Viaggio onirico dentro un suono che alla forma non si piega e alle abitudini non da retta. E tutto questo senza sommatorie di stili e di scena ma con un lavoro (durissimo pensiamo noi) di sottrazione per giungere a quella che Alessandro Baris ha definito la sua personalissima “Sintesi”. Disco d’esordio di un producer affermato nella scena dell’elettronica. La tessitura evocativa poi ha cercato anche firme altre, collaborazioni speciali anche sul piano visivo come quella di Luigi Honorat per il video di “Last Letter to Jayne” con la voce di Lee Ranaldo dei Sonic Youth… e ancora il brano “Embers” che incontra la featuring di Emma Nolde… e non ultima Lisa Papineau (eclettica cantautrice americana, collaboratrice fra gli altri di Jun Miyake, Air e M83) per il brano ”Nival”… e poi la sua voce, appena, sottile, come ogni cosa poco più che un dettaglio. E “Sintesi” è un viaggio, onirico dicevamo, sospeso… e di dettaglio.
Un disco immersivo dentro una sintesi che lavora sulla sottrazione più che sull’aggiunta delle cose. Una sensazione che ho provato sin dal primo ascolto… che ne pensi di questa mia impressione? La trovo corretta in quanto la sottrazione è stata l'unica guida premeditata in questo lavoro - volevo uscire dal mio pregresso, inteso anche come comfort zone, limitando l'uso dello strumento per me più agevole quale la batteria, e avere un approccio più minimalista nell' arrangiamento. Sui primi brani ai quali ho lavorato avevo la tendenza ad orchestrare molto, strada facendo invece ho cominciato a togliere dando più respiro agli ambienti e al suono. Non ho però scritto questo album pensando ad un concept puramente estetico ma bensì preso dall'urgenza di un altrove personale.
Curiosiamo dentro alcune featuring e su tutte io mi riferisco a Lee Ranaldo. Come sei caduto nelle sue trame? Ci siamo conosciuti per caso qualche anno fa e da lì è stato tutto molto fluido e spontaneo. Abbiamo parlato fin da subito di una eventuale collaborazione così mentre lavoravo all'album gli ho inviato la traccia strumentale di quella che poi è diventata "Last letter to Jayne" - la sua reazione è stata entusiasta e da lì si è messo a lavorare sulla voce. Da quando sono finiti i Sonic Youth, Lee è probabilmente quello occupato su più fronti, sia in solo che con altri musicisti e artisti in generale. Il fatto che si sia ritagliato del tempo per lavorare anche con me è stato molto gratificante - lo stesso vale per Lisa e Emma che hanno fatto qualcosa di altrettanto straordinario per questo album.
In che modo poi questo disco può considerarsi la tua personalissima sintesi di vita artistica? Nel modo in cui si sbarazza del mio passato scavando nel presente della mia personale ricerca sonora ed espressiva. Allo stesso tempo è anche la conseguenza di quello che è stato il mio percorso fin qui. Non sarei arrivato a scrivere quest'album senza inciampare, sbagliare, lavorare con altri musicisti, andare in tour, scrivere musiche per film muti ...credo porti con sé il percorso di tutta una vita dedicata alla musica, non come coronamento, assolutamente, ma come un nuovo inizio.
E in che modo poi lo è della tua vita in generale? È di fatto un'istantanea della mia vita, l'espulsione di un qualcosa di interiore, non potrebbe essere altrimenti, senza per questo dargli un valore solenne né autocelebrativo.
Il suono di concetto, il suono visionario che in qualche modo apre le porte della percezione personale. Quanto accogli chiavi di lettura che si allontanano dal tuo personale modo di sentire e di aver scritto? La percezione, verso tutto e tutti, è personale e soggettiva per ognuno. Nella fattispecie di Sintesi ovviamente accetto a priori che venga ascoltato e vissuto secondo il sentire di ciascuno, non è un oggetto di consumo definito per cui c'è un'interpretazione univoca.
Articolo del
21/10/2022 -
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