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Andrea Mirò
Vent'anni di carriera, un disco, mille punti di vista
di
Domenico Capitani
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Un titolo assai evocativo che Andrea Mirò sceglie per questo lavoro di raccolta e di racconto, di vita e di arte. Si intitola “Camere con vista”, un doppio CD che custodiscono 38 dei brani più importanti che la Mirò sceglie per fotografare - per quanto possibile - i suoi primi 20 anni di carriera. Un ascolto intenso e commovente a tratti, sapendo quanto tempo è trascorso e come questo è cambiato attorno a lei come donna, e attorno alle canzoni. Il rispetto poi della cronologia restituisce a tutto il percorso un valore aggiunto che dimostra anche quanto è cambiata l’artista Andrea Mirò nel suo modo personalissimo di pensare alla musica.
Tempo che passa. 20 anni non sono pochi. Ma neanche tanti. Anzi… partiamo da qui: per te cosa significa questo traguardo? 20anni sono un buon periodo per cominciare a fare dei bilanci. In questi 20anni è successo molto nella mia vita e nel mio lavoro, ma sono stati reimpostati anche tutti i paradigmi a cui si riferiva la musica, in generale questo mestiere è cambiato, si è trasformato. Quindi posso ben dire che questo sia un bel traguardo, se penso che oggi lavorare con/per/nella musica non è così facile e scontato, ed esser qui a promuovere una raccolta è un gran privilegio, avendo io anche diversificato tutte le mie “uscite sul campo”. Guardando al contenuto di questo disco ci sono brani che continuano ad essere attuali e valeva la pena di ribadirlo.
È suggestiva e interessante la scelta di dare ai brani una chiave cronologica. Tecnicamente li hai dovuti sistemare nel mastering o in altro per raggiungere una coerenza finale oppure il tempo trascorso non ha influito su questo aspetto? Ho scelto di rimasterizzarli ma ho mantenuto in linea di massima una scaletta temporale proprio per far comprendere qual è stato l’escursus della crescita artistica; essendo una raccolta mi sono potuta permettere di assemblare il tutto senza che avesse un unico suono, proprio perché si percepisse il cambiamento nelle ambientazioni, negli arrangiamenti e nei testi, col passare del tempo.
E l’evoluzione vista nelle 38 tracce… ai tuoi occhi come appare? Ti piace il risultato che ne vien fuori? Sì, sono soddisfatta. Tra l’altro, ascoltandolo tutto, l’alternanza dei brani regge benissimo, la varietà è tanta, e chi non mi conosce ha a disposizione una carrellata di composizioni che credo proprio non possa annoiare.
Inevitabile chiedersi: riascoltandole che provi? Qualcuna di quelle “camere” l’avresti arredata diversamente? Ci sono brani, forse i più distanti nel tempo, che ovviamente oggi rielaborerei in un altro modo ma non era questo il mio obiettivo ( come già ti dicevo alla domanda 2 ). Molti sono belli e godibili così come sono stati concepiti e strutturati in quel momento storico, compresa l’ambientazione sonora che non ha perso in smalto e contemporaneità.
Perché non regalare a questo traguardo anche un nuovo inedito? Il progetto è definire chi sono io dopo i miei primi 20anni da cantautrice, per chiudere un primo capitolo ed aprirne uno nuovo. Che è quello che mi accingo a fare. L’idea di un inedito diventava fuorviante per questo disco, il percorso che inizia ora è ancora una pagina bianca - di cui ho già molto contenuto nel cassetto - e non vedo l’ora di scriverla.
Articolo del
22/02/2023 -
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