti i diritti riservati
|