EXTRA! oggi vi presenta in anteprima assoluta il video in animazione che celebra l’uscita del primo lavoro della band campana dei Black Whale. Si intitola “Spaceship” questo lavoro di sfacciati rimandi rock americani, epici, quasi progressivi nei retrogusti. Su tutto impera un concept quasi distopico se non addirittura apocalittico. E il singolo che vi presentiamo in anteprima, “Machine”, una bellissima clip di animazione a cura di Nico Vecchione (Quepod Lab): il mondo dominato dalle macchina, il centro nevralgico è la storia di YanV7, il primo cyborg concepito per la vita eterna che, dopo aver visualizzato dei flashback in cui rivede una vita da umano, si risveglia nello spazio e non comprende cosa stia accadendo. “Spaceship” rappresenta uno di quei progetti dentro cui la narrativa si dipana dentro livelli e modi differenti, paralleli, onirici a loro volta. Dal 21 Ottobre, tutto questo sarà pubblico dentro i principali store e canali digitali. Ad ora godiamo l’anteprima video a seguire…
Partiamo dal concept. Apocalittico. Catastrofico. C’è un qualche nesso tra tutto questo e il suono americano che sentiamo? Lo chiedo perché siamo abituati a legare al cinema apocalittico proprio una firma americana… Ci sentiamo molto vicini alle sonorità americane, siamo cresciuti con i miti degli anni 90 come Nirvana, Stone Temple Pilots, TOOL, Red Hot Chili Peppers, ma ci lasciamo influenzare anche da artisti contemporanei come QOTSA e Nothing But Thieves. Nel sound delle nostre canzoni sicuramente si può trovare il concetto di "decadenza" sia sociale che sentimentale.
Da dove nasce YanV7? Intendo da quale ispirazione? Quanto siamo lontani o vicini alla letteratura? Ho scritto il concept personalmente e posso dire che la passione per Blade Runner e Cowboy Bebop si è miscelata automaticamente a degli eventi della mia vita, quindi la genesi del personaggio è qui. Ho trovato una strada per esorcizzare il dolore che è andata oltre la musica. Ad ogni modo, senza il lavoro di disegno e animazione di Quepod Lab sarebbe stato forse impossibile.
Il concetto di macchine è ampiamente divulgato da tantissime opere dell’arte. Ma molti pensano che queste un giorno avranno la coscienza da usare in rivoluzione contro l’uomo. In “Spaceship”? Cosa accadrà nella vostra distopia? Nel nostro immaginario la macchina si innesta nell'uomo, non si contrappone. Stiamo lavorando sul seguito e ci piacerebbe continuare su questo filone che ci appassiona. Nello spazio ci sentiamo liberi di vagare, "cadere" e scoprire nuovi scenari e atmosfere. Non è escluso che il protagonista del video di Machine possa incontrare in futuro qualche antagonista lungo la sua strada.
Domanda sociale: questo rock in bilico tra crossover e progressive, quanto sfogo e critica sociale troviamo? E nel vostro piccolo come vi rapportate a tutto questo? Abbiamo auto-prodotto questo EP perché ci piace essere indipendenti nel sound e nella comunicazione. Nei prossimi pezzi arriveranno delle urla di protesta contro i "piccoli uomini", in “Spaceship” è presente invece una matrice romantica nata da dialoghi allo specchio e amori finiti male.
Un Ep digitale che per voi significa… cosa? Un punto di partenza o un arrivo, un risultato… un punto da cui vedere le cose da un altra prospettiva? “SPACESHIP” è un punto di partenza ed è anche un risultato perché l'abbiamo desiderato tanto, siamo andati avanti con determinazione nonostante le 1000 difficoltà di questo periodo assurdo. Allo stesso tempo lo viviamo come una possibilità per capire cosa c'è da migliorare, la voglia di metterci a lavoro non manca.
Articolo del
19/10/2022 -
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