Patrizia Scascitelli per quelli che non la conoscessero è una eccellente musicista italiana che New York e grandi jazzisti del mondo ci hanno "rubato" per un bel po’ di decenni. È una delle figure più originali e pionieristiche del jazz italiano. Pianista e compositrice formatasi al Conservatorio di Santa Cecilia, dove fu allieva di Giorgio Gaslini, esordì negli anni ’70 con l’album “Ballata” imponendosi come la prima donna band leader e autrice jazz nel nostro Paese. Nel 1981 si trasferì a New York, città in cui ha vissuto per oltre quarant’anni collaborando con musicisti del calibro di Don Cherry, Clifford Jordan e Buster Williams, suonando nei teatri più prestigiosi e guidando propri ensemble. La sua musica, capace di fondere tradizione jazz, improvvisazione e influenze world, l’ha resa un punto di riferimento internazionale. Ma il suo cuore l'ha riportata da poco di nuovo in Italia, nella sua amata Roma e noi ne siamo molto contenti. L'abbiamo incontrata e abbiamo parlato di musica e dei suoi nuovi progetti.
A che età nasce la tua passione per la musica? Cominciai a suonare il piano a 8 anni ed ero una bambina prodigio, dopo solo un anno di preparazione, mi presentai all' esame di ammissione al conservatorio di Santa Cecilia sotto la guida dell'illustre maestro Tito Aprea. Superai l'esame e in modo speciale mi fu concesso di frequentare insieme 2 scuole statali, la quinta elementare e il primo anno di conservatorio. Poi di illustri maestri ne ho avuti diversi. Patrizia sei stata una delle poche musiciste a lavorare con i più grandi jazzisti del mondo. Quando hai deciso di andare a conquistare New York? Nel Settembre del 1981 lasciai Roma, l'intenzione era quella di andare a NYC per poter suonare e studiare. Poi però la mia vita divenne sempre più complessa da non poter lasciare la città. Ho vissuto dal 1984 fino al 2022 a Manhattan, e posso dire di aver suonato quasi dappertutto, non solo nei grandi teatri come Madison Square Garden, Symphony Space, Aaron Davis Hall, Auditorium delle Nazioni Unite e in diversi noti locali della città, ma anche negli ospedali, case di riposo, scuole e chiese. Con soddisfazione avevo successo in tutte le attività musicali che intraprendevo, questo mi faceva molto piacere, pensavo a come erano stati difficili i primi anni da sconosciuta, e che poi invece avevo tanta esperienza e tanto lavoro, perché la città apprezza e offre molto a chi è qualificato. Alcuni tra i più importanti musicisti jazz con cui ho suonato: Don Cherry, Maxine Sullivan, Buster Williams, Calvin Hill, Bob Cunnigham, David “Fathead” Newman, Clifford Jordan di cui ho restaurato una registrazione di un concerto insieme del '83 che presto pubblicherò. Poi con la cantante jazz- blues Ayana Lowe ho suonato il keyboard e sono stata il music director della band per 20 anni, suonando ogni primo Sabato del mese nel noto club 55 bar del West Village (chiuso dopo la pandemia). Qual È stata la collaborazione più preziosa dal punto di vista artistico? Con il maestro Giorgio Gaslini ho avuto un rapporto non solo professionale ma anche di profonda amicizia. Durante gli anni del corso straordinario di jazz, al conservatorio di S. Cecilia, che frequentai e mi diplomai con 10 e lode, lui mi aiutò in un progetto musicale di unire temi del folk nostrano a composizioni jazz, cosa che poi si materializzò nel mio primo disco Ballata del '74. Siamo stati da allora fino a poco prima che ci ha lasciato, sempre in contatto. Quando ero in Italia lo chiamavo al telefono e lui mi spediva lettere quando ero a NYC. Insieme abbiamo avuto importanti collaborazioni, come quella del concerto nel 2000 a Roma, da cui il mio CD 'Live in Rome' (Splash Records) dove suoniamo in duo su 2 pianoforti Steinway. E quella umana? Fin dagli anni '60 ai nostri giorni ho qui a Roma due grandi amiche: Mirella e Maurizia, dalle quali ho capito che l'amicizia vera può essere spesso un legame più sincero e profondo del legame famigliare. Nell' arco dei 40 anni che abitavo a NYC, venivo a Roma anche 2 volte l'anno a suonare, così ci vedevamo ed io stavo con loro gran parte della mia permanenza. Le conobbi negli anni '60 quando Insieme frequentavamo il conservatorio di S. Cecilia. In comune abbiamo sempre avuto l'amore per la musica e in particolare per il pianoforte. A Mirella ho anche dedicato una mia composizione che ha per titolo il suo nome, il tema infatti lo costruii sulle note Mi-Re-La ed ha sempre molto successo quando lo suono. Sei una ragazza degli anni 70 che ha contribuito con la sua arte a cambiare il mondo. Cosa vedi nella nuova generazione di musicisti? Sono stata la prima donna pianista, compositrice e band leader a suonare jazz in Italia ma dopo i primi miei 2 album “Ballata” (R.C.A. '74) e “Concerto Dal Vivo alla Statale di Milano LP” (Vedette '75) non mi fu possibile, pur avendo un gruppo formidabile, di trovare la casa discografica disposta a produrre e a distribuire la mia musica. Allora mi organizzai e cominciai ad autoprodurmi con molto impegno e sacrificio. Oggigiorno la situazione è cambiata, i musicisti hanno diversi mezzi a disposizione per far conoscere la propria musica, ma il mercato musicale è saturo e quindi ci sono, anche se in modo differente, grosse difficoltà da affrontare. Comunque Il progresso culturale è avvenuto grazie alla tecnologia, gli scambi tra musicisti è frequente, l'internet raggiunge oltreoceano in un attimo e i musicisti possono suonare a distanza, creando anche contaminazioni tra i vari stili musicali, e il jazz è divenuto la musica del nostro millennio. Ti manca quella NY? E perché sei tornata in Italia? Quando senti che una parte della tua vita si è conclusa e che dopo aver atteso a lungo, il momento di cambiare è giunto, allora ti devi affidare al cuore. Ecco allora che 3 anni fa Mark Di Gaetano, ora mio compagno e chitarrista del mio quintetto, ha saputo creare le circostanze affinché' io tornassi in Italia. I tuoi prossimi progetti e un nuovo tour? Anche in Italia... È appena uscito l'album “Patrizia Scascitelli '77 Now New” che si trova su tutte le piattaforme digitali. Questa è una registrazione del 1977 recuperata a seguito di una serie di eventi sorprendenti. I musicisti che ne fanno parte sono Giancarlo Maurino al sax, Ricky Romei al basso (con loro sono tuttora in contatto) Carlinhos “Tumadora” Silva alle percussioni e Marvin Boogaloo Smith alla batteria. Sono particolarmente felice di questo album perché' vi suona quel mio gruppo formidabile a cui ho accennato prima. Da che sono tornata a Roma ho formato un quintetto col quale ho suonato in diversi teatri e jazz clubs, tra cui al conservatorio di S. Cecilia, alla Casa del Jazz, Alexanderplatz, Pentalfa club. Il 15 Novembre saremo al Gregory jazz club. Il gruppo è formato da Andrea Pace, il sassofonista con il quale collaboro fin al 1998 e vi suonavo quando ero di passaggio a Roma, Mark Di Gaetano electric guitar, Dario Piccioni basso, Max D'Agostino batteria. A dicembre tornerò a NYC dopo 3 anni per un breve periodo, sarà emozionante visto che non sono stata mai lontana così a lungo dalla città, ma il mio futuro è qui a Roma dove rimarrò stabile.
Articolo del
07/10/2025 -
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