Ce li ricordiamo tutti i Decibel di Enrico Ruggeri, anzi li ritroviamo ancora oggi con aria fresca nelle nuove composizioni. Ma di quel disco “Punk” del ’78 ci ricordiamo tutti come una piccola grande rivoluzione non solo del suono ma anche della scena e di quel portare sotto i riflettori del main stream un genere assai inglese e ancora sconosciuto ai più. Concentriamoci su Silvio Capeccia, tastierista della formazione milanese, che qui ritroviamo in un suggestivo piano solo a ripercorrere e a tradurre tutto quel mondo proprio dei Decibel: si intitola “Silvio Capeccia plays Decibel - Piano Solo” (uscito in due CD, due volumi, due fili conduttori diversi) il lungo viaggio nella storia di quelle canzoni accolte però dal dialogo di un pianoforte soltanto. Il colore irriverente e molto glam di quel preciso modo di pensare al punk che diviene suono acustico, anche classico, sottile ed elegante, pregiato e composto. Un pianoforte soltanto…
Si chiude un cerchio probabilmente. Anzi si completa. Sentivi che con il primo disco mancava qualcosa al tutto?I Decibel hanno prodotto, nell’arco della loro carriera, circa 60 brani distribuiti su 6 album; con la mia rilettura pianistica ne ho affrontati 28 … quasi la metà! Ritengo quindi che il progetto sia completato con questa seconda raccolta nella quale, diversamente dalla prima che conteneva canzoni già nate al pianoforte (“Contessa”, “Vivo da re”, “L’ultima donna”, “Crudele poesia”), mi sono invece concentrato sui brani più aggressivi della band
Ma su tutte, forse la domanda più banale se vuoi: perché la necessità di rileggere il vostro punk con un piano solo?Punk rock e new wave, generi nei quali i Decibel di cui faccio parte sono stati in Italia i portabandiera, sono nati negli anni Settanta e Ottanta: a distanza di tanti anni, ho voluto svincolare questi brani dal loro contesto storico per portarli grazie alle sonorità del pianoforte in una dimensione completamente differente, mantenendo solo gli accordi di base ed alcuni spunti melodici. È stata nello stesso tempo una attività creativa ed una sfida musicale il voler reinterpretare il punk con lo strumento forse più lontano da quel mondo
E nella rilettura di questi brani, ti è sembrato di conoscerli di nuovo per la prima volta? Hai scoperto cose che nella produzione non hai mai sottolineato come meritavano?Certo è diverso suonare le canzoni dei Decibel con organo, sintetizzatore e piano elettrico, esperienza vissuta per tanti anni insieme agli altri musicisti della band, rispetto all’utilizzo del pianoforte. La rilettura pianistica mi ha inoltre confermato lo spessore del repertorio dei Decibel: mentre il punk della prima ora era caratterizzato da stesure molto semplici basate su pochi accordi elementari, nelle nostre canzoni ho riscoperto una ricchezza armonica e ritmica che mi ha consentito di elaborare versioni pianistiche parecchio distanti dai brani originali
E quindi non può mancare la domanda: il brano più difficile e quello meno riuscito di tutto l’esperimento? È stato impegnativo rileggere al pianoforte “My my generation”, il singolo tratto dall’album della reunion 2017 “Noblesse oblige”. Il risultato è stato però così soddisfacente che questa canzone è diventata anche il singolo dell’album “Silvio Capeccia plays Decibel 2”; ovviamente la mia reinterpretazione viaggia in una dimensione lontana dalla versione Decibel, trascinante ed elettronica, ma la magia del piano porta “My my generation” in una nuova atmosfera sognante e suggestiva. Quanto al brano meno riuscito, al termine di ogni lavoro mi chiedo sempre se è opportuno eliminare o sostituire una traccia: se la risposta è negativa, vuol dire che sono soddisfatto di quanto registrato
Articolo del
03/11/2022 -
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