Che belle sensazioni di pulizia sonora, di distopie e di sospensioni. Che belle sensazioni che arrivano dall’ascolto del nuovo disco di Luca Cassano nel suo progetto Le Rose e il Deserto dal titolo “Cocci Sparsi”. Si ha proprio questa sensazione, di cose raccolte, di rotture ricomposte, di quelle piccole ricchezze quotidiane che dobbiamo ricucire o quantomeno dovremmo iniziare a rispettare. E sarà per questo o per la sua scrittura vocale che il tutto ha un modo di fare che richiama quel Niccolò Fabi, di elettronica e di delicatissima sensibilità.
Tra canzone d’autore e post rock, volendo… come nasce l’idea di un suono come questo? I suoni di "Cocci sparsi" sono figli del mio incontro con Martino Cuman (bassista dei Non voglio che Clara) che ha arrangiato, prodotto e registrato il disco. Avevo voglia che "Cocci sparsi" suonasse caldo, acustico, "tradizionale" ma anche elettronico, di quell'elettronica elegante, minimale, vintage, che si può trovare nelle ultime produzioni di Niccolò Fabi e Piercortese (artisti che adoro). Spero che si siamo riusciti.
Che poi tanto deve al pop e tanto ne resta ancorato… non vi siete lasciati andare come volevate o volevate esattamente questo? Ti direi che sono molto soddisfatto del suono che abbiamo trovato. "Cocci parsi" è tanto pop quanto può essere pop un disco cantautorale, le cui canzoni sono nate alla chitarra. C'è però anche un viaggio nei suoni del disco: si parte molto acustici con le prime canzoni (“Cocci sparsi”, “Aprile”) per finire quasi esclusivamente elettronici con “Magellano” e “Australe”.
Il lavoro di Martino Cuman quanto ha inciso sulle tue scritture iniziali? I testi delle canzoni sono rimasti praticamente invariati. Quando ho incontrato Martino per la prima volta, nel luglio 2021, le canzoni erano già tutte lì, con la loro struttura armonica, le melodie principali delle voci e i testi. Martino è stato bravissimo nell'entrare nel mio mondo in punta di piedi e capire cosa io cercassi.
E da cantautore “analogico”, come hai vissuto l’intervento dell’elettronica? Come dicevo, volevo che nel disco ci fossero degli elementi elettronici diffusi, discreti, caldi, per quanto possibile. Martino è un produttore eccellente e si è avvalso di una squadra di musicisti altrettanto bravi. Tutti gli elementi elettronici sono stati inseriti dallo stesso Martino Cuman e da Edoardo Piccolo: ti confesso che, nella maggior parte dei casi, è stato amore a primo ascolto.
Un disco di passate storie. Esiste a tuo modo di vedere il futuro? Credo che il futuro non sia altro che una infinita successioni di attimi presenti. È solo il presente che esiste, e solo vivendo appieno il presente possiamo costruire e vivere un futuro soddisfacente.
Articolo del
12/12/2022 -
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