Compositrice, produttrice e arrangiatrice milanese, Silvia Furlani ha studiato pianoforte e composizione fin dal 2006. La sua carriera musicale prende il via nel 2009 scrivendo la musica per il cortometraggio "The grey scale" di Francesco Segrè per la MinimaCinema di New York e da allora ha all’attivo una cinquantina di colonne sonore tra cortometraggi, film, trailer, documentari. Il 2 marzo di quest’anno è uscito "Riptide", il suo nuovo album. Otto brani di musica elettronica ambient. Un disco molto intimo che raccoglie dentro di sé emozioni differenti: è come un viaggio e un percorso di crescita e comprensione che porta fino all'ultimo brano "Watch the sky", il pezzo più delicato e introspettivo
Ciao Silvia, benvenuta su EXTRA MAGAZINE. Hai scritto Riptide, il tuo nuovo album, durante la pandemia ma solo ora ha visto la luce. Come mai è passato tutto questo tempo? Perchè inizialmente l’avevo concepito come album solo strumentale, poi una volta finito ho pensato che su alcuni pezzi ci sarebbe stata bene una voce, da lì ho pensato a Phillip che è un cantautore australiano molto bravo con cui c’è sempre stato il desiderio reciproco di collaborare. Gli ho proposto la collaborazione che ha accettato entusiasta e poi nel divenire ho voluto aggiungere un colore in più con l’aggiunta delle chitarre di Matteo De Buglio. Quindi ci ho messo altri quasi 2 anni perché ho essenzialmente rielaborato l’album
Quando crei una canzone c’è una parte di quel processo che proprio non ti piace? Non so tipo scegliere la copertina o cose così Che proprio non mi piace direi di no, posso dirti quella che preferisco che è la parte del mix e master in studio, mi diverte molto. Hai parlato tra l’altro della copertina e ci tengo a dire che è opera della grafica Genny Baldo, molto brava, ha fatto un ottimo lavoro
C’è un brano di Riptide a cui sei più legata? Se sì, qual è “In the darkness”. È il brano più vecchio dell’album, l’ho scritto prima ancora della pandemia e nonostante abbia i suoi anni ormai non mi ha ancora stancato o comunque non mi sono ancora abituata, continua a piacermi come appena scritto. E mi rispecchia molto, se fossi una canzone penso sarei proprio “In the darkness”
Invece qual è il brano che ha avuto un parto più complesso? Penso sempre “In the darkness”, negli anni ha avuto diverse vesti, ci ho lavorato a fasi alterne per un po’ prima di dire “Ok è finito, è quello giusto”
Quali sono state finora le tue più grandi soddisfazioni in ambito musicale? Aver potuto scrivere colonne sonore per dei film, perché è quello che vorrei fare nella vita e sentire la tua musica suonata in una sala cinematografica è bellissimo.
La tua musica suona molto come colonna sonora, c’è un film in cui ti piacerebbe ci fossero i tuoi pezzi? Non è un film ma una serie: Euphoria. Amo quella serie, attori, regia, fotografia, trucco, musiche, è tutto curato al dettaglio. E beh, sentire un mio pezzo in un prodotto del genere sarebbe un sogno
Un sogno nel cassetto? Continuare a fare quello che faccio ma continuando ad alzare l’asticella. Mi piacerebbe molto poter scrivere le musiche di un bel film o una bella serie tv thriller/drammatica con una grossa distribuzione
Articolo del
08/03/2023 -
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