Pubblicato dall’etichetta Filibusta Records Breakdown è l’ultimo disco del duo Kodex composto da Donatello D’Attoma al pianoforte e Massimo Bonuccelli all’elettronica. Un progetto sperimentale ma allo stesso tempo dall’innato senso melodico dove il pianoforte classico incontra l’elettronica. Ecco il racconto della band riguardo questa nuova avventura.
Donatello, cominciamo l’intervista partendo dal titolo Breakdown. Ha un significato particolare per voi e per questo progetto? Si, direi molto sentito, come tutta la genesi del lavoro che rispecchia uno dei momenti più duri che abbiamo vissuto negli ultimi anni e che ci stiamo lentamente lasciando alle spalle anche se le fratture, in molti casi, sono ancora visibili
Un lavoro ricco di contaminazioni dove l’elettronica si sposa con il pianoforte, la musica classica e il jazz ce lo volete riassumere brevemente? Non esiste musica senza contaminazioni, senza che essa sia il risultato di una fusione di elementi stilistici, culturali, sociali che rappresentino bene l’idea del tempo in cui viviamo. La contaminazione è un processo naturale e contemporaneo alla nascita della musica: la contaminazione è dentro il jazz in senso etnomusicale, o geo-musicale, che continua ad essere il risultato della fusione di suoni del mondo. E’ dentro la musica classica, quando alcuni compositori utilizzavano sistemi di scale appartenenti a culture lontane. Lo è nella musica del novecento, a partire dagli anni ’50, con l’affermazione della musica elettronica. Noi (Kodex) siamo il risultato di tutto questo
Essendo un progetto molto sperimentale ci incuriosiva conoscere come nascono i brani di Kodex. Come lavorate solitamente alle nuove composizioni? Sostanzialmente il nostro modo di lavorare si rifà ad un approccio ormai sempre più insolito, preferiamo lavorare incontrandoci, trascorrendo tempo assieme, ascoltando musica e suonando per ore. Estrapoliamo le idee migliori e le fissiamo. E’ così da quando questo progetto è nato ed è stato così anche per Breakdown
Quali sono invece le sperimentazioni che si possono fare con questo tipo di formazione? La creatività non ha limiti. Ricordiamo una delle ultime con l’organista Giulio Tosti al Conservatorio di Bologna per la rassegna organistica internazionale. Forse quel giorno abbiamo realizzato qualcosa di veramente inaudito. Speriamo di poterla ripetere In un progetto come questo la libertà espressiva a nostro avviso è alla base di tutto: siete d’accordo con questa espressione? Siamo d’accordo, è di assoluta importanza nella musica come esperienza collettiva ma potrebbe essere vana se questa non corrisponde ad un ascoltarsi reciprocamente durante la performance
Raccontateci anche i vostri personali percorsi artistici e poi anche come è cominciata questa nuova avventura del duo… Alla base della nostra avventura c’era e continua ad esserci la voglia di condividere musica assieme e questo, all’inizio, ci ha portati a trascorrere intere giornate nell’home studio di Massimo. Tanti ascolti, lunghe sessioni di improvvisazione e di studio, destrutturando pezzi, creandone di nuovi. Poi dopo un anno circa il nostro primo concerto alla Casa delle Arti di Conversano. Un’intera performance di improvvisazione che potete ascoltare nel nostro primo disco
In un paese come l’Italia, per certi versi abbastanza conservatore, quanto è difficile potersi collocare con un progetto del genere? Penso in realtà che da qualche anno le cose in Italia stiano lentamente cambiando grazie all’impegno di giovani musicisti e di appassionati del settore che dal basso, con passione, coraggio e coesione costruiscono prospettive interessanti prendendo come modello la scena musicale europea internazionale
Se parliamo di jazz e soprattutto di musica sperimentale affine alla vostra, come descrivereste lo scenario in Italia? Certamente in evoluzione, ma si avrebbe necessità di essere supportati maggiormente dagli enti locali e dal governo per gli investimenti da fare per la dotazione di nuovi spazi che meriterebbero di essere utilizzati da tanti artisti e musicisti che desiderano presentare le proprie opere
State già lavorando a qualcosa di nuovo? Ci sono nuovi pezzi in cantiere e magari anche un nuovo disco in arrivo a cui state meditando? Non ancora, vogliamo concentrarci sul nuovo lavoro Breakdown e sui prossimi live
Per quanto riguarda i concerti invece volete darci qualche coordinata in più? In estate abbiamo già delle opzioni che sveleremo a breve, alcuni festival di musica contemporanea ci stanno contattando e ne siamo felici
Articolo del
09/12/2022 -
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