È vero. Il 2022 è già passato e con sé anche l’ondata di nuovi album pubblicati durante il periodo. Ma siamo a febbraio e stiamo andando ancora avanti con le preziose scorte uscite lo scorso anno. Molti di questi hanno gareggiato alla nomina per il miglior album del 2022, altri sono entrati nella top ten di molti. Tra questi tra gli YouTuber italiani, i magazine musicali, le testate giornalistiche e il pubblico, è spiccato uno dei migliori album usciti: Illusion, di Edda prodotto da Gianni Maroccolo (che già abbiamo intervistato nei mesi scorsi). La tourneé di Edda sta proseguendo, ma intanto che aspettiamo l’uscita delle prossime date in tutta Italia per riascoltarlo, lo abbiamo intervistato per voi
Il tuo nuovo lavoro Illusion, vede la produzione di Gianni Maroccolo, con il quale avevi già lavorato durante il lockdown e tirato fuori anche la cover di “Sognando” di Don Backy. Devastante. Com’è ripresa questa combo? Come vi siete riscelti per andare oltre alle sessioni create insieme verso la realizzazione di un intero album appunto? Illusion è nato dopo l’album fatto insieme durante il lockdown appunto. Gianni mi ha proposto di produrre il disco “Illusion”, e io ho l’ho subito seguito. Per me è stato un onore. È stato lui che ha fatto la proposta indecente e io da brava ragazza ho accettato
Tra i crediti ho visto che anche Antonio Aiazzi c’ha messo lo zampino nel brano “La croce viva”… com’è andata? Come vi siete trovati a lavorare insieme e a chi è venuta l’idea? Aiazzi lo ha portato dentro la collaborazione Gianni. L’ho conosciuto al teatro di Guardistallo, un piccolo paese nel comune di Cecina, vicino al mare, in Toscana. Sono stato molto contento di conoscere un mito della musica italiana
Illusion ha delle atmosfere più fluide nelle melodie rispetto anche a “Fru Fru”, la chitarra è più dilatata… c’è un motivo o qualche immagine particolare che vogliono richiamare o far affiorare nell’ascoltatore del disco? Ho suonato io la chitarra in questo disco. Chitarra molto editata e prodotta e questa forse ha fatto la differenza. La produzione di Gianni ha reso tutto molto più interessante e colorito. Un sound particolare
Ho letto in altre interviste che spesso utilizzi il femminile anche quando parli tu in prima persona… e penso che questo renda alcune immagini forti più morbide e e dolci, senza però cambiarne il senso. Cosa ne pensi? Durante le interviste molto probabilmente è perché sbaglio. Nel testo delle canzoni è perché chiamandomi Edda posso giocare sia con il maschile che con il femminile. Poi al di là di questo, uomo, donna bidone della spazzatura o giocatore di rugby per me non fa tanta differenza, per me almeno. Non lo so forse lo dico tanto per fare il filosofo. Una ragione vera non c’è
Ci sono alcuni brani nell’album che tolgono davvero i veli dalle illusioni e dal finto buonismo al quale siamo abituati da tempo a vedere e ad ascoltare, ad esempio in alcuni versi di Alibaba… come se fossimo un po’ ingenui, un po’ Cappuccetti rossi che non si accorgono che la nonna in realtà è il lupo che se l’è mangiata. L’illusione, il velo secondo te dove sta e cosa ci sta sotto? Boh. Alibaba è ispirata dalla storia. Non so cosa ho voluto dire con quel testo in realtà. Ma mi è piaciuto perché parla di molte cose: problemi con la famiglia, il protagonista che vuole liberarsene e poi non lo fa, lui che si innamora di un altro ragazzo. È una canzone che mi piace molto devo dire. Illusion invece rappresenta la vita che vediamo la mattina, che ha la stessa consistenza dei sogni che facciamo di notte. È questa l’illusione. La vera realtà chissà qual è. È un’idea che mi porto dietro da un po’ di tempo.
Edda in Fru Fru è dedicata a tua mamma. Lia invece è dedicata a qualche altra mamma? Edda sì. È dedicata a mia mamma, e l’ho registrata lo stesso giorno che ha lasciato il suo corpo, un giovedì. Alle 9.30 sono andato in studio e ho cantato questa canzone. Lia è dedicata a un’altra mamma. L’ho voluta dedicare alla mamma di Gianni. È una delle canzoni più belle che ho scritto a mia avviso e sono contento di averle dato questo nome, tra l’altro bellissimo. Ho fatto un po’ di ricerche e ho scoperto che “Edda” dal latino “edo” significa: produrre, diffondere, pubblicare scritti, svelare, “il pronunciare di un oracolo”
Ti ci rispecchi? Il nome Edda in realtà l’ho preso da mia madre. Lei è nata nel ’34 in pieno regime fascista ed era uno dei nomi più usati all’epoca. Però a me piace molto. Non lo sapevo di questa derivazione dal latino latino. In latino ero anche bravo. Avevo sei - che era uno dei voti più alti che riuscivo a prendere-. Mi ci rispecchio nel significato latino? Non lo so, forse no. Ma resta sempre un bel nome
Un grande grazie a Stefano Rampoldi, in arte Edda per averci concesso questa intervista confidenziale che ci ha svelato molto del cantautore. Un bel ritorno sulla scena musicale. Un vero artista
Articolo del
20/02/2023 -
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