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Starving Pets
"Alla ricerca di qualcosa di più grande, di un significato universale, schivando le brutture della vita"
di
Domenico Capitani
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Un esordio che ci arriva da Dead End Street Records e Marsiglia Records da illuminare con cura e attenzione. Si intitola “No Shake, No Feels” ed è il primo disco ufficiale di Andrea Sassano, ovvero Starving Pets all’anagrafe discografica… disco che incontra il suono e la magistrale cura di tesserlo che ha un producer come Manuel Volpe anche disponibile in una edizione limitata in MC. Un suono distopico, sempre alla ricerca di stimoli altri, di altre visioni, di sospensioni e apocalissi… c’è il grunge come la distorsione urbana… ma c’è anche quel bisogno di folk che non si tradisce mai.
Prima di tutto io voglio chiederti di questi colori in B/N, di questo scuro ovunque… pochissima luce in questo suono… che ragione porta con sé?Penso sicuramente sia la versione grafica che ho nella testa, della mia musica. Non ci vedo/sento molti colori. È come se ogni contenuto venisse filtrato da una vecchia macchina foto con un rullino in bianco e nero, scaduto. Anche i suoni sono piuttosto cupi, con una tendenza alle frequenze medio/basse. Infatti suggerisco a tutti di ascoltare il disco in cuffia e magari non alle 11 del mattino in spiaggia. L’ambiente fa moltissimo per apprezzare al meglio questo lavoro.br>Un disco che vien fuori dal tempo assurdo della pandemia… tu cosa vedi intorno? Rinascita o animali affamati? Viene fuori da quel periodo ma non ne è stato direttamente influenzato. Sicuramente ci vedo entrambe le cose: una rinascita degli animali affamati. Che poi siamo tutti noi in cerca di qualcosa di più grande, di un significato universale, schivando le brutture della vita.
Un lavoro dentro cui campeggia la produzione di Manuel Volpe… un suono magistrale che in qualche modo cercavi in questa forma oppure è stata una scoperta strada facendo?Manuel è formidabile. E non lo dico perchè è diventato anche un prezioso amico. Fin dal nostro primo lavoro insieme ha saputo leggere la situazione e dare sempre il consiglio giusto a volte anche arginando la voglia di stratificare i suoni fino all’esasperazione. E, cosa non da poco, è sempre pronto alla sperimentazione e a provare a vedere cosa viene fuori. In questo senso, avevo già in testa qualcosa come sonorità, ma poi il lavoro in studio ha stravolto molte cose. Un pezzo completamente rinnovato rispetto alle demo è stato “Bag Full Of Leaves”. Quando abbiamo finito la parte ritmica abbiamo capito che il disco avrebbe preso una certa direzione proprio grazie a quella canzone. Questo disco è sia in CD che in MC… perché non in vinile? E che significato porta con te il supporto vintage…?Eh guarda mi sarebbe piaciuto stamparlo anche in vinile, ma i costi e i tempi di produzione stanno diventando impossibili e insostenibili (poi se qualche etichetta si innamorasse del lavoro e volesse far uscire il vinile, io son qui!). Quindi insieme ai ragazzi di Coypu e Marsiglia abbiamo optato rispettivamente per cassetta e cd in edizioni limitate. Un lavoro quasi artigianale, ecco. Il supporto per me ha sempre un gran significato. Poter toccare con mano un prodotto è un valore aggiunto. La parte “vintage” è stata una scelta obbligata, ma anche caratterizzante del lavoro. Ed è ad oggi uno dei pochi modi di poter rientrare di qualche spesa sostenuta per la realizzazione del disco. Bello il video… evocativo nella sua semplicità… dove ci troviamo? Ci troviamo in autunno immagino… Si il video è molto semplice e minimal come del resto tutta la parte grafica. Ci troviamo in un posto del cuore, a Torino: Pai Bikery. Abbiamo passato una sera di fine settembre a girare il video e alla fine…buona la prima. L’idea iniziale era molto più statica, ma grazie all’intuizione di Luca (Vigliani, il regista del video) abbiamo aggiunto questo unico, lento movimento. Ovviamente virato tutto in bianco e nero per essere in linea con il resto delle grafiche.
Articolo del
27/02/2023 -
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//www.youtube.com/embed/DDe5fkcEi1A
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